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martedì 29 gennaio 2019

"Elettra" di Euripide. Parte 2

Frederic Leighton
Electra at the Tomb of Agamemnon

Commento dei primi 59 versi dell'Elettra di Euripide

Recita il prologo il contadino-autourgov"-, un personaggio positivo.
Vedi la “teoria della classe media”

Il contadino prosegue con il racconto dell’antefatto
Il vecchio precettore geraio;" trofeuv" (Elettra, 16) salvò Oreste insidiato da Egisto mandandolo da Strofio, sovrano di Crisa nella Focide. Aveva sposato Anassibia, sorella di Agamennone. Elettra rimase nella casa del padre ed ebbe molti pretendenti mnhsth're" prw'toi JEllavdo" che la chiedevano in sposa (h[/toun) quando la teneva il tempo fiorente della giovinezza-tauvthn ejpeidh; qalero;" ei\c  jh{bh" crovno" (20)
Ma Egisto temeva che la ragazza avrebbe generato a uno di quei valorosi un figlio vendicatore di Agamennone-pai'd  j   jAgamevmnono" poinavtor (22-23) la teneva in casa ei\cen ejn dovmoi" e non la accordava a nessuno sposo oujd j h{rmoze numfivw/ tiniv (23-24)

Stare chiusa in casa era il destino normale della donna comune di Atene
Nella Lisistrata di Aristofane, Cleonice ribatte alla protagonista eponima che lamenta l’assenza delle donne calephv toi gunaikw'n e[xodo" (Lisistrata, 16) è difficile per noi donne uscire. Infatti, spiega, una di noi deve stare china sul marito, l'altra deve svegliare lo schiavo, l'altra mettere a letto il bambino, l’altra lavarlo, l'altra imboccarlo (vv. 17-20).

Cfr. quanto dice la Medea di Euripide

E se con noi che ci affatichiamo in questo con successo,

il coniuge convive, sopportando il giogo non per forza,

la vita è invidiabile; se no, bisogna morire.

Un uomo poi , quando gli pesa stare insieme a quelli di casa,

uscito fuori, depone la noia dal cuore 245

(volgendosi a un amico o a un coetaneo);

 per noi al contrario è necessario mirare su una sola persona (Medea, 241-247).

Nella Danae  di Nevio leggiamo:" Desubito famam tollunt, si quam solam videre in via " (fr. 6 Marmorale) se hanno visto una donna sola per strada, la coprono subito di infamia.
Al modello di moglie chiusa in casa assomiglia la sfortunata Andromaca delle Troiane (del 415) di Euripide:" Io che mirai alla buona fama (ejgw; de; toxeuvsasa[13] th'" eujdoxiva", v.643) /dopo averla ottenuta in larga misura, fallivo il successo (th'" tuvch" hJmavrtanon [14], v. 644 )./Infatti quelle che sono le qualità conosciute di una sposa saggia/io le mettevo in pratica nella casa di Ettore./Là dunque per prima cosa- che vi sia o non vi sia/motivo di biasimo per le donne (yovgo" gunaixivn, v. 648)- la cosa in sé attira/cattiva fama  se una donna non rimane in casa[15],/io, messo via il desiderio di questo, rimanevo in casa (" e[mimnon ejn dovmoi"", v. 650);/e dentro casa non facevo entrare scaltre chiacchiere di donne/, ma avendo come maestro il mio senno (to;n de; nou'n didavskalon, v. 652)/ buono per natura, bastavo a me stessa./E allo sposo offrivo silenzio di lingua[16] e volto/ calmo ("glwvssh" te sigh;n o[mma q& hJvsucon povsei-parei'con", vv. 654-655); e sapevo in che cosa dovevo vincere lo sposo,/e in che cosa bisognava che lasciassi a lui la vittoria" (vv. 643-656).

Per la paura di Egisto della vendetta dei figli di Elettra (Elettra, 23)  cfr. ancora le Troiane dove i Greci decidono di ammazzare Astianatte e cruciali sono i versi con i quali Andromaca li accusa di essere loro i veri barbari: “w\ bavrbar j ejxeurovnte~   [Ellhne~ kakav-tiv tonde pai`da kteivnet j oujde;n ai[tion; (eziologia- discorso sulle cause764-765), o Greci inventori della barbarie, perché uccidete questo bambino che non è colpevole di niente? Ammazzare un bambino per paura di suo padre è la viltà e la barbarie più grande che ci sia.

Poi Egisto voleva uccidere Elettra  per paura che di nascosto-laqraivw"  (Elettra26- generasse dei figli a un nobile. Ma la madre sebbene wjmovfrwn,  crudele, comunque o{mw" (27) la salvò fdalle mani di Egisto
Clitennestra aveva una acusa skh'yin ei\c j per lo sposo morto ammazzato (29) ma temeva che sarebbe stata odiata per l’assassinio dei figli.
La scusa è l’uccisione delle figlia

Vediamo la premessa dell’assassinio di Agamennone nrll’ Ifigenia in Aulide
Quarto episodio  (vv. 1098-1282)
Clitennestra   Agamennone e Ifigenia si incontrano.
 La ragazza piange. Il padre continua a mentire, ma la moglie gli pone la domanda diretta: è vero che vuoi uccidere nostra figlia? (1131)
Il padre tenta di eludere la risposta ma poi è costretto ad ammettere.
Clitennestra lo accusa : hai ucciso il mio primo marito, Tantalo[17]  e  hai strappato dal mio seno e sfracellato al suolo il bambino avuto da lui
I miei fratelli Dioscuri volevano punirti, ma mio padre Tindaro ti salvò e così mi sposasti. Quindi sono stata una moglie irreprensibile (a[mempto~ gunhv). Una fortuna per te: una moglie siffatta è spavnion qhvreum j (1162) raro bottino, mentre non c’è spavni~, penuria di spose cattive.
Ti ho dato un maschio e  3 figlie: Ifigenia, Elettra, Crisotemi.
Come credi che reagirò se me ne  toglierai una; quali sentimenti pensi che avrò, vedendo vuoti i seggi di Ifigenia ?. Lascerai odio (mi`so~, 1179) partendo, e al ritorno basterà un lieve pretesto per farti avere l’accoglienza che meriti.

Allora Egisto, continua il contadino, promise dell’oro a chi avesse ucciso l’esule Oreste e diede Elettra in sposa a me, nobile discendente da Micenei, una famiglia di lamproiv , persone distinte, illustri,  ma pevnhte" , e[nqen huJgevnei j ajpovllutai (Elettra, 38) da quando la nobiltà non conta nulla.

Conta dunque solo il denaro
"il denaro è l'uomo e nessun povero resta nobile né viene onorato", sospira Alceo (Fr.360 LP).
Teognide dovrà scrivere:
"o Pluto[18], tu he sei  il più bello e desiderato di tutte gli dei,/ con te anche un uomo vile diventa nobile"(Silloge , 1117-1118).
Questi portavoce dell'aristocrazia denunciano il punto di vista che diverrà considerato caratteristico del plebeo arricchito, per quanto si può ricavare dal Satyricon  di Petronio dove l'ignobile, ricchissimo Trimalcione sentenzia:"assem habeas, assem valeas; habes, habeberis "(77), hai un soldo, vali un soldo; hai e sarai considerato. Essendo questo liberto arricchito un personaggio negativo, è evidente che l'autore[19] non condivide l'equiparazione del denaro al valore.
L'altro maestro di Nerone, Seneca, non crede che il denaro renda nobile chicchessia:"opes autem et lenoni et lanistae contingunt; ergo non sunt bona ", ora la ricchezza può capitare a un ruffiano e a un maestro di gladiatori; dunque non è un bene (Ep. 87, 15).   Così Proust nel descrivere l'aristocratica finezza dei Guermantes,  sottolinea con ammirazione non il loro potere economico ma il loro stile:" i Guermantes erano veramente diversi...erano più preziosi e più rari" (p. 474). Gli atti comuni "fatti da loro, diventavano graziosi come il volo d'una rondine o l'inclinazione della rosa sul suo stelo" (p. 475). Molte qualità dell'aristocratico sono presenti in Robert di Saint Loup:"una sicurezza di gusto..una nobile liberalità..qualità tutte essenziali alla aristocrazia che attraverso quel corpo, non opaco e oscuro..ma limpido e significativo, trasparivano"(447).
 Musil in L'uomo senza qualità  mette in evidenza che lo stile nobile è contrassegnato dal "senso della tradizione e di una magnifica negligenza"(p. 269).

 Egisto dunque dà la figliastra a uno privo di forza per prendersi una paura priva di forza (Elettra, 39) 
Se l’avesse sposata uno di alta condizione sociale- ajxivwm j e[cwn ajnhr (40)  , avrebbe risveglisto il sangue versato di Agamennone, e la giustizia sarebbe arrivata su Egisto. Io non l’ho mai violata nel letto, Cipride lo sa con me, mi è testimone. aijscuvnomai ga,r ujbrizein (45-46) mi vergogno infatti a eccedere prendendo figli di uomini ricchi- ouj katavxio" gegwv", non ne sono degno-46-Quest’uomo accetta le convenzioni sociali
Compiango il mio parente solo a parole to;n lovgoisi khdeuvont j  ejmoiv (47),  l’infelice Oreste, se giunto ad Argo dovesse vedere le infelici nozze della sorella
Chi dice che sono nw'ro" (50) per il fatto che presa in casa una vergine non la tocco, sappia che invece è tale lui che misura l’essere assennato con metri perversi di intelligenza ( gnwvmh" ponhroi'" kavnosin ajnametrouvmeno", v. 53)

Non capire  è considerata una delle massime sventure dai tre tragici
Un topos relativo all'intelligenza è quello che condanna la stupidità, connessa spesso all'empietà: si trova espresso chiaramente nell'Agamennone[20] di Eschilo dal protagonista che esita a calpestare il tappeto di porpora:" to; mh; kakw'" fronei'n-qeou' mevgiston dw'ron[21]" (vv. 927-928);
quindi nell'Antigone[22] di Sofocle le cui parole conclusive, del Coro, ovvero dell'autore che da questo "cantuccio" si esprime senza "introdursi nell'azione"[23], contengono la morale del dramma e presentano la  quintessenza del sofocleismo: "il comprendere (to; fronei'n[24]) è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi (crh; de; tav  g j ej" qeou;" mhde;n ajseptei'n)" [25].
 Lo stesso Creonte, che pure non incarna il pensiero di Sofocle, alla fine lo capisce:"mh; fronei'n pleivsth blavbh" (v. 1051), non comprendere è il danno massimo.
La stupidità, per farsi rispettare, inventò l’ingiustizia”[26].
Nelle Troiane, la lucida follia di Cassandra dichiara che chi ha senno deve evitare la guerra: “feuvgein me;n oun crh; povlemon o{sti~ eu\ fronei`” (v. 400) 
Luogo simile nelle Baccanti[27] di Euripide[28]:" Essere equilibrati e venerare gli dèi /è la cosa più bella (To; swfronei'n de; kai; sevbein ta; tw'n qew'n-kavlliston"), e credo che questo sia anche il bene/più saggio per chi sa farne uso (vv.1150-1151).
Epicuro nell’Epistola a Meneceo afferma: “to; mevgiston ajgaqo;n frovnhsi"” (132, 5), il massimo bene è la saggezza.  
"La pietà suprema sarà per i Greci l'intelligenza"[29].
Capire significa anche amare.

CONTINUA

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[13] L'ottima sposa si presenta, metaforicamente, come un arciere toxovth" che con il suo arco (tovxon) mira alla buona reputazione cui si accompagna la felicità nella culture of shame
[14] Euripide sembra indicare l'insufficienza "della cultura di vergogna"
[15] Nell'Elettra di Euripide il contadino che ha sposato la figlia di Agamennone senza del resto consumare il matrimonio, dopo avere visto la moglie che parla con Oreste davanti alla casupola le dice:"gunaikiv toi-aijscro;n metajndrw'n eJstavnai neaniw'n" ( vv. 343-344), per una donna certo è una vergogna stare fuori con uomini giovani.
[16] Secondo Saffo il silenzio assoluto è uno degli effetti del mal d'amore :" allora non / è possibile più che io dica niente / ma la lingua mi rimane spezzata" (fr. 31 LP, vv.7-9).
[17] Un figlio di Tieste
[18] Il dio della ricchezza, ovviamente.
[19] "non ganeo et profligator ut plerique sua haurientium  sed erudito luxu ", non donnaiolo e dissipatore come la maggior parte di quelli che scialacquano il patrimonio, ma uomo di raffinata eleganza,  definisce Tacito in Annales  XVI, 18, l'elegantiae arbiter  cui si attribuisce la satira menippea.
[20] Del 458 a. C.
[21] Il non capire male/ è il dono più grande di dio.
[22] Del  442.
[23]Cfr.  A. Manzoni,  Prefazione  a Il conte di Carmagnola .
[24] "Con fronei'n, "saggezza", il coro non allude a qualità teoretiche, come la conoscenza o la sapienza, ma a un modo di pensare, di sentire e di agire misurato, equilibrato, improntato al rispetto degli dèi. Allude a qualità morali" , G. A. Privitera, R. Pretagostini,  Storie e forme della letteratura greca, p. 281.
[25] Vv. 1347-1349.
[26] J. Ortega y  Gasset, Idea del teatro, p. 30.
[27] Rappresentate postume
[28] 485 ca-406 a. C.
[29] M. Zambrano, L'uomo e il divino (1955),  p. 194.

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