Gli stipendi scandalosi di Augias e di Fazio

Ripropongo un pezzo su Corrado Augias uscito nel mio blog il 10 dicembre 2016

Corrado Augias, uno di quelli del Sì,  spesso presente nella televisione governativa, scrive: "Siamo nel 9. d.C. L'imperatore Tiberio affida la repressione al generale Quintilio Varo".

Questa esibizione di ignoranza, per lo meno dell'età di Augusto, si trova in “il venerdì di Repubblica” del 9 dicembre 2016 (p. 111)

Fu Augusto (morto nel 14 d. C.) a inviare Varo in Germania dove Arminio, principe dei Cherusci, nel 9 d. C. guidò una rivolta. Varo venne sconfitto e ucciso nella selva di Teutoburgo, il suo esercito fatto a pezzi tribus legionibus cum duce legatisque et auxiliis omnibus caesis.  L’imperatore (Augusto ripeto, non Tiberio che gli succedette nel 14) ne rimase tanto costernato che per diversi  mesi successivi si lasciò crescere la barba e i capelli, e talora batteva la testa contro le porte “vociferans: Quintili Vare, legiones redde!” (Svetonio, Augusti Vita, 23).

Augias, rendi giustizia alla storia per favore!

Benedetto Croce ricorda “le contorsioni e le gonfiature dei suoi[1] letterati e storici celebranti Arminio, e Alarico e gli Ottoni e Barbarossa”[2].

Più avanti (capitolo nono) Croce ricorda che quel paese, la Germania, “non aveva omesso di erigere un gran monumento ad Arminio nella selva Teutoburga”.  

Un mio ex allievo che ora insegna greco latino mi ha scritto su Augias: "è incredibile, e non è nemmeno uno dei peggiori!". E' vero, c'è di peggio. Una volta Mirabella disse in televisione. "dum docunt (sic!) discunt".

Per tali strafalcioni vengono pagati certamente molte volte più di un operaio, di una commessa, probabilmente anche più di un ingegnere, di un avvocato, di un medico.

Platone nella Repubblica (489c) scrive che gli attuali capi politici sono come i marinai che vogliono guidare una nave senza saperlo fare. Attuali come i nostri politici e come i mistagoghi che iniziano alla cultura tipo Corrado Augias.

Oggi 7 febbraio 2018 leggo su “la Repubblica” un articolo di Concetto Vecchio dal titolo: “Stipendi Rai, l’offensiva dei grillini contro Augias. “Ma io faccio ascolti alti”  è la replica del conduttore

La mia controreplica è che io pure faccio ascolti alti, intanto con questo blog poi con conferenze a Bologna e in varie parti d’Italia dove mi reco il più delle volte gratis e a spese mie. Inoltre non dico né scrivo strafalcioni come quello indicato sopra.

Augias secondo me non vale molto e Fazio vale ancora meno: questo prende 2 milioni e mezzo all’anno, quello 370 mila euro

Se costoro fossero bravi come Omero,  Sofocle, Dante, Shakespeare, Leopardi, Dostoevskij, o Mozart, o Nietzsche, compensi del genere potrebbero essere proporzionati a quanto con tale genio si può donare agli uditori o ai lettori, ma sarebbero in ogni modo ricompense immorali, molto immorali dal momento che una donna delle pulizie prende dieci euro all’ora e chi raccoglie i pomodori anche meno. Non credo che il loro lavoro sia meno utile e proficuo di quello dei vari Fazio, anzi.

Il fatto è che tali personaggi strapagati hanno attirato consenso sul potere e hanno ottenuto “ascolti alti” ripetendo luoghi comuni e dando ragione a chiunque venisse invitato, soprattutto Fazio che per giunta sorride in continuazione e suggerisce che la vita è bella. Intanto i giovani sono senza lavoro, i poveri senza casa, e spesso sarebbero anche senza cibo se non fosse per l’aiuto gratuito dato da tanti generosi volontari.

E’ ora di capire tutto questo e di chiudere il televisore quando compaiono certi individui. Sono di cattivo esempio e contribuiscono alla diseducazione

giovanni ghiselli

p. s. questi sono i numeri del mio blog aperto nel febbraio del 2013

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Questi sono i lettori di oggi 7 febbraio 2019 ore 17, 20

Italia	260
Stati Uniti	182
Regione sconosciuta	11
Irlanda	10
Francia	4
Russia	4
Germania	3
Argentina	2
Svizzera	2
Emirati Arabi Uniti	1

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[1] Scilicet del popolo tedesco.

[2] Storia d’Europa nel secolo decimonono (capitolo ottavo che racconta “L’unificazione della potenza germanica e il cangiamento dello spirito pubblico europeo (1870)”)