Michele Battini |
Nel
quotidiano “la Repubblica” di oggi 8 luglio 2019 c’è un lungo articolo (pp. 32
- 33) firmato da Michele Battini intitolato In tempi oscuri ci
illuminano i classici.
Vengono
menzionati diversi autori e personaggi ai quali “ i classici sono sempre
serviti a suggerire immagini drasticamente polemiche nei confronti della vita
presente e del potere”.
Trovo molti
nomi e pochi esempi tratti dai testi degli autori.
Ne riferisco
uno: “Prima dei philosophes, Tacito era già stato apprezzato dagli umanisti.
Guicciardini (Ricordi): “Insegna molto bene Cornelio Tacito a chi vive
sotto a’ tiranni el modo di vivere e governarsi”.
Una
citazione che falsa il testo il quale senza la mutilazione apportata cambia
senso. “Insegna molto bene Cornelio Tacito a chi vive sotto a’ tiranni el modo
di vivere e governarsi prudentemente, così come insegna a’ tiranni e modi di
fondare la tirannide”[1].
Per giunta
in un altro dei Ricordi (110) Guicciardini scrive: “Quanto si
ingannano coloro che a ogni parola allegano e Romani! Bisognerebbe avere una
città condizionata come era la loro, e poi governarsi secondo quello essemplo:
el quale a chi ha le qualità disproporzionate è tanto disproporzionato, quanto
sarebbe volere che uno asino facessi il corso di uno cavallo”.
L’esempio è
la stella polare dell’educazione antica: Seneca sostiene che la via per la
saggezza è breve ed efficace attraverso gli esempi, mentre è lungo il cammino
che passa per i precetti:"longum iter est per praecepta, breve et
efficax per exempla (Epist., 6, 5).
Gli esempi
dunque vanno sempre apposti a un’affermazione soprattutto quando questa è
generica o arbitraria.
Per quanto
riguarda la polemica nei confronti del potere attuale, faccio un esempio
citando diversi autori i quali dicono, ciascuno a suo modo, che maltrattare gli
ospiti e in generale gli stranieri, soprattutto se poveri e bisognosi, è un
comportamento abominevole.
All’inizio del terzo atto dell’Ifigenia in Tauride di Goethe la
protagonista eponima parla con Oreste nel quale ha intanto riconosciuto
un Landsmann (941) un uomo della sua patria dove l’ospitalità
è un dovere sacro nei confronti di chi passa accanto al focolare degli dei. Anche
l’ultimo servo selbst der letzte Knecht è per noi
benvenuto in terra straniera ist uns in fremdem lande hoch wilkommen (943).
Nel quinto
atto Ifigenia si rivela al re della Tauride Toante quale figlia di Agamennone
decisa a rifiutare la funzione di sacerdotessa svolta per anni nicht
Priesterin, nur Agamemnons Tochter. (v. 1822)
Dice di
avere obbedito solo ai genitori e agli dèi, mai al rozzo ordine di un uomo.
Non io
risponde Toante ma ein alt Gesetz un’antica legge ti comanda.
(1831)
Ifigenia
replica: “mi parla una legge più antica: das Gebot, il
comandamento dem jeder Fremde heilig ist, per cui ogni straniero è
sacro”. (1834 - 1836)
Sentiamo quello
che dicono Nausicaa ed Eumeo a
Odisseo
La
principessa dei Feaci Nausicaa, nel VI canto dell’Odissea (207 - 208)
vuole aiutare Ulisse giunto naufrago nell’isola di Scheria e dice queste parole
alle ancelle in fuga spaventate alla vista dello sconosciuto sconciato dal mare
: “ to;n nu`n crh; komevein: pro;~ ga;r Dio;~ eijsin a[pante~ - xei`noiv te ptwcoiv
te, dovsi~ d j ojlivgh te fivlh te”, dobbiamo prenderci cura di lui: da Zeus infatti
vengono tutti gli stranieri e i poveri, e un dono pur piccolo è caro.
Le stesse parole (Odissea, XIV, 57 - 59)
dice Eumeo, il guardiano dei porci di Itaca, quando Ulisse gli si presenta
travestito da mendicante, irriconoscibile, e il porcaio lo accoglie
ospitalmente spiegandogli che non è suo costume maltrattare lo straniero (xei`non
ajtimh`sai), nemmeno
quando ne arriva uno kakivwn più malconcio di lui.
Eumeo dunque aiuta e onora Odisseo,
che presentatosi come un pezzente e irriconoscibile, suscita la sua
compassione:"aujtovn t j ejleaivrwn"(v.389),
perché ho compassione di te, gli dice.
Non dissimile è la situazione di Edipo giunto a Colono cieco e vagabondo,
per giunta malfamato. Teseo, il re di Atene, lo aiuta poiché, dice “so bene di
essere uomo”(Edipo a Colono, v. 567).
Bisognerebbe
che Salvini e la gente come lui leggessero o rileggessro i classici.
Un ultimo
esempio: Orazio nell’Ars poetica prescrive: “vos exemplaria
Graeca/nocturna versate manu, versate diurna” (vv. 268 - 269), voi leggete
e rileggete i modelli greci, di notte e di giorno.
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