Frederic Leighton Electra at the Tomb of Agamemnon |
Commento dei primi 59 versi dell'Elettra di Euripide
Recita il prologo il contadino-autourgov"-, un personaggio positivo.
Vedi la “teoria della classe media”
Il
contadino prosegue con il racconto dell’antefatto
Il
vecchio precettore geraio;"
trofeuv" (Elettra,
16) salvò Oreste insidiato da Egisto mandandolo da Strofio, sovrano
di Crisa nella Focide. Aveva sposato Anassibia, sorella di
Agamennone. Elettra rimase nella casa del padre ed ebbe molti
pretendenti mnhsth're"
prw'toi JEllavdo" che
la chiedevano in sposa (h[/toun)
quando la teneva il tempo fiorente della giovinezza-tauvthn
ejpeidh; qalero;" ei\c jh{bh" crovno" (20)
Ma
Egisto temeva che la ragazza avrebbe generato a uno di quei valorosi
un figlio vendicatore di Agamennone-pai'd j jAgamevmnono"
poinavtor j (22-23)
la teneva in casa ei\cen
ejn dovmoi" e
non la accordava a nessuno sposo oujd
j h{rmoze numfivw/ tiniv (23-24)
Stare
chiusa in casa era il destino normale della donna comune di Atene
Nella Lisistrata di
Aristofane, Cleonice ribatte alla protagonista eponima che lamenta
l’assenza delle donne calephv
toi gunaikw'n e[xodo" (Lisistrata,
16) è difficile per noi donne uscire. Infatti, spiega, una di noi
deve stare china sul marito, l'altra deve svegliare lo schiavo,
l'altra mettere a letto il bambino, l’altra lavarlo, l'altra
imboccarlo (vv. 17-20).
Cfr.
quanto dice la Medea di Euripide
E se con noi che ci affatichiamo in questo con successo,
il coniuge convive, sopportando il giogo non per forza,
la vita è invidiabile; se no, bisogna morire.
Un uomo poi , quando gli pesa stare insieme a quelli di casa,
uscito fuori, depone la noia dal cuore 245
(volgendosi a un amico o a un coetaneo);
per noi al contrario è necessario mirare su una sola persona (Medea, 241-247).
Nella Danae di
Nevio leggiamo:" Desubito
famam tollunt, si quam solam videre in via "
(fr. 6 Marmorale) se hanno visto una donna sola per strada, la
coprono subito di infamia.
Al
modello di moglie chiusa in casa assomiglia la sfortunata Andromaca
delle Troiane (del
415) di Euripide:" Io che mirai alla buona fama (ejgw;
de; toxeuvsasa[13] th'"
eujdoxiva",
v.643) /dopo averla ottenuta in larga misura, fallivo il successo
(th'"
tuvch" hJmavrtanon [14],
v. 644 )./Infatti quelle che sono le qualità conosciute di una sposa
saggia/io le mettevo in pratica nella casa di Ettore./Là dunque per
prima cosa- che vi sia o non vi sia/motivo di biasimo per le donne
(yovgo"
gunaixivn,
v. 648)- la cosa in sé attira/cattiva fama se una donna
non rimane in casa[15],/io,
messo via il desiderio di questo, rimanevo in casa (" e[mimnon
ejn dovmoi"", v.
650);/e dentro casa non facevo entrare scaltre chiacchiere di donne/,
ma avendo come maestro il mio senno (to;n
de; nou'n didavskalon,
v. 652)/ buono per natura, bastavo a me stessa./E allo sposo offrivo
silenzio di lingua[16] e
volto/ calmo ("glwvssh"
te sigh;n o[mma q& hJvsucon povsei-parei'con",
vv. 654-655); e sapevo in che cosa dovevo vincere lo sposo,/e in che
cosa bisognava che lasciassi a lui la vittoria" (vv. 643-656).
Per
la paura di Egisto della vendetta dei figli di Elettra (Elettra,
23) cfr. ancora le Troiane dove
i Greci decidono di ammazzare Astianatte e cruciali sono i versi con
i quali Andromaca li accusa di essere loro i veri barbari: “w\
bavrbar j ejxeurovnte~ [Ellhne~ kakav-tiv tonde
pai`da kteivnet j oujde;n ai[tion;
(eziologia- discorso sulle cause764-765), o Greci inventori della
barbarie, perché uccidete questo bambino che non è colpevole di
niente? Ammazzare un bambino per paura di suo padre è la viltà e la
barbarie più grande che ci sia.
Poi
Egisto voleva uccidere Elettra per paura che di
nascosto-laqraivw" (Elettra, 26-
generasse dei figli a un nobile. Ma la madre
sebbene wjmovfrwn, crudele,
comunque o{mw" (27)
la salvò fdalle mani di Egisto
Clitennestra
aveva una acusa skh'yin
ei\c j per
lo sposo morto ammazzato (29) ma temeva che sarebbe stata odiata per
l’assassinio dei figli.
La
scusa è l’uccisione delle figlia
Vediamo
la premessa dell’assassinio di Agamennone nrll’ Ifigenia
in Aulide
Quarto
episodio (vv. 1098-1282)
Clitennestra Agamennone
e Ifigenia si incontrano.
La
ragazza piange. Il padre continua a mentire, ma la moglie gli pone la
domanda diretta: è vero che vuoi uccidere nostra figlia? (1131)
Il
padre tenta di eludere la risposta ma poi è costretto ad ammettere.
Clitennestra
lo accusa : hai ucciso il mio primo marito, Tantalo[17] e hai
strappato dal mio seno e sfracellato al suolo il bambino avuto da lui
I
miei fratelli Dioscuri volevano punirti, ma mio padre Tindaro ti
salvò e così mi sposasti. Quindi sono stata una moglie
irreprensibile (a[mempto~
gunhv). Una
fortuna per te: una moglie siffatta è spavnion
qhvreum j (1162)
raro bottino, mentre non c’è spavni~, penuria
di spose cattive.
Ti
ho dato un maschio e 3 figlie: Ifigenia, Elettra,
Crisotemi.
Come
credi che reagirò se me ne toglierai una; quali
sentimenti pensi che avrò, vedendo vuoti i seggi di Ifigenia ?.
Lascerai odio (mi`so~, 1179)
partendo, e al ritorno basterà un lieve pretesto per farti avere
l’accoglienza che meriti.
Allora
Egisto, continua il contadino, promise dell’oro a chi avesse ucciso
l’esule Oreste e diede Elettra in sposa a me, nobile discendente da
Micenei, una famiglia di lamproiv ,
persone distinte, illustri, ma pevnhte"
, e[nqen huJgevnei j ajpovllutai (Elettra,
38) da quando la nobiltà non conta nulla.
Conta
dunque solo il denaro
"il denaro
è l'uomo e nessun povero resta nobile né viene onorato",
sospira Alceo (Fr.360 LP).
Teognide
dovrà scrivere:
"o
Pluto[18],
tu he sei il più bello e desiderato di tutte gli dei,/
con te anche un uomo vile diventa nobile"(Silloge ,
1117-1118).
Questi
portavoce dell'aristocrazia denunciano il punto di vista che diverrà
considerato caratteristico del plebeo arricchito, per quanto si può
ricavare dal Satyricon di
Petronio dove l'ignobile, ricchissimo Trimalcione sentenzia:"assem
habeas, assem valeas; habes, habeberis "(77),
hai un soldo, vali un soldo; hai e sarai considerato. Essendo questo
liberto arricchito un personaggio negativo, è evidente che
l'autore[19] non
condivide l'equiparazione del denaro al valore.
L'altro
maestro di Nerone, Seneca, non crede che il denaro renda nobile
chicchessia:"opes
autem et lenoni et lanistae contingunt; ergo non sunt bona ",
ora la ricchezza può capitare a un ruffiano e a un maestro di
gladiatori; dunque non è un bene (Ep.
87, 15). Così Proust nel descrivere l'aristocratica
finezza dei Guermantes, sottolinea
con ammirazione non il loro potere economico ma il loro stile:"
i Guermantes erano veramente diversi...erano più preziosi
e più rari" (p. 474). Gli atti comuni "fatti da loro,
diventavano graziosi come il volo d'una rondine o l'inclinazione
della rosa sul suo stelo" (p. 475). Molte qualità
dell'aristocratico sono presenti in Robert di Saint Loup:"una
sicurezza di gusto..una nobile liberalità..qualità tutte essenziali
alla aristocrazia che attraverso quel corpo, non opaco e oscuro..ma
limpido e significativo, trasparivano"(447).
Musil
in L'uomo
senza qualità mette
in evidenza che lo stile nobile è contrassegnato dal "senso
della tradizione e di una magnifica negligenza"(p. 269).
Egisto
dunque dà la figliastra a uno privo di forza per prendersi una paura
priva di forza (Elettra,
39)
Se
l’avesse sposata uno di alta condizione sociale- ajxivwm
j e[cwn ajnhr (40) ,
avrebbe risveglisto il sangue versato di Agamennone, e la giustizia
sarebbe arrivata su Egisto. Io non l’ho mai violata nel letto,
Cipride lo sa con me, mi è testimone. aijscuvnomai
ga,r ujbrizein (45-46)
mi vergogno infatti a eccedere prendendo figli di uomini ricchi- ouj
katavxio" gegwv", non
ne sono degno-46-Quest’uomo accetta le convenzioni sociali
Compiango
il mio parente solo a parole to;n
lovgoisi khdeuvont j ejmoiv (47), l’infelice
Oreste, se giunto ad Argo dovesse vedere le infelici nozze della
sorella
Chi
dice che sono nw'ro" (50)
per il fatto che presa in casa una vergine non la tocco, sappia che
invece è tale lui che misura l’essere assennato con metri perversi
di intelligenza ( gnwvmh"
ponhroi'" kavnosin ajnametrouvmeno", v.
53)
Non
capire è considerata una delle massime sventure dai tre
tragici
Un
topos relativo all'intelligenza è quello che condanna la stupidità,
connessa spesso all'empietà: si trova espresso chiaramente
nell'Agamennone[20] di Eschilo dal
protagonista che esita a calpestare il tappeto di porpora:" to;
mh; kakw'" fronei'n-qeou' mevgiston dw'ron[21]"
(vv. 927-928);
quindi
nell'Antigone[22] di Sofocle le
cui parole conclusive, del Coro, ovvero dell'autore che da
questo "cantuccio" si esprime senza "introdursi
nell'azione"[23], contengono
la morale del dramma e presentano la quintessenza del
sofocleismo: "il comprendere (to;
fronei'n[24])
è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario
poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli
dèi (crh;
de; tav g j ej" qeou;" mhde;n ajseptei'n)" [25].
Lo
stesso Creonte, che pure non incarna il pensiero di Sofocle, alla
fine lo capisce:"mh;
fronei'n pleivsth blavbh"
(v. 1051), non comprendere è il danno massimo.
Nelle Troiane,
la lucida follia di Cassandra dichiara che chi ha senno deve evitare
la guerra: “feuvgein
me;n oun crh; povlemon o{sti~ eu\ fronei`”
(v. 400)
Luogo
simile nelle Baccanti[27] di Euripide[28]:"
Essere equilibrati e venerare gli dèi /è la cosa più bella (To;
swfronei'n de; kai; sevbein ta; tw'n qew'n-kavlliston"),
e credo che questo sia anche il bene/più saggio per chi sa farne uso
(vv.1150-1151).
Epicuro
nell’Epistola
a Meneceo afferma:
“to;
mevgiston ajgaqo;n frovnhsi"”
(132, 5), il massimo bene è la saggezza.
Capire
significa anche amare.
CONTINUA
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[13] L'ottima
sposa si presenta, metaforicamente, come un arciere toxovth" che
con il suo arco (tovxon)
mira alla buona reputazione cui si accompagna la felicità
nella culture
of shame
[14] Euripide
sembra indicare l'insufficienza "della cultura di vergogna"
[15] Nell'Elettra di
Euripide il contadino che ha sposato la figlia di Agamennone senza
del resto consumare il matrimonio, dopo avere visto la moglie che
parla con Oreste davanti alla casupola le dice:"gunaikiv
toi-aijscro;n met' ajndrw'n
eJstavnai neaniw'n"
( vv. 343-344), per una donna certo è una vergogna stare fuori con
uomini giovani.
[16] Secondo
Saffo il silenzio assoluto è uno degli effetti del mal d'amore
:" allora
non / è possibile più che io dica niente / ma la lingua mi rimane
spezzata" (fr. 31 LP, vv.7-9).
[17] Un
figlio di Tieste
[18] Il
dio della ricchezza, ovviamente.
[19] "non
ganeo et profligator ut plerique sua haurientium sed
erudito luxu ",
non donnaiolo e dissipatore come la maggior parte di quelli che
scialacquano il patrimonio, ma uomo di raffinata
eleganza, definisce Tacito in Annales XVI,
18, l'elegantiae
arbiter cui
si attribuisce la satira menippea.
[20] Del
458 a. C.
[21] Il
non capire male/ è il dono più grande di dio.
[22] Del 442.
[24] "Con fronei'n,
"saggezza", il coro non allude a qualità teoretiche, come
la conoscenza o la sapienza, ma a un modo di pensare, di sentire e
di agire misurato, equilibrato, improntato al rispetto degli dèi.
Allude a qualità morali" , G. A. Privitera, R.
Pretagostini, Storie
e forme della letteratura greca,
p. 281.
[25] Vv.
1347-1349.
[27] Rappresentate
postume
[28] 485
ca-406 a. C.
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