sabato 17 agosto 2019

L’attore Matteo Salvini

Apprezzo Gad Lerner per il suo antirazzismo morale e intelligente, ma questa volta a parer mio ha reso, senza volere, un servizio a Salvini attraverso L’analisi situata nelle pagine 1 e 4 del quotidiano “la Repubblica” di oggi, 17 agosto 1919.
 L’articolo parte da una filologia non so se gallo-italica o longobarda chiarendo i significati della parola milanese “ganassa”. Poi Lerner attribuisce al ministro fragilità e insicurezze, quindi sensibilità, astuzie e finezze, equilibrismi, capacità di cogliere l’attimo, quindi intelligenza. L’articolo finisce con l’accostamento di Salvini al “mitico Capitan Trinchetto. Si vantava di imprese mirabolanti, le sparava grosse, finché un coro iniziava a canzonarlo col ritornello: “Cala, cala Trinchetto!”. L’estate di Salvini inaugurata al Papeete con “Fratelli d’Italia” in versione dance, potrebbe chiudersi così, più modestamente, con un sano “Cala Trinchetto”. Una chiusa bonacciona tutto sommato.
Io credo che Salvini sia un attore che recita la parte del gradasso. Per entrare nel ruolo si è reso pure piuttosto grasso.
Più semplicemente e sinteticamente di Lerner associo questo Matteo all’attore cui Macbeth giunto  vicino alla propria fine paragona la vita       
«Life is but a walking shadow; a poor player, / That struts and frets his hour upon the stage, / And then is heard no more: it is a tale / Told by an idiot, full of sound and fury, / Signifyng nothing» ( Shakespeare, Macbeth V, 5), “la vita è solo un’ombra che cammina; un povero attore che si pavoneggia e si agita sulla scena nella sua ora e poi non se ne parla più: è la storia raccontata da un idiota, piena di frastuono e di furia, che non significa nulla”.
Il Matteo che ha preceduto questo, dico Renzi, recitava una parte del genere quando aveva su di sé le luci della ribalta.

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