Rispose senza scomporsi come chi mente per abitudine e con metodo: “Hai ragione. Mi sono confusa. Del resto, se ti avessi tradita con quello, sarei stata attentissima a non sbagliarmi sul conto di lui”.
“Non avrà contato tutte le volte”, pensai.
Quindi si mise a correre lungo la spiaggia. Fece qualche decina di metri, poi si fermò e si girò gesticolando per significarmi che dovevo seguirla. Mi incamminai lentamente perché non avevo voglia di andarle vicino. Ma quella rimase ferma e dovetti raggiungerla non senza disgusto. Mi fissava con occhi spalancati dalla meraviglia, come per dirmi: “che cosa aspetti? Non vedi che sono qui tutta per te, solo per te?”
Quando fui arrivato tanto vicino da udirla bisbigliare, disse: “gianni, facciamo l’amore. Ne ho tanta voglia. Ti prego, ti prego, ti prego”
“No, qui non si può”-risposi- c’è gente, anche dei bambini. Non mi va di dare scandalo.
Ma la bugiarda, intesa solo a farmi scordare l’oltraggio, insisteva: “Ti prego, andiamo nell’acqua”.
“No, è troppo fredda”
“Allora dentro un capanno oppure imbuchiamoci sotto un moscone o un mucchio di sabbia. Non ne posso più dalla voglia”.
“Io invece non ne ho”.
“Te la faccio venire io”.
Voleva coprire la propria scelleratezza con questa ostentazione frenetica e falsa di insopprimibile libido.
Mentre pensavo questo mi lasciai cadere sulla sabbia per darle un segno di totale impotenza.
Ma quella prese il gesto sconsolato per un invito erotico e mi saltò sopra. I genitori portarono via in fretta i bambini. Ifigenia mi saltò sopra e sedette sul mio costume rivolgendo uno sguardo sfacciato verso il mio viso che aveva impresso un dolore profondo, quindi mi afferrò le spalle con entrambe le mani e si mise a scuoterle mentre canticchiava un’arietta che voleva essere allegra mentre risuonava lugubremente nell’anima mia desolata. La poveretta aspettava di essere incoraggiata con un gesto affettuoso ma io oltretutto ero troppo schiacciato e aderente alla sabbia umida per muovermi.
Dopo un paio di minuti divenne aggressiva: smise di canticchiare, iniziò a pizzicarmi le braccia, quindi a scuoterle per distogliermi, immagino, dal male che pensavo di lei.
Intanto la spiaggia sotto il monte Ardizio si stava abbuiando e si era fatta deserta.
Visto che seguitavo a non reagire, Ifigenia a un tratto si inferocì: con la mano destra prese una mamciata di sabbia e me la scaglio sul viso
Bologna 4 giugno 2024 ore 11, 54 giovanni ghiselli
p. s.
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