Oreste e Ifigenia |
Dedicato agli ospitalissimi amici siciliani e della Magna Grecia
Goethe, Ifigenia
in Tauride
Atto
terzo.
Scena
prima.
Ifigenia.
Oreste
Ifigenia
è riluttante a compiere sacrifici umani secondo la barbara usanza scitica. Per
giunta i due stranieri catturati sono Greci. All’inizio del terzo atto la
sacerdotessa parla con Oreste nel quale ha intanto riconosciuto un Landsmann (941)
un uomo della sua patria dove l’ospitalità è un dovere sacro nei confronti di
chi che passa accanto al focolare degli dei . Anche l’ultimo servo selbst der
letzte Knecht è per noi benvenuto in terra straniera ist uns
in fremdem lande hoch wilkommen (943).
Sentiamo quello che dicono Nausicaa a Odisseo e Eumeo sempre a Odisseo
La principessa dei Feaci Nausicaa,
nel VI canto dell’Odissea (207 - 208) vuole aiutare Ulisse giunto
naufrago nell’isola di Scheria e dice queste parole alle ancelle in fuga
spaventate alla vista di Odisseo sconciato dal mare : “ to;n nu`n crh; komevein: pro;~
ga;r Dio;~ eijsin a[pante~ - xei`noiv te ptwcoiv te, dovsi~ d j ojlivgh te
fivlh te”, dobbiamo prenderci cura di lui: da Zeus infatti vengono tutti
gli stranieri e i poveri, e un dono pur piccolo è caro
Le stesse parole (Odissea, XIV, 57 - 59)
dice Eumeo il guardiano dei porci di Itaca quando Ulisse gli si presenta
travestito da mendicante, irriconoscibile, e il porcaio lo accoglie
ospitalmente spiegandogli che non è suo costume maltrattare lo straniero (xei`non ajtimh`sai), nemmeno quando
ne arriva uno kakivwn più
malconcio di lui.
Eumeo dunque aiuta e onora Odisseo, che
presentatosi come un pezzente e irriconoscibile, suscita la sua
compassione:"aujtovn t j
ejleaivrwn"(v.389),
perché ho compassione di te, gli dice.
Bisognerebbe che Salvini e la
gente come lui leggessero i classici.
Non
dissimile è la situazione di Edipo giunto a Colono cieco e vagabondo, per
giunta malfamato. Teseo, il re di Atene, lo aiuta poiché, dice “so bene di
essere uomo”(Edipo a Colono, v. 567).
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