NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 28 giugno 2024

Argomenti della lectio magistralis che terrò il 29 giugno al Festival dei Filosofi lungo l’Oglio.


 

L’ umanesimo  è amore dell’umanità, della vita e della natura.

 

 

Il sapere non è sapienza se non arriva a conoscere il Bene (Platone, Repubblica, 505 a-b).

Se conoscessimo tutto tranne l’idea del bene-dice Socrate-questo sapere non ci gioverebbe a nulla.

 

 

Umanesimo è avere coscienza di essere uomo (Sofocle, Edipo a Colono,  v.567)

 

Umanesimo è adoperarsi per il bene comune  (Seneca, Epistulae ad Lucilium, , 60, 4)

 

Umanistica  è la cura della parola che è pure cura dell’anima (Platone Fedone, 115 e)

 

 

Necessità dello studio della storia (Cicerone, Orator, 120)

 

 

L’uomo come segno di contraddizione: Socrate, Cristo e diversi altri.

 

I sacrifici umani  quali segni di antiumanesimo (in Eschilo: Agamennone;  in Euripide: Troiane- Ecuba- Ifigenia tra i Tauri- ; in Lucrezio: De rerum natura).

 

Gratitudine e ingratitudine (Teognide, Euripide,  Senofonte).

 

Umanesimo è anche la capacità di mettersi nei panni degli altri con la compassione (L’Umorismo di Pirandello).

 

Diversi miti nascono dalla compassione suscitata da un bambino abbandonato  dai genitori. L’infante poi diventa un uomo eccezionale –(Edipo, Mosé, Romolo etc.)

 

 La filosofia nasce dal meravigliarsi  (Platone Teeteto e  Aristotele Metafisica)

 

 

Una forma di umanesimo è evitare ogni eccesso ( Scritta delfica, quindi  Erodoto, Euripide, Orazio).

 

Argomento della seconda parte: l’amore della natura.

 

Nell’età ellenistica la natura diventa il paradiso perduto che  gli uomini civilizzati vorrebbero ritrovare.  L’esempio antico dei giardini pensili trovati da Alessandro Magno a Babilonia e dei santuari in mezzo alla natura come gli oracolo di Dodona, di Delfi, e il tempio di Poseidone a Capo Sunio. Il luogo ameno di Olimpia.

 

 

I poeti ellenistici sono “postfilosofici” (Bruno Snell).  Sono anche postpolitici perché non scrivono con la prospettiva di un popolo colto che li ascolta o li legge come gli autori dell’Atene democratica del V secolo. Devono piacere ai loro committenti dai quali dipendono.

 

 Teocrito,  Callimaco e i loro epigoni romani.

 

Le querce vocali di Dodona (Odissea, Prometeo incatenato, Trachinie)

 

Umanesimo dell’idiota di Dostoevskij, il  principe Lev Nikoljevič Myškin.

 

 

p. s

Domani esporrò i contenuti di questo percorso al festival dei Filosofi lungo l’Oglio di Brescia

 

Bologna 28 giugno 2024 ore 11, 45 giovanni ghiselli

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