La nazionale di calcio è il correlativo sportivo di una nazione
I calciatori della nostra nazionale non fanno gol come tanti, troppi dei nostri politici chiacchieroni non fanno centro con le parole nei loro sproloqui.
Tanto correre su e giù; tanto parlare e straparlare per nulla.
Non ho mai amato il calcio quanto il ciclismo. Tuttavia mi piacque molto Italia Germania 4 a 3 nel lontano giugno dei venticinque anni miei e di Gigi Riva. Ero al Motel Palace di Cittadella e concludevo il primo anno di insegnamento.
Quella sera saltai sulla poltrona. Sentivo che si preparavano anni belli per la mia vita. Vedevo in quei calciatori la volontà che avevo dovuto trovare in me stesso per diventare un bravo insegnante-educatore durante l’inverno passato in solitudine in un motel fuori dalle mura di Cittadella.
Guardando quella partita arrivai a prevedere le cose belle e buone che mi aspettavano, se la forza della volontà non mi fosse venuta meno.
Belle donne e cari amici avrei trovato. Nella piazza centrale di Padova sarei andato a vivere, mi sarei abilitato al greco e al latino poi sarei tornato a Bologna dove le zie mi avevano comprato un appartamento.
In luglio, ogni anno, di nuovo Debrecen con gli amici per fare nuove amicizie.
Del resto anche ieri davanti alla bischeraggine inconcludente di quei calciatori ho reagito con il proposito di seguitare a mirare con tutte le forze al meglio di me per comunicarlo a quanti vorranno servirsene.
Vecchio sono vecchio ma dura e forte è la vecchiaia mia. Perfino un po’ cruda. Un giorno sono nato e un giorno morirò. Il più tardi possibile spero e in buona salute fino alla penultima ora. Dopo l’ultima, la trasfigurazione e tutti i miei cari: i consanguinei, le amanti amiche, le amiche non amanti e gli amici, mi accoglieranno nel loro tiaso festoso, nella loro confraternita santa.
Bologna 30 giugno 2024 ore 9, 52 giovanni ghiselli
p. s.
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