Pietro Testa, Sacrificio di Ifigenia |
Le persone educate sono logocentriche. I barbari maltrattano la parola
Ifigenia in Tauride di Goethe
(1786) e il culto della parola tra i Greci
Mi sento sacerdote di tale culto
Arcade, messo del re scita Toante dice a Ifigenia che gli Sciti non
attribuiscono alcun pregio alle parole: Der Skyte setz ins Reden keinen
Vorzug (164)
E il re meno di tutti am wenigsten der König 165.
Dunque Ifigenia deve andargli incontro con la sua civiltà maggiore e
superiore, quella greca.
Il culto del lovgo~ è greco, la trascuratezza
della parola è barbarie
Isocrate arriva alla
celebrazione quasi religiosa della parola fondatrice di umanità e civiltà:
"ejggenomevnou d j hJmi'n tou' peivqein ajllhvlou~ kai; dhlou'n pro;~ hJma'~
aujtou;~ peri; w|n a]n boulhqw'men, ouj movnon tou' qhriwdw'~ zh'n
ajphllavghmen, ajlla; kai; sunelqovnte~ povlei~ w/jkivsamen kai; novmou~
ejqevmeqa kai; tevcna~ eu{romen, kai; scedo;n a{panta ta; di j hJmw'n
memhcanhmevna lovgo" hJmi'n ejstin oJ sugkataskeuavsa" "( Nicocle[1],
6), ma siccome è connaturata in noi la capacità di persuaderci a vicenda e di
rendere chiaro a noi stessi quello che vogliamo, non solo ci siamo allontanati
dalla vita selvaggia, ma ci siamo riuniti, abbiamo fondato città, dato leggi e
inventato arti, e quasi tutto quanto è stato costruito da noi è stata la parola
a organizzarlo.
La parola
dunque è creatrice e civilizzatrice.
Il prologo
del Vangelo di Giovanni del
resto estende questa considerazione a termini cosmici " jEn ajrch'/ h\n
oJ lovgo", kai; oJ lovgo~ h\n pro;" to;n qeovn, kai; qeo;" h\n
oJ lovgo". ou|to" h\n ejn ajrch'/ pro;" to;n qeovn. pavnta di' aujtou'
ejgevneto, kai; cwri;" aujtou' ejgevneto oujdevn. In principio
erat Verbum, et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum. Hoc erat in principio apud Deum.
Omnia per ipsum facta sunt, et sine ipso factum est nihil (1, 1 - 3), in principio c'era
la Parola e la Parola era con Dio e la Parola era Dio. Questa era in principio
con Dio. Tutto fu fatto tramite lei e senza lei nulla fu fatto.
Quindi il
verbo si fece carne: "kai; oJ lovgo" savrx ejgevneto" (14). Io collego questa
affermazione, del tutto arbitrariamente, alla facundia persuasiva
che attira gli ascoltatori, massime le donne, poiché è in corpo di donna che il
verbo si fa carne.
Rprendiamo
in mano Isocrate per
sottolineare il valore anche etico del lovgo" inteso come parola e come pensiero:
"to; ga;r levgein wJ" dei' tou' fronei'n eu\ mevgiston shmei'on
poiouvmeqa, kai; lovgo" ajlhqh;" kai; novmimo" kai;
divkaio" yuch'" ajgaqh'" kai; pisth'" ei[dwlovn ejstin" ( Nicocle, 7) il
parlare come si deve lo consideriamo segno massimo del saper pensare, e un
discorso veritiero, legittimo e giusto è l'immagine di un'anima buona e leale.
Queste parole celebrative del logos, tornano, come espressioni liturgiche,
nell’Antidosis (255). Entrambe le orazioni giungono a una
conclusione che indica nella potenza della parola l’unico mezzo per trasformare
il pensiero in prassi: “eij de; dei' sullhvbdhn peri; th'~ dunavmew~ tauvth~
eijpei'n, oujde;n tw'n fronivmw~ prattomevnwn eurhvsomen ajlovgw~ gignovmenon,
alla; kai; tw'n e[rgwn kai; tw'n dianohmavtwn aJpavntwn hJgemovna lovgon o[nta,
kai; mavlista crwmevnou~ aujtw'/ tou;~ plei'ston nou'n e[conta~”, se si deve tirare le somme su
questa potenza, troveremo che nulla di quanto è fatto con intelligenza viene
fatto senza la parola, ma che anzi la parola è guida delle azioni e dei
pensieri tutti, e che si avvalgono soprattutto di essa quelli che hanno la più
grande capacità di pensiero[2].
"Sicché il Logos, nel suo doppio
significato di parola e di pensiero, diventa per Isocrate il "symbolon",
il contrassegno della paideusis"[3].
Non solo
dell’educazione ma anche della duvnami~ dell’uomo.
Il ragazzo
che ha studiato bene, con buoni insegnanti, possiede, prima di tutto, una
facoltà di eloquio superiore a chi non ha fatto studi altrettanto buoni e ben
guidati.
Platone afferma che
parlare male, fa male all'anima. Lo fa dire a Socrate nel Fedone :" euj ga;r i[sqi…a[riste Krivtwn, to; mh; kalw'"
levgein ouj movnon eij" aujto; tou'to plhmmelev"[4], ajlla; kai; kakovn ti ejmpoiei'
tai'" yucai'"" (115
e), sappi bene…ottimo Critone che il non parlare bene non è solo una stonatura
in sé, ma mette anche del male nelle anime.
La parola, se usata "malamente", con cattiveria e pungente acrimonia,anche se dice il vero può causare un tale male in chi la subisce, talvolta, inenarrabile.
RispondiEliminaGesù è Via, Verità e Vita, il binomio " Verità/Vita" sono, a parer mio, i lemmi fondanti il Cristo o Logos o verbum Colui che serve a stabilire la verità e si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti.
Bellissimo Blog, da leggere e rilegge...
Grazie Professore