Un pensiero di Epicuro che
voglio condividere con chi mi legge, in particolare con i belli e i buoni gli
happy few che frequentemente suscitano l'invidia degli sfortunati molti, e
stupidi molto. Non dobbiamo curarcene, casomai (o caso mai) cercare di curare
quei poveracci malati.
Leggiamo dunque questo
maestro antico
Oujdeni; fqonhtevon, non bisogna invidiare nessuno: i buoni infatti non meritano l’invidia-ajgaqoi; ga;r oujk a[xioi fqovnou ; i malvagi quanto più hanno successo tanto più si insozzano ponhroi; de; o{sw/ a]n ma'llon eujtucw'si,tosouvtw/ ma'llon auJtoi'" lumaivnontai. (Gnomologium Vaticanum Epicureum 53).
Oujdeni; fqonhtevon, non bisogna invidiare nessuno: i buoni infatti non meritano l’invidia-ajgaqoi; ga;r oujk a[xioi fqovnou ; i malvagi quanto più hanno successo tanto più si insozzano ponhroi; de; o{sw/ a]n ma'llon eujtucw'si,tosouvtw/ ma'llon auJtoi'" lumaivnontai. (Gnomologium Vaticanum Epicureum 53).
Lasciamo dunque ai mediocri l’invidia che è l’anima
della loro eterna congiura comtro le persone non ordinarie. Personalmente ne ho
suscitata molta, indegnamente del resto.
Nessun commento:
Posta un commento