Euripide,
gli araldi, i giornalisti, Circe, la ‘ndrangheta e Macbeth
Euripide
assegna agli araldi dei vizi che potrebbero essere attribuiti ai
giornalisti moderni. Negli Eraclidi, il coro dei vecchi
ateniesi afferma che gli araldi ingrandiscono quanto è accaduto
raddoppiandolo e innalzandolo come una torre (pa`si
khvruxi novmo~ di;~ tovsa purgou`n, v. 293). Anche
nell'Oreste, l'araldo Taltibio fa una brutta figura nel
racconto del messo che riferisce a Elettra i discorsi dell’assemblea
di Argo: "Ed ecco si alza Taltibio che con tuo padre
saccheggiava i Frigi. E parlò, lui che è da sempre sottoposto ai
potenti, doppiamente: mostrando ammirazione per tuo padre, ma non
approvando tuo fratello, intrecciando parole buone e cattive, dicendo
che il figlio aveva istituito usanze non buone verso i genitori: e
sempre rivolgeva occhiate ammiccanti agli amici di Egisto.
Siffatta è questa genia: sul carro di quello che ha buona fortuna, saltano sempre gli araldi ( ejpi; to;n eujtuch` phdw`s j ajei; khvruke~): ed è loro amico colui che nella città ha cariche e poteri" (vv. 888-897).
Un poco come i giornalisti di oggi, quasi tutti.
Siffatta è questa genia: sul carro di quello che ha buona fortuna, saltano sempre gli araldi ( ejpi; to;n eujtuch` phdw`s j ajei; khvruke~): ed è loro amico colui che nella città ha cariche e poteri" (vv. 888-897).
Un poco come i giornalisti di oggi, quasi tutti.
Ancora
Euripide contro gli araldi
Si
chiamano araldi (khvruke~),
dice Cassandra nelle Troiane ,
ma sono servi uJphrevtai dei
tiranni e della città (425-426)
Nelle Supplici, Teseo
giudica male l’araldo di Creonte (komyov~[1],
g j oJ kh`rux kai; parergavth~ lovgwn,
v. 426), è sottile l’araldo e artefice di discorsi spropositati.
La
Magna Grecia dalle
parti di Cosenza Andragathìa e
‘Ndrangheta
Dalle
Troiane prigioniere e schiave di guerra è menzionata la Magna
Grecia, ricordata come la terra bagnata dal bellissimo fiume Crati
che scorre vicino a Sibari e tinge le chiome di biondo
(Euripide, Troiane, v. 227).
La regione che questo fiume nutre e rende prospera è una terra di uomini vigorosi (eu[andron ga`n, v. 229, cfr. ‘ndrangheta da ajndragaqiva, coraggio virile).
Ora non datemi del filomafioso per carità: ho solo citato Euripide.
La regione che questo fiume nutre e rende prospera è una terra di uomini vigorosi (eu[andron ga`n, v. 229, cfr. ‘ndrangheta da ajndragaqiva, coraggio virile).
Ora non datemi del filomafioso per carità: ho solo citato Euripide.
La doxa
o reputazione di tanti uomini che non valgono nulla è gonfiata
da altri uomini dal valore negativo: ruffiani strapagati, servi
sottopagati, ciechi di mente incapaci di vedere la verità effettuale
cioè la non latenza.
Può
bastare la puntura di spillo costituita da una parola come- putacaso-
burattino, a sgonfiare la reputazione (doxa) ingigantita da titoli e
cariche di un potere che non è potenza, o da accreditamenti di un
sapere che non è sapienza.
L’apparenza
talora violenta anche verità dice Adimanto, un fratello di Platone
citando Simonide : “to;
dokei`n kai; ta;n ajlavqeian bia`tai” (Repubblica,
365c).
Ma
può succedere pure il contrario.
Nella
mitologia dei Greci in principio c'era il Caos che viene cosmizzato,
ordinato dalla terza e quarta generazione di dèi (Zeus, poi Apollo,
rispettivamente i più rappresentativi)
Il Caos però rimane sempre in agguato con Titani e Giganti, gli eterni nemici dell'ordine, della cultura e della misura. Ogni tanto il disordine ritorna. Si pensi alle guerre, al mattatoio della Storia. Credo che contro tale pericolo si debba stare sempre in guardia.
Non dobbiamo sottovalutare gli errori grossolani di presunti intellettuali, la gaffe di un presidente del Consiglio dei ministri, l'errore di sintassi del ministro, il prossenetismo degli imbonitori pagati a dismisura perché rimbecilliscano la gente e la degradino a feccia triviale.
Il Caos però rimane sempre in agguato con Titani e Giganti, gli eterni nemici dell'ordine, della cultura e della misura. Ogni tanto il disordine ritorna. Si pensi alle guerre, al mattatoio della Storia. Credo che contro tale pericolo si debba stare sempre in guardia.
Non dobbiamo sottovalutare gli errori grossolani di presunti intellettuali, la gaffe di un presidente del Consiglio dei ministri, l'errore di sintassi del ministro, il prossenetismo degli imbonitori pagati a dismisura perché rimbecilliscano la gente e la degradino a feccia triviale.
Tutto
questo non solo fa schifo ma significa che il Caos inteso come
incultura, volgarità, imbecillità, egoismo, sadismo preme sulla
diga e potrebbe dilagare un'altra volta con il volgersi, appunto
circolare, delle stagioni.
Circe
modello di certe madri
Le madri
che danno da mangiare ai figli fino a farli diventare obesi sono come
Circe - hJ
suw'n morfwvtria, Troiane,
437) che dava agli uomini la forma di porci, andrebbero
punite molto severamente. E' un attentato alla salute e alla
bellezza.
Conte,
Macbeth e le fatidiche sorelle
Probabilmente
la notte prima di qualificarsi come "presidente della
Repubblica" il presidente del consiglio aveva sognato the
weird sisters, le streghe del Macbeth che gli
predicevano la promozione.
Non
credo però che Conte troverà mai il coraggio di ammazzare il buon
Mattarella.
[1] Komyav scaltre
sono pure le qhleiw`n
e[ph le
chiacchiere di donne che Andromaca non lasciava entrare in casa
(Troiane,
651). Nelle Rane di
Aristofane, il personaggio di Euripide dice di avere allevato
discepoli come Qhramevnh~
oJ komyov~ (v. 968),
lo scaltro Teramene.
komyeiva,
eleganza. kovmh,
chioma. Komavw ho
i capelli lunghi. Coma,
comatus, chioma, cometa
(komhvth~).
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