Raffaello, Platone |
La distribuzione dei beni secondo natura
Nelle Leggi di Platone leggiamo che la condizione moralmente migliore è
quella lontana dalla ricchezza e dalla povertà:"La rappresentazione che
Platone dà dei primordi è quella di una condizione essenzialmente pacifica,
dove non erano ancora ricchi e poveri, e dove la benigna semplicità degli umani
aveva per conseguenza un livello morale più alto"[1]
Vediamo cosa
effettivamente dice l'Ateniese nelle Leggi: "Poveri per questo
motivo non erano, né, costretti dalla povertà, divenivano discordi tra loro; e
nemmeno ricchi divennero mai in quanto privi di oro e di argento - a[cruvsoi te
kai; ajnavrguroi - Nella
società in cui non sia presente né ricchezza né povertà, direi che i costumi
potrebbero essere nobilissimi: infatti violenza, né ingiustizia, né gelosie né
invidie possono nascervi.” (679b - c).
Nella Repubblica Platone aveva suggerito l’idea che la
vita esteriore dell’uomo di governo deve essere tutta astinenza, povertà,
severità. Egli non
conosce vita privata.
I reggitori
ricevono dalla comunità lo stretto necessario per vivere.
I guardiani
non devono avere una oujsiva ijdiva, sostanza propria (416d) se non strettamente
necessaria. Alla loro oi[khsiς kai; tamiei'on, abitazione e dispensa, deve potere accedere chiunque
voglia. Abbiano il necessario sostentamento, solo quanto abbisogni ad ajqlhtai;
polevmou temperanti
e coraggiosi (416 e). Devono vivere in comune, frequentando pasti comuni sussivtia, oro e argento l’hanno nell’anima e
non hanno bisogno di quello umano per il quale sono accadute molte empie cose (polla; kai;
ajnovsia), mentre il
metallo che hanno nell’anima è puro.
Sull’oro - questo
schiavo giallo - sentiamo anche Shakespeare:
“This yellow slave - will knit and break religion - unirà e spezzerà
religioni, bless the accursed, benedirà I
maledetti, make the hoar leprosy adored, farà adorare la lebbra
canuta, place thieves, darà posti ai ladri and give them
title, knee and approbation with senators on the bench (Timone di
Atene, IV, 3, 35 - 38).
Dunque l’oro è " the common whore - allied to polish kurwa lat. carus loving diletto
e costoso - of mankind, comune
bagascia del genere umano"; l'universale mezzana " (IV, 3, 43) che
semina discordia tra la marmaglia delle nazioni.
K. Marx ne i Manoscritti
economico - filosofici del 1844 , commenta il drammaturgo inglese
dicendo che nel denaro rileva:"la divinità visibile, la trasformazione di
tutte le caratteristiche umane e naturali nel loro contrario, la confusione
universale e l'universale rovesciamento delle cose"(p.154).
Torniamo a
Platone Se invece diventeranno proprietari, saranno oijkovnomoi
me;n kai; gewrgoi; ajnti; fulavkwn amministratori della loro roba e contadini
invece che custodi, e odiosi padroni invece che alleati degli altri cittadini despovtai d’ ejcqroi;
ajnti; summavcwn tw'n a[llwn politw'n (Repubblica, 417 b)
Ogni
deviazione da questa educazione e da questo Stato sarebbe degenerazione e
decadenza.
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