E’ l’epinicio argivo eseguito eseguito durante la festa di Era.
Questa Ode celebra Teèo, Palaisthv~, lottatore vincitore nella lotta.
Questo cittadino argivo si era distinto negli agoni panellenici di Delfi, Corinto e Nemea e costituiva un vanto per la città. Questa pitica celebra tutta la sua carriera agonistica.
.
L’ode inizia con una celebrazione della città di Argo e dei suoi miti.
A partire da Epafo, Danao suo discendente le Danaidi sue figlie. Dalle Danaidi si arriva a Eracle loro discendente. La prima triade presenta un catalogo di glorie argive.
I miti di Argo sono collegati a quelli di Tebe: Anfitrione di Argo andò a Tebe con Alcmena e là nacque Eracle.
Argo è la città sede di Era e dell’eroe Danao.
Nell’Oreste di Euripide il messo chiama Argo città delle Danaidi (876).
Vediamo la Strofe 1
O Cariti cantate la
città di Danao dal trono splendente e delle cinquanta ragazze,
Argo, degna sede di Era: rifulge di virtù innumerevoli
Grazie a gesta coraggiose.
Grandi quelle di Perseo riguardo alla Gorgone Medusa.
Perseo era figlio di Danae fecondata da Zeus che la impregnò entrando nella sua prigione in forma di pioggia d’oro. Il padre di Danae, il re di Argo Acrisio, l’aveva fatta rinchiudere in una torre per paura di un figlio che fosse nato da lei e l’avrebbe ucciso secondo un oracolo. Perseo sarà bisnonno di Eracle.
Molte città vennero fondate
per mano di Epafo
Questo era figlio di Zeus e di Iò la figlia del re argivo Inaco perseguitata dalla gelosia di Era come si legge nel Prometeo incatenato di Eschilo.
Né sbagliò Ipermestra
Tenendo la spada nel fodero oggetto di una decisione isolata monovyafon-
Ipermestra fu l’unica delle 50 sorelle a non ammazzare il marito Linceo
Questo aggettivo si trova anche in Eschilo Supplici 373 a proposito del re argivo Pelasgo che secondo il coro delle Danaidi potrebbe decide re da solo mentre fa votare il popolo.
Questa corrispondenza del termine inesistente in altri testi del periodo può indurre a pensare che la Nemea X sia successiva alle Supplici eschilèe della fine degli anni Sessanta.
Il mito delle Danaidi con la sola Ipermestra che non ammazza il marito si trova anche nel Prometeo incatenato di Eschilo: mivan de; paivdwn i{mero~ qevlxei to; mh;-ktei`nai suvneunon (865-866), una sola delle ragazze il desiderio sedurrà a non ammazzare lo sposo. Segue una valanga di miti. Non li vedremo tutti e arriveremo presto a quello di Polluce e Castore, un esempio di amor fraterno che mi sta a cuore, come ho sempre amato quello di Antigone.
Bologna 5 giugno 2024 ore 20, 01 giovanni ghiselli
Pindaro Nemea X.
Antistrofe 1, Epodo 1.
Antistrofe 1
Diomede rese un giorno immortale la bionda Glaucopide;
Diomede figlio di Tideo e di Deipile figlia di Adrasto aveva dunque origini materne argive. Ad Argo il suo culto era associato a quello di Atena, Era onorato come Dio anche a Turi e a Metaponto. Nell’Iliade ferisce Atena (V canto) e uccide Reso facendo strage di Traci con Odisseo (X )
La terra a Tebe folgorata dai dardi di Zeus
inghiottì il vate figlio di Ecle
nube di guerra
Il figli e Ecle, Annfiarao era un buon indovino e un valido combattente. Quando sparì dentro la terra Adrasto disse: “poqevw stratia`~ - ojfqalmovn- (Olimpica VI, Epodo 1) mi manca l’occhio dell’esercito.
Nei Sette a Tebe di Eschilo leggiamo queste parole del messo a proposito di Anfiarao: “non vuole sembrare ottimo, ma esserlo,/raccogliendo frutti dal solco profondo della mente/dal quale germogliano saggi consigli” (592-594).
E (Argo) primeggia da tempo in donne dalle belle chiome
Zeus rese chiara questa fama scendendo su Alcmena e su Danae
Le quali si incinsero di Eracle e Perseo
E al padre di Adrasto e a Linceo
Accordò frutti della mente con retta giustizia
Talao era il padre di Adrasto e Linceo lo sposo di Ipermestra
Epodo 1
E nutrì l’asta di Anfitrione. Il dio eccelso in beatitudine
entrò nella stirpe di lui , quando in armi di bronzo-Anfitrione-
sterminò i Teleboi, simile a lui nell’aspetto
il re degli immortali entrò nella reggia
portando l’impavido seme di Eracle, la cui sposa
nell’Olimpo è Ebe, la più bella tra le dèe
accostata alla madre Era che tutto compie
Questo mito è raccontato nell’Amphitruo di Plauto: Giove prese le sembianze di Amphitruo che combatteva contro i Teleboi, una popolazione dell’Acarnania e mise incinta Alcmena di Eracle.
Bologna 6 maggio 2024 ore 10, 26 giovanni ghiselli
Pindaro Nemea X
Strofe 2 Antistrofe 2
Angusta è la mia bocca per narrare
Tutte le nobili glorie di quante il recinto sacro- tevmeno~- di Argo
ha parte: è grave affrontare
La sazietà degli uomini.
Ma desta comunque la lira delle belle corde
e prenditi cura delle lotte: l’agone duro
spinge il popolo al sacrificio di buoi
per Era. E al giudizio delle gare
lo muove Teeo il figlio di Ulia: là vincendo due volte
Teeo ottenne l’oblio delle fatiche favorevoli eujfrovnwn povnwn.
tevmeno~: Nella Pitica II Siracusa è definita tevmeno~ [Areo~ recinto sacro di Ares
Delle fatiche favorevoli si dimentica facilmente lo spossamento ricordando la gioia che ci ha procurato il successo conseguito attraverso gli sforzi
Antistrofe 2
Anche a Pito un giorno egli vinse
l’ellenica schiera, giunto con sorte benigna
e sull’Istmo e a Nemea conquistò la corona
e alle Muse diede da arare
tre volte ottenendo il successo alle porte del mare
e tre sulla sacra pianura nella norma di Adrasto
Vengono ricordate altre vittorie di questo atleta negli agoni panellenici: a Delfi, a Corinto-la città dai due mari- bimarisve Corinthi di Orazio (Carm, I, 7, 2) sull’Istmo, a Nemea.
Nella Nemea VI i poeti vengono chiamati: “aratori, coltivatori delle Pieridi”(.32)
E’ una metafora agraria e pure sessuale: chi ara semina anche, e i poeti mettono incinte le Muse che poi partoriscono i loro figlioli: le poesie.
La giovane donna amata che misi incinta nel 1974 non partorì la bambina che aspettava. Dovetti sostituirla io come Musa dando alla luce la nostra storia.
Zeus padre, le cose che egli desidera nell’animo, la bocca le
tace; ma ogni compimento delle opere è in te,
ed egli chiede non chiede un favore con temerarietà
senza che il cuore ne soffra.
Bologna 5 giugno 2024 0re 17, 08 giovanni ghiselli
Pindaro Nemea X. Epodo 2, strofe 3, antistrofe 3
Epodo 2
Canto cose note al dio e le conosce chi gareggia
per le vette delle gare: Pisa ha quella suprema
istituzione di Eracle. Dolci canti celebrarono Teèo
due volte come preludio nelle feste ateniesi,
il frutto dell’olivo giunse in terra cotta nel fuoco
al popolo prode di Era nei fianchi istoriati dei vasi.
Semplificando: I premi vinti da Teeo costituiti da ceramiche decorate e orci pieni di olio vennero portati ad Argo.
Pisa è Olimpia.
Strofe 3
Segue spesso, o Teèo, la stirpe illustre dei vostri
Avi materni l’onore agonale
Con le Grazie e con i Tindaridi
I Tindaridi sono Castore, figlio di Leda e Tindaro, e Polluce figlio di Leda e Zeus. infatti questi fratellastri sono chiamati anche Dioscuri- figli di Zeus.
Se fossi congiunto di Trasiclo e Antia
Sarei ritenuto degno di non nascondere in Argo la luce
degli occhi. Per quante vittorie fiorì, questa città
di Preto nutrice di cavalli nella valli di Corinto
e presso i giudici di Cleone!
Trasiclo e Antia sono due antenati di Teèo. Le gare nelle valli di Corinto sono le Istmiche
Cleone è la città che gestiva i giochi Nemei prima che passassero sotto la giurisdizione di Corinto e Argo.
Preto in seguito a una contesa con il fratello Acrisio lasciò Argo e andò prima in Licia poi Tirinto, tuttavia nella tradizione è detto spesso re degli Argivi (cfr. Iliade, VI, 158-159)
Strofe 3
Quattro volte da Sicione tornarono coperti d’argento
con coppe di vino
e da Pellene ammantate le spalle da morbide lane.
Ma non è possibile calcolare
Il bronzo infinito – troppo tempo per fare i conti-
che Clitore e Tegea e le alte città degli Achei
e il monte Liceo presso lo stadio di Zeus
posero in palio per la corsa
da vincere con forza di piedi e di mani.
Sicione è sul golfo di Corinto, Pellene pure è sul golfo, più a est di Xylocastro, Clitore e Tegea sono interne, in Arcadia e anche il monte Liceo.
Il Peloponneso per chi volesse fare un giro in Grecia, è la parte più autentica dell’Ellade. Oltre la meraviglia di Olimpia che è uno dei luoghi più belli del mondo con un museo meraviglioso, e la suggestione di Micene, e il teatro di Epidauro dove si svolge un festival simile a quello siracusano, meno conosciuto è un bellissimo tempio dorico dedicato ad Apollo Epicurio, alto tra i monti del centro, tra Messenia e Arcadia.
Un altro aspetto che mi attira dell’isola di Pelope è la quasi totale assenza di turisti stranieri.
Ho nominatio Xylocastro perché il centro è una piazzetta con tavoli all’aperto dove i Greci adulti mangiano e bevono dalle 10 di sera fin oltre mezzanotte e tante bambine e bambini giocano lieti. Ci si allieta a guardarli.
Bologna 5 giugno 2024 ore 18, 50 giovanni ghiselli
Pindaro Nemea X
Epodo 3
Castore e il fratello Polideuce giunsero ospiti da Pamfae
E non è meraviglia che sia connaturata a buoni atleti la stirpe: poiché
custodi di Sparta dalle ampie contrade
essi si occupano della florida sorte degli agoni con Hermes ed Eracle
prendendosi cura di uomini giusti.
Certo è fida la stirpe degli dèi.
Euripide nelle Baccanti-882-888- fa cantare al coro nel III stasimo:
“Si muove lentamente, ma comunque
è sicura la forza
divina: - “oJrma`tai movli~, ajll j {omw~
pisto;n to; qei`on”
raddrizza tra i mortali
quelli che onorano la stoltezza
e con folle opinione
non glorificano la potenza degli dèi”
Strofe 4
Scambiandosi con vece alterna la vita
Passano un giorno presso il loro padre
Zeus. l’altro nelle profondità della terra
Nelle valli di Terapne
Presso Sparta, un luogo di culto dei Dioscuri-cfr, qerapeuvw-
compiendo sorte uguale: poiché
questa vita per sempre scelse Polideuce, piuttosto che essere completamente dio e abitare in cielo
quando Castore combattendo moriva.
Omero scrive: “a vicenda a[llote vivono un giorno per uno, a vicenda a[llote muoiono” (Odissea, XI, 303)
Lo ferì Ida, adirato in modo particolare per i buoi,
con la punta dell’asta di bronzo
I Dioscuri fecero razzia di buoi con i cugini figli di Afareo Ida e Linceo i quali se li tennero tutti. I Dioscuri reagirono come vedremo.
Antistrofe 4
Dal Taigeto aguzzando lo sguardo
Linceo vide Castore seduto sul tronco
di una quercia
Di quello tra tutti i terrestri
Lo sguardo era il più acuto.
Il nome Lugkeuv~ è connesso a quello della lince- luvgx- felinomdalla vista acutissima.
Con piedi veloci arrivarono subito gli Afaretìdi –figli di Afareo-
E velocemente meditarono un’azione enorme
E subirono una reazione tremenda per mano di Zeus:
subito infatti giunse il figlio di Leda-Polluce- che li inseguiva;
ma quelli stettero contro presso la tomba del padre.
Epodo 4
Divelta di là una statua di Ade, pietra levigata,
la scagliarono sul petto di Polluce
ma non lo schiacciarono
né lo respinsero: avventatosi con il giavellotto veloce ,
Polluce spinse il bronzo nei fianchi di Linceo.
Zeus avventò contro Ida un fulmine di fuoco fumante
Insieme bruciarono nella solitudine. E’ una gara dura
per gli uomini contendere con i più forti.
Strofe 5
Subito il Tindaride tornò
dal forte fratello
e lo trovò non ancora morto,
bensì mentre rabbrividiva rantolando con l’ultimo fiato.
Versando lacrime calde con gemiti
levò la voce: “Padre Cronide, quale sarà la fine
delle pene? Anche per me, signore,
assegna la morte con questo.
L’onore si allontana dall’uomo
privato dei suoi cari:
pochi i mortali nella sofferenza restano fedeli
Antistrofe 5
a condvidere la pena. Così
parlò; Zeus gli andò davanti
e pronunciò queste parole: “Sei mio figlio,
ma poi accostatosi a tua madre l’eroe suo sposo
stillò seme mortale, costui; ma, avanti,
tra queste possibilità ti concedo la scelta:
se fuggendo la morte
e la vecchiaia odiosa
tu vuoi abitare l’Olimpo con me
e con Atena e Ares dalla nera lancia
Epodo 5
puoi avere questa sorte; se invece per tuo fratello
lotti e pensi di condividere l’uguaglianza in ogni cosa,
metà tempo puoi respirare stando sotto terra
e metà nelle dimore d’oro del cielo.
A queste parole non pose doppio consiglio nella mente,
ma sciolse gli occhi, poi la voce di Castore
dalla cintura di bronzo”.
Questo mito torna in vari autori tra cui Teocrito (Dioscuri, 22) che non segue sempre la narrazione pindarica praticando la oppositio in imitando.
Per esempio il casus belli in Teocrito non è il furto dei buoi bensì il rapimento delle figlie di Leucippo fidanzare dei figli di Afareo da parte dei Dioscuri (137- 140).
Nei Fasti di Ovidio
Belle sono le parole di Polluce che prega Giove di dare a Castore metà della propria natura immortale.
“ ‘Iamque tibi, Pollux, caelum sublime patebat,
cum mea-dixisti- percipe verba pater:
quod mihi das uni caelum , partire duobus:
dimidium toto munere maius erit’ ”
dixit et alterna fratrem statione redemit” (V, 715-719)
E a te ormai Polluce, si apriva il cielo sublime,
quando dicesti: “ascolta le mie parole, padre:
il cielo che dai a me solo dividilo tra due:
la metà per me sarà più grande del dono intero”
Disse e riscattò il fratello con questo alternarsi nel luogo di sosta.
Entrambi sono stelle che aiutano i naviganti in pericolo.
Concludo ricordano che i Dioscuri sciolgono i nodi dell’intreccio della tragedia Elena apparendo quale coppia di fratelli e dei ex machina alla fine del dramma di Euripide.
Bologna 6 maggio 2024 ore 12, 49 giovanni ghiselli
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