NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 6 febbraio 2019

Contro l'animalismo nemico dell'uomo

Gli animalisti antiumani i quali sostengono che se un orso sbrana un uomo è colpa dell'uomo, peggio per lui, e non bisogna impedire a quella belva di ammazzarne altri nemmeno sedandone la ferocia, questi nemici dell'uomo dunque, mi fanno venire in mente la pretesa della figlia di Latona, Artemide, dea cacciatrice peraltro, la quale impose il sacrificio di Ifigenia, ossia l'uccisione della ragazza figlia di Agamennone che controbilanciasse -ajntivstaqmon (Elettra di Sofocle, 571) l'uccisione di un cervo screziato cornuto (568) da parte del re di Micene che così dovette compiere il crimine orrendo di ammazzare la propria figliola primogenita, poi tanti altri crimini nella successiva guerra di Troia. Durante l'assenza giustamente la moglie tradì l'assassino della figlia assimilandolo al cervo screziato e cornuto.
Ma per Artemide grande madre e maestra degli animalisti attuali, l'unico delitto è stato quello di ammazzare la bestia.

Adesso un poco di letteratura pertinente. Contro chi sostiene che gli uomini non vanno protetti dalle bestie omicide.
Scrivo anche pro domo mea: ho rischiato almeno tre volte la vita, inseguito da grossi cani furibondi . Per fortuna sono un ottimo ciclista e me la sono cavata ma ho ancora paura di certe bestiacce latranti. Alcuni animalisti, miei amici per giunta, sostengono che ho provocato quelle care bestiole. Io procedevo sulla strada, a destra, due volta da solo, un’altra volta ero rimasto solo poiché in salita vado più forte degli altri. Quelli che mi seguivano, in gruppo, non sono stati assaliti siccome certi cagnacci non sono soltanto feroci ma anche vigliacchi. Tra quelli che videro la scena da dietro, da lontano, andavamo da Nauplion a Epidauro, uno si coprì gli occhi per non vedermi sbranato, altri dissero che i cani creature amene e festevoli volevano festeggiarmi. Sì, infatti, risposi, se mi avessero preso mi avrebbero conciato per le feste
Ora la letteratura dunque
Ricordo l’Ecuba di Euripide dove la vecchia regina troiana denuncia la disumanità dei vincitori:"forse il dovere li spinse a immolare un essere umano/presso una tomba, dove sarebbe più giusto ammazzare un bue? (vv. 254-261).
Ma adesso è di moda l’animalismo per cui tanti frustrati seguaci del modo di pensare più inumano, esecrano maggiormente l’uccisione di un cane che quella di un uomo.
Poco più avanti Ecuba, che ha visto morire innumerevoli persone in guerra e nell’eccidio di Troia, supplica Odisseo di non uccidere la figlia Polissena con un verso che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita: " non ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti ( Ecuba, v. 278).

Oggi la vita non viene rispettata come il valore supremo e chi guida le automobili, per esempio, ha praticamente la licenza di uccidere ciclisti e pedoni. Non ne sono morti abbastanza?
Perché  nel femminicidio, giustamente esecrato, non vengono contate le ragazze, le donne incinte e non incinte, le anziane uccise dalle macchine a centinaia ogni anno?

Nelle tragedie di Seneca che inorridiva davanti ai circenses dove l’eterna plebe, nell’epoca di Nerone, assisteva a veri e propri omicidi, godendone,  torna l’abominio dei sacrifici umani che sono gli antecedenti della barbarica pena di morte. L’uomo ha inventato bibbie e bombe: è stato mostruosamente grande quando ha fatto alcune scoperte, ma è diventato un mostro facendone un uso omicida.

Nella tragedia senecana Troiane, Agamennone prende posizione contro lo spietato Pirro che esige il sacrificio di Polissena: " tutto ciò che può sopravvivere di Troia sconvolta, rimanga: è stato fatto pagare abbastanza in fatto di pene, e anche troppo. Non sopporterò che la ragazza figlia della regina muoia, e la sua vita sia donata a una tomba, e  spruzzi di sangue  le ceneri, e  chiamino cerimonia nuziale il crimine atroce di un assassinio: la colpa di tutti i misfatti ricade su me: chi non impedisce un delitto, quando può, è come se lo avesse ordinato” (vv.285-291).
Se deve essere fatto un sacrificio in onore di Achille, continua il dux, "caedantur greges/fluatque nulli flebilis matri cruor " (vv. 296-297), si ammazzino animali del gregge e scorra il sangue che non faccia piangere nessuna madre umana.
Ma adesso le madri umane vengono protette meno delle mamme vacche, delle mamme cagne e delle mamme scimmie. Se amate tanto le bestie, signori animalisti, ci sarà una ragione.


P. S. La vostra disumanità, signori animalisti, mi fa venire in mente quella di Creonte che nell’Antigone vuole lasciare il cadavere di Polinice  “senza lacrime, senza sepolcro, dolce tesoro/per gli uccelli che lo fissano in vista del piacere del pasto" (vv.29-30).

Questo altro atto disumano si può commentare  con un paio di versi di una tragedia dell’elisabettiano Webster: fanno parte della  nenia funebre cantata da Cornelia "in vari modi di follia", sul cadavere del figlio Marcello, ucciso dal fratello Flaminio,:" Chiamate il pettirosso e lo scricciolo, che volano sopra i boschetti ombrosi, e con foglie e fiori coprono i corpi soli al mondo degli insepolti. Chiamate al suo lamento funebre la formica, il topo dei campi e la talpa, che levino mucchi di terra per tenerlo caldo e quando le ricche tombe vengono depredate non soffra danno: ma tenete lontano il lupo, che è nemico degli uomini, altrimenti con le sue unghie li dissotterrerà (But keep the wolf far hence, that's foe to men,/For with his nails he' ll dig them up again)"[1].
Oggi 6 febbraio c’è il sole ho visto dei moscerini, alcuni si sono posati sulla mia mano. Buon segno: non li ho ammazzati, anzi li ho benedetti come angeli, messaggeri della primavera. Ho degli scrupoli anche ad ammazzare gli scarafaggi ma sostengo che la vita umana viene prima di tutto, prima del mercato, del denaro pure prima di quella delle bestie feroci che vogliono sopprimerla. Da queste va difesa. Ora c’è licenza di uccidere il ladro che entra in casa magari sbagliando portone, c’è licenza di ammazzare con l’automobile mentre è considerato un crimine sedare un orso che ha sbranato un uomo. Ecco perché non mettiamo più al mondo i figli. La vita umana, il valore che avvalora tutti gli altri, non vale più niente e la moda dell’animalismo contribuisce a tale svalutazione ultranichilistica

Giovanni Ghiselli 
g.ghiselli@tin.it

Il mio blog  http://giovannighiselli.blogspot.it/     è arrivato a  715954
Queste sono le letture di oggi 6 febbraio 2019 ore 17

Stati Uniti
210
Italia
185
Irlanda
11
Regno Unito
8
Regione sconosciuta
6
Svizzera
6
Russia
6
Germania
5
Brasile
4
Portogallo
3


1 commento:

  1. da "animalista" rispondo. Lo metto tra virgolette perché è impossibile essere difensori degli animali e non degli umani, essendo anche noi animali.
    Se purtroppo è vero che esiste una massa di ignoranti che inneggia allo sterminio umano in favore di cani, gatti, orsi etc., la stragrande maggioranza degli ambientalisti, animalisti, volontari impiegati nel salvataggio e difesa dell'ambiente, certe scempiaggini nemmeno si sogna di pensarle!
    Nel caso citato - immagino quello di Daniza - l'orsa non ha sbranato nessuno, ha ferito un cercatore di funghi perché per sua sfortuna si era imbattuto nei suoi cuccioli. e Badate che l'ha ferito per mandarlo via, perché un orso bruno se vuole uccidere lo fa in pochi secondi. Nessuno si è mai augurato che lo sbranasse, ed è ingiusto averlo colpevolizzato, ma la cola non va nemmneno data né all'orso (una bestia che personalmente ritengo spaventosa) né di certo agli "animalisti", i quali non hanno poteri di legge nei parchi.
    Mi permetto di dichiarare e ribadire che la colpa va data a quelle istituzioni che reintroducono animali pericolosi e non si preoccupano di allertare la popolazione né difenderla con stratagemmi banalissimi, tra cui il divieto di entrare in aree in cui questi animali stanno. E considerate che sono animali monitorati con radiocollari o altro, quindi si sa dove stanno.
    Qui non c'entra l'animalismo, c'entra il buon senso;è come in certe zone marittime del mondo in cui ci sono gli squali e ci sono barriere, cartelli, bagnini che impediscono alla gente di tuffarsi in quei posti.
    Sono molto fiera di far parte delle Guardie Ecologiche Volontarie, perché da una parte difendono animali e ambiente, dall'altra sono seriamente impegnate nella protezione civile, salvando le persone da incendi, terremoti, inondazioni. Questo è l'unico vero animalismo possibile.

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