NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 30 gennaio 2019

Le menzogne dei giornali



Elogio della mosca, del caldo e del buon senso. Giuliano Augusto e il dio Sole

Le menzogne e le montature dei giornali: titolo di “la Repubblica” di oggi 30 gennaio: "Usa - Australia, i due volti del clima pazzo. E Trump ci scherza su".
Il clima pazzo sarebbe dato dal freddo con lastre di ghiaccio a Chicago nel mese più freddo dell'anno e dal gran caldo in Australia nel mese più caldo. Intanto questo è sempre accaduto, e, comunque, il freddo che patiamo anche qui a Bologna sbugiarda quelli del "riscaldamento globale". Poi anche se questo ci fosse, a parer mio non sarebbe male: il caldo favorisce la vita. Due giorni fa c'era il sole già potenziato, non per il riscaldamento globale, ma per via dell'attuale posizione di Helios nel suo moto annuale: siamo a più di un mese dal solstizio, la fermata del sole, e il primo fra tutti gli dèi, tornando verso ovest, è risalito nel cielo: le ombre si stanno accorciando, fa ancora freddo ma è cresciuta la luce simbolo di beatitudine
Ebbene, sul tavolo assolato dove gioivo dell'offerta dei raggi benefici, abbronzandomi, poiché bello non sono bello però mi piacciono molto le donne, ho visti volazzare una mosca. "Che tu sia benedetta", ho detto con le lacrime agli occhi, annunciatrice, angelo della buona stagione. Nunc ver venit meum, mox faciam uti chelidon ut tacere desinam" .
Quanto a Trump lo disapprovo per molte altre ragioni, quasi tutte, ma se in un intervallum insaniae, quando non è trasognato, dice durante un inverno gelido con le città coperte da lastre di ghiaccio: "pensate che freddo sarebbe se non ci fosse il riscaldamento globale!" fa una battuta dettata dal buon senso.
Il pezzo è “politicamente scorretto: me ne prendo tutta la responsabilità. Mi va bene che questo tipo di negazionismo non è ancora vietato

Ora sentiamo Giuliano Augusto e il suo discorso A Helios re.

42 Popoli diversi hanno celebrato l’inizio dell’anno in momenti differenti. Alcuni hanno scelto th;n ejarinh;n ijshmerivan - l’equinozio di primavera; altri il culmine dell’estate th;n ajkmh;n tou' qevrou" - altri ancora fqivnousan h[dh th;n ojpwvran - la fine dell’autunno.
Alcuni celebrano la primavera, la stagione più adatta ai lavori agricoli quando la terra fiorisce ed è lussureggiante qavllei kai; gauria'/, orgogliosa poiché tutti i suoi frutti stanno venendo alla luce, il mare offre sicurezza alla navigazione e la tetraggine dell’inverno - to; tou' ceimw'no" ajmeidev" -  il non sorriso cfr meidivaw to smile - l’uggiosità l’oscurità skuqrwpovn - si muta, cambia in una maggiore lucentezza - ejpi; to; faidrovteron meqivstatai.

Insomma finisce l’inverno del nostro scontento per dirla con Shakespeare (Riccardo III now the winter of our discontent –made glorious summer by the son of York, I, 1, 1 - 2).

Torniamo a Giuliano imperator romano
Altri preferiscono la piena estate. Ma altri komyovteroi, più raffinati scelsero la fine dell’anno tenendo conto della perfetta maturazione di tutti i frutti e della fine del ciclo.
Ma i nostri antenati oiJ hjmevteoi propavtore" fin dall’epoca del divinissimo re Numa - ajp j aujtou' tou' qeiotavtou basilevw" tou' Nouma', lasciavano da parte le questioni utilitarie ta; th'" creiva" ajpevlipon - e tributavano grandi onori a Elio – a[te oi\mai fuvsei qei'oi kai; perittoi; th;n diavnoian - poiché, credo, erano religiosi per natura e straordinari per intelligenza.

Un intermezzo con Petronio. Dice il liberto Ganimede nel Satyricon: :"ego puto omnia illa a diibus fieri. nemo enim caelum caelum putat, nemo ieiunium servat, nemo Iovem pili facit, sed omnes opertis oculis bona sua computant. antea stolatae ibant nudis pedibus in clivum, passis capillis, mentibus puris, et Iovem aquam exorabant. itaque statim urceatim plovebat: aut tunc aut numquam: et omnes redibant udi tamquam mures. itaque dii pedes lanatos habent, quia nos religiosi non sumus, agri iacent…" (44, 17 - 18), io credo che tutto questo derivi dagli dèi. Nessuno infatti considera il cielo cielo, nessuno rispetta il digiuno, nessuno stima un pelo Giove, ma tutti a occhi chiusi fanno il conto dei loro possessi. Prima le matrone in stola salivano a piedi nudi sul colle del Campidoglio, con i capelli sciolti, i cuori puri, e supplicavano Giove per l'acqua. E così subito pioveva a catinelle: o allora o mai più: e tutti tornavano bagnati come topi. ora gli dèi hanno i piedi felpati. Poiché non abbiamo religione, i campi sono abbandonati.

Di nuovo l’Augusto Giuliano: “i nostri antenati dunque stabilirono di celebrare l’inizio del nuovo anno ejn th' parouvsh/ tw'n wJrw'n - nella presente stagione - siamo nel dicembre del 362 - , quando Elios torna a noi lasciando gli estremi limiti del sud ajfei;" th'" meshmbriva" ta; e[scata - e avanza verso nord pro; to;n borra'n e[rcetai - per renderci partecipi dei suoi doni annuali - metadwvswn hJmi'n tw'n ejpeteivwn ajgaqw'n.
Essi scelsero per la festa non il giorno esatto nel quale il dio fa la sua svolta e comincia a tornare verso nord (ouj ga;r kaq j hJmevran oJ qeo;" trevpetai) - il 21 - ma il giorno - il 25 - nel quale diventa visibile la crescita della luce e la sua conversione ajpo; th'" meshmbriva" ej" ta;" a[rktou", dal sud al nord. Gli antichi fissarono il Natale krivnonte" aijsqhvsei giudicando dalla percezione e seguivano quanto si vede toi'" fainomevnoi" hjkolouvqoun. Ecco dunque perché celebriamo la festa j Helivw/ ajkinevtw/ al Sol invictus poco prima dell’inizio dell’anno.

43 Giuliano chiede di poter celebrare e santificare spesso queste feste e prima di tutti gli altri Elios oJ basileuv" tw'n o[lwn, il re dell’Universo, che è scaturito dal Bene, e ricolma la totalità del cielo degli dèi che possiede intellettualmente in sé. Egli veglia sull’intero genere umano ma soprattutto sulla nostra città e ha designato la nostra anima come sua seguace. Giuliano chiede al dio di poter dedicare la sua esistenza alla politica, all’interesse pubblico - zh'n kai; ejmpoliteuvesqai tw'/ bivw/ doivh fino a quando sarà vantaggioso per lo Stato.

giovanni ghiselli

1 commento:

  1. I giornali purtroppo tendono spesso a esagerare se non a falsare lla verità. Ma il cambi climatico è un grave dato di fatto: che nell'emisfero nord ora sia inverno e facca freddo è normale, ma è anormale che ci siano 50 gradi sotto 0 in luoghi lontani dal circolo polare, come è anormale che ce ne siano 50 sopra 0 in zone non equatoriali.
    Anormale per noi, s'intenda! Perché nella storia della Terra si sono alterbati spesso periodi di stabilità a periodi di terrificanti cambiamenti climatici con mprte e distruzione di forme di vita e paesaggi.
    Quello che preoccupa ora è che però gli attuali cambiamenti potrebbero essere fortemente accelerati da attività umane sbagliate e nocive.
    Al di là di ciò, mi dà molto fastidio che la gente pensi di cambiare abitudini (usare l'auto SEMPRE, mangiare troppo e male, sporcare e sprecare) solo quando la si spaventa, come fanno i mass media.
    Ame non interessa se il mondo finisce domani o tra 1 miliardo d'anni, cerco comunque di essere d'impatto negativo il meno possibile, anzi cerco d'essere d'impatto positivo. Se vedo che sbaglio mi correggo, invece di lamentarmi del clima.
    Maddalena

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