Di nuovo
l’Elettra di Euripide. Le mani sporche di sangue
Parla Elettra: “La madre mia
intanto siede sul trono in mezzo al bottino di Troia, e vicino al suo
seggio stanno le ancelle asiatiche, quelle che mio padre portò via
nel saccheggio (e[pers j 316),
avvolte in mantelli dell’Ida (favrh acc
di relazione da favro" -
ou" ) dalle febbie d’oro” - crusevai"
povrpaisin - povrph cfr. peivrw,
trafiggo)
“Inoltre il sangue del padre
nero è marcito ai|ma mevlan
sevshpen - shvpw - (319) sotto il tetto, ma chi lo ha
ucciso, sale sullo stesso carro e se ne va in giro, ed è fiero di
impugnare con le mani lorde di sangue – miaifovnoisi
cersi; gaurou'tai labwvn - 322 - lo scettro con il
quale guidava l’esercito il padre mio”.
La mano dell'assassino è
ricorrente nei drammi dei cupi delitti: gli stessi autori, o gli
ispiratori dei misfatti, rimangono impressionati dalla destra che ha
colpito, oppure ha solo istigato, comunque è rimasta sporca di
sangue.
Versare il sangue a terra è
un peccato irredimibile
Il
coro dell'Agamennone nel
terzo stasimo canta:"una volta caduto a terra - to;
ga;r ejpi; ga'n peso;n a[pax), nero/sangue mortale di quello che prima era un uomo chi/potrebbe
farlo tornare indietro cantando?" (vv. 1019 - 1021)
Nella
Parodo delle Coefore di Eschilo il Coro
canta:" Tutti i canali convogliati in un'unica via, bagnando la
strage che imbratta la mano, correrebbero inutilmente a
purificarla" (vv.72 - 74).
Nella
lamentazione funebre che conclude il primo episodio Oreste ribadisce
:"infatti se uno versa tutti i libami in cambio di una sola
goccia di sangue , vano è il travaglio: così è il detto" (vv.
520 - 521).
Nel Macbeth il
protagonista, dopo che ha assassinato il re, fa: " Will all
great Neptune's Ocean wash this blood clean from my hand?, tutto
l'Oceano del grande Nettuno potrà lavar via questo sangue dalla mia
mano? No, piuttosto questa mia mano tingerà del colore della carne
le innumeri acque del mare facendo del verde un unico rosso (II, 2).
Il
modello di questo passo si trova nella Fedra di
Seneca dove Ippolito, sentendosi contaminato dalla matrigna,
dice:"quis eluet me Tanais aut quae barbaris/Maeotis undis
pontico incumbens mari?/Non ipse toto magnus Oceano pater tantum
expiarit sceleris, o silvae, o ferae! " (vv.715 - 718),
quale Tanai mi laverà o quale Meotide che con le barbare onde preme
sul mare pontico? Nemmeno il grande padre mio con tutto l'Oceano
potrebbe espiare un delitto così enorme. O foreste, o fiere!
Lady
Macbeth in un primo momento afferma che poca acqua basterà a pulire
le mani lordate dal misfatto:"A
little water clears us of this deed "
(II, 2) leggiamo nella tragedia di Shakespeare[1].
Più
avanti la stessa donna che, aizzando il marito al tradimento e al
delitto, era sembrata tanto salda, sospira:"All the perfumes
of Arabia will not sweeten this little hand ", tutti i
balsami d'Arabia non basteranno a profumare questa piccola mano
(V,1).
Un
concetto espresso anche dal Manzoni con parole sante che dovrebbero
venire in mente ai tanti macellai di carne umana di questi ultimi
tempi:" il sangue d'un uomo solo, sparso per mano del suo
fratello, è troppo per tutti i secoli e per tutta la
terra" (Osservazioni sulla morale cattolica , VII).
Nell'ultima
scena dell' Hercules furens l'eroe che impazzito ha
ucciso i propri cari teme che le mani sporche di sangue
non potranno purificarsi mai:"Quis Tanais, aut quis Nilus,
aut quis Persica/violentus unda Tigris, aut Rhenus ferox,/Tagusve
ibera turbidus gaza fluens,/abluere dextram poterit? Arctoum
licet/Maeotis in me gelida transfundat mare,/et tota Thetys per meas
currat manus:/haerebit altum facinus" (vv. 1321 - 1329),
quale Tanai o quale Nilo, o quale Tigri violento per l'onda persiana
o il Reno impetuoso, o il Tago che scorre torbido per l'oro di Spagna
potrà purificarmi la destra? Anche se la gelida Meotide versasse in
me il mare del Nord e tutto l'Oceano corresse per le mie mani,
rimarrà profondamente impresso il delitto.
[1] Una
battuta che nel libretto di Piave del melodramma musicato
da Verdi diventa:" Ve' le mani ho lorde anch'io; poco spruzzo e
monde son" (Macbeth,
I atto).
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