NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 20 agosto 2019

Cole felices, miseros fuge (Lucano, Pharsalia, VIII, 487)



L’eunuco malvagio della Pharsalia di Lucano e quello che sbraita con voce stridula le stesse nefandezze nelle televisioni.

Nell’VIII libro della Pharsalia di Lucano  parla uno dei monstra (v. 474) della corte egiziana di Tolomeo XIII, giovanissimo fratello di Cleopatra. Siamo alla fine dell’estate successiva alla battaglia di Farsalo (48 a. C.) nella quale Cesare ha sconfitto Pompeo che è fuggito dalla Tessaglia e dopo varie tappe sta arrivando in Egitto per chiedere asilo e impetrare aiuto.
 I cortigiani dei regnanti Tolomei discutono su come si debba accogliere il perdente. Prevale il parere di Potino:  ausus  Pompeium leto damnare Pothinus (483) che osò condannare a morte Pompeo.
I suoi argomenti sono ascrivibili alla categoria del diritto e la ragione del più forte, anticipata da Tucidide e chiarita completamente da Machiavelli.
Sentiamo questo eunuco di corte dunque il cui nome (poqeinov", “desiderato”) allude a rapporti sessuali abnormi.
 Prima di lui aveva parlato  il vecchio eunuco onesto Acoreus   ricordando i meriti di Pompeo verso il precedente re Tolomeo XII,  la lealtà (fidem) dovuta e i sacra pignora patris (481) e i sacri pegni di amicizia stabiliti tra Pompeo e il padre del fanciullo Tolomeo XIII.
Il malvagio consigliere castrato Potino comincia a parlare screditando la fides. “dat poenas laudata fides, cum sustinet-inquit- quos Fortuna premit” (485-486) la lealtà tanto elogiata fa pagare il fio quando cerca di sostenere quelli che la malasorte schiaccia. Bisogna cioè contribuire a calpestare quelli già premuti dalla cattiva fortuna. Questo mascalzone mi ha fatto venire in mente un giornalista spesso invitato nelle televisioni che con voce da castrato inveisce contro i disgraziati.
Dunque: “Fatis accede deisque,/et cole felices, miseros fuge” (486-487), mettiti a fianco del destino e degli dèi, e onora quelli di successo, stai alla larga dei disgraziati.
Insomma lasciali al largo.  Questo gridano ancora gli eunuchi malvagi.
gianni

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