La mattina seguente contammi i denari e constatammo che se si voleva arrivare a Bologna senza chiedere l’elemosina, non potevamo più dormire in un letto né mangiare seduti nemmeno in una bettola infima. Avevamo sessantaduemila lire necessarie quasi tutte per la benzina.
A Nauplion l’inedia e il pensiero della nostra carestia non ci tolsero la voglia di fare una nuotata nel mare sfavillante di luce che diffusa copiosamente dalle mani generose del Sole attraversava l’acqua facendo brillare i sassi del fondo, le schiene iridate del pesci e i dorsi spinosi dei ricci. In queste creature marine a dire il vero vedevo del cibo. Putroppo imprendibile,
Il corpo di Ifigenia che guizzava snella e armoniosa come una Nereide stimolò ancora di più la mia voglia di vivanda. “Inattenuata restava la fame crudele, e vigoreggiava implacato l’ardore della gola” [1].
Mi venne in mente il desiderio di cibo dell’empio Erisittone
Un bisogno naturale, se rimane insoddisfatto a lungo diventa innaturale.
In parole povere avrei voluto mangiarla, magari dopo averla fiocinata in un modo o in un altro
Quando uscimmo dall’acqua non potei trattenermi dal mordere una delle sue cosce carnose.
Molte sono le cose tremende ma la più tremenda è la fame.
Bologna e luglio 2024 ore 10, 38 giovanni ghiselli
p. s Statistiche del blog
Sempre1594614
Oggi124
Ieri379
Questo mese1605
Il mese scorso13707
Nessun commento:
Posta un commento