NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 2 giugno 2024

Pindaro Pitica I Epodo 4 e Strofe 5.

(Il Fenicio vinto ha visto)
Quali sofferenze patirono domati dal comandante dei Siracusani.
un disastro che dalle rapide navi gettò nel mare la gioventù
 tirando fuori la Grecia  - JEllavd  j da un grave servaggio.
 
La Grecia- JEllavd  j può intendesi come Magna Grecia e anche come la madre patria di tutti i Greci nel senso che Cartaginesi ed Etruschi se avessero sconfitto e sottomesso i Siracusani avrebbero seguitato a espandere il loro potere e la loro
cultura. Per quanto riguarda questa, furono piuttosto i Greci e conquistare culturalmente l’Europa attraverso il tramite della lingua latina.
Cfr. Orazio:"Graecia capta ferum victorem cepit et artes/intulit agresti Latio”.  Epistole , II, 1,  vv.156-159)
 
 
Avrò da Salamina la gratitudine degli Ateniesi
come compenso, e a Sparta racconterò la battaglia davanti al Citerone
dove si esaurirono i Medi dagli archi ricurvi,
ma presso la sponda dell’Imera  ricco di acqua
canterò, dopo averlo composto, un inno per Dinomenidi
tributo che ricevono per il loro valore
subìto dagli uomini battuti.
 
La battaglia davanti al Citerone è quella di Platea dove i Greci, soprattutto gli Spartani guidati da Pausania batterono nel 479 l’esercito terrestre dei Persiani comandati da Mardonio. Il Citerone è anche la montagna dove si svolge la catastrofe di Penteo fatto a pezzi  dalla propria madre e dalle zie, menadi infuriate che capeggiavano  le Baccanti di Euripide.
 
Stofe 5
Se parli in maniera opportuna,
stringendo in breve i termini di molti argomenti minore è il biasimo
 che ti tocca dagli uomini  poiché la sazietà penosa
debilita le rapide speranze, e udire il racconto delle nobili imprese altrui
pesa nel segreto del cuore dei cittadini.
 
Pindaro dunque sconsiglia il dilungarsi negli autoelogi e pure negli elogi in genere.
Anche il poeta che celebra il committente deve essere denso e intenso.
“La poesia fonda la sua potenza sulla compressione. Poeta in tedesco si dice Dichter, colui che rende le cose dicht (spesse, dense, compatte). L’immagine poetica comprime in un’istantanea un momento particolare caratteristico di un insieme più vasto, catturandone la profondità, la complessità, il senso e l’importanza” Hillman,   La forza del carattere, p. 70.
 
Ma in ogni modo non abbandonare le azioni belle,
poiché l’invidia è meglio del compianto:
guida l’esercito con timone giusto:
forgia la lingua sull’incudine della verità.
 
Cfr. Carducci - Rime Nuove, Congedo (vv. 19-21)
Il poeta è un grande artiere,
Che al mestiere
Fece i muscoli d’acciaio
 

p. s.
A proposito di  forgia la lingua sull’incudine della verità” (Pindaro, Pitica I, ultimo verso della strofe 5. Cfr.  oltre il già citato Congedo di Carducci anche Orazio nell’Ars poetica. Il poeta augusteo riferisce un suggerimento di Quintilio Varo:  correggere due o tra volte le imperfezioni, e se questo non basta: “delere iubebat-et male tornatos incudi reddere versus” (Ars, 440-441) ordinava di annientare i versi forgiati male e ribatterli sull’incudine.

Bologna 3 giugno 2024 ore 12, 27 

giovanni ghiselli


p. p. s.
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