NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 13 giugno 2024

Ifigenia CCI. La notte di novembre sul mare.


 

La nuova collega  da corteggiare, Lucia era giovane molto anche lei: aveva una decina di anni meno di me e tutto da imparare. Non era una bellezza  ma si era costruita uno stile che la impreziosiva. Soprattutto aveva una forza espressiva che la distingueva in meglio da molte altre, compresa Ifigenia. Il suo aspetto mi ricordava quello delle donne di casa mia e la mia stessa facies.

Ifigenia si accorse subito che la guardavo con interesse e disse: “ti piace perché ti assomiglia: tu sei malato di narcisismo”. C’era qualcosa di vero. Aveva di speciale gli occhi grandi e lunghi, carichi di una luce densa e indecifrabile da Sfinge. Un taglio finnico-mongolico e pure mediterraneo.

All’epoca commentavo l’Edipo re di Sofocle e iniziavo a leggere Thomas Mann. Studiavo molto soprattutto per impressionare la nuova apprendista che mi chiedeva spesso consigli su come interessare gli allievi. Avevo già allora un repertorio discreto e lo accrescevo, lo miglioravo ogni giorno.

Ifigenia intanto si demotivava sempre più rispetto alla scuola e a me stesso, nondimeno mi pesava addosso come l’Etna su Encelado e tutte le volte che muovevo le membra stanche per liberarmi, colei preponderava tutta sul mio povero corpo oppresso e schiacciato.

Ricordo una notte di fine novembre: solo nell’autostrada guidavo la bianca Volkswagen ancora ammaccata. Ero partito a mezza la notte dopo avere studiato La morte a Venezia per raccontarlo ai miei scolari e alla professoressa tirocinante Lucia. Sulla strada pioveva e c’era nebbia. “Novembre è il più crudele dei mesi-pensai-altro che aprile. Essere nato in uno di questi giorni privi di luce e di calore mi ha spinto ad amare il sole, le donne, la vita variopinta. Ascoltavo da un nastro il preludio del Guglielmo Tell di Rossini: mi sembrava la traduzione in musica di una galoppata trionfale. Mi infuse ottimismo.

I beni, pensavo, sarebbero arrivati al momento giusto come era già accaduto. La terra luminosa e fiorita, l’estate nuda incoronata di spighe, magari anche Lucia si sarebbe arrivata svestita a festa per venire a trovarmi un giorno o l’altro rendendomi beato.

Quando arrivai a Pesaro intorno alle due di notte andai subito a vedere il mare il cui desiderio a Bologna talora mi fa sgorgare le lacrime quando lo vedo al cinema.

Quella notte però non ritrovavo il paradiso pesarese come l’avevo rimpianto negli ultimi mesi. Una bruma fredda spirata dalla valle del Foglia copriva quasi tutta la rena e si stava allungando tenebrosamente sul mare. Tuttavia ancora appariva la luna che quella sera era piena ed era in grado di inviare un sorriso sulla distesa marina che ne immillava le luce con le sue increspature. Pensai a Helena la maxima domina: “tibi rident aequora ponti”.

C’era una marea molto bassa, sicché camminando si poteva arrivare vicino agli scogli scabri della barriera senza bagnarsi. Quei macigni bianchi, coperti in parte di alghe versi e mitili neri, mi fecero tornare in mente le rocce nude, i boschi e i prati della valle di Fassa quando al biancheggiare della luna brillano policromi nelle notti serene di primavera e tutt’intorno freme la vita che rinasce nel greto del fiume, nei miti declivi già coperti di erba, negli erti pendii dei boschi, e muove i primi passi incerti anche nei dirupi scoscesi ancora chiazzati di neve. Dopo qualche minuti andai a dormire contento, nella casa dove alloggiavo già da bambino, a pochi metri dal mare i cui aliti mi infondevano gioia fin dai primi anni di vita.

 

Bologna 13 giugno 2024 ore 17, 35 giovanni ghiselli

 

p. s.

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Ricordo con simpatia   Françoise Hardy, che accompagnò e consolò il mio periodo di frustrazione dolore e solitudine quando eravamo entrambi molto giovani, non ancora ventenni, e lei cantava con delicatezza, con garbo,Tous les garçons et les filles… facendomi pensare a Il passero solitario di Leopardi, a me stesso e che c’erano anche ragazze carine come lei prive e bisognose di amore e di compagnia. Questo im incoraggiò e mi aiutò. Ciao ragazza. E ti sia lieve il suol!

gianni

 

 

  

 

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