NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 24 luglio 2024

Viaggio in Grecia 2024. Decima parte. Da Egion a Pesaro. Il traghetto in ritardo di due ore e il treno di quattro

L’ultima pedalata da Egion a Patrasso fu breve, quaranta chilometri scarsi. La mente oramai era tutta volta al viaggio di ritorno. Temevo di passare un’altra nottata tragica disteso sul pavimento e senza sacco a pelo per giunta: lo avevo lasciato incustodito in uno sgabuzzino e non l’avevamo ritrovato. Del resto pagarne la custodia richiedeva un esborso maggiore che comprarlo nuovo.

Restava il fatto che senza la cabina con le provvidenziali coperte rischiavo di soffrire il freddo fino ad ammalarmi, data la mefitica aria condizionata che soffia e imperversa in tutti gli ambienti del traghetto. Fummo fortunati e trovammo una cabina anche a buon mercato. La nave quando vi salimmo era quasi vuota. 

Di sera contemplai il sole che si immergeva nel mare, lo pregai, quindi andai con Alessandro nel self service non senza essermi premunito dal gelo dell’aria condiziona con vestiti autunnali, come quando entro in un supermercato per rifornirmi di cibo. Non bazzico altri negozi, nemmeno al cinema vado, a meno che sia all’aperto, nonostante sia un cinefilo, tanto aborrisco l’aria condizionata. Dovrebbe essere lasciata una scelta in modo che quanti sono freddolosi possano evitarla.
La mattina al risveglio trovai il traghetto pieno di ragazze e ragazzi. Erano tedeschi e forse atleti di squadre come la pallacanestro o la pallavolo tanto erano alti. Erano carini: giocosi e non chiassosi. Le femmine pur essendo di tipo amazzonico erano sorridenti e talora perfino e adorne leziose. Comunque attraenti.

Arrivammo ad Ancona (qui a Pesaro diciamo 'in Ancona') con un ritardo che non ci permise di prendere il treno individuato se fossimo arrivati in orario. Potevamo ancora prendere l’ultimo regionale delle 22,25. Eravamo digiuni dalla mattina e a Pesaro avremmo trovato almeno una pizzeria aperta fino all’una di notte.
Ma il treno a quell’ora non era ancora sul binario. Lo trovammo verso le due con ritardi di almeno 90 minuti diffusi tra tutti i convogli.
Perché scrivo questo? Per denunciare i disservizi nei trasporti pubblici che sono frequenti e non si è mai sicuri di prendere una coincidenza. Le frecce rosse costano molto più dei regionali e non sono più puntuali, oltre il fatto che non vi possono entrare le biciclette. In conclusione arrivammo a Pesaro intorno alle tre della notte quando ogni locale era chiuso da un pezzo.
Sperai di trovare qualche rimasuglio nel mio frigorifero. Avevo lasciato nel freezer un pezzo di formaggio, nel frigo una bottiglia di vino altoatesino e fuori dal frigo un vasettino di acciughe.
Mentre aspettavamo in treno una buona Samaritana pugliese ci aveva dato un pezzo di pane.
Non potemmo sfamarci ma almeno placare il bisogno di cibo quel tanto necessario perché ci lasciasse dormire.
La mattina seguente i saluti, le congratulazione reciproche tra il giovane e il vecchio, l’augurio che ci sarebbero stati altri giri della Grecia - la prossima volta Delfi, Parnaso, Atene, Epidauro - si disse, e tanti saluti.
 
Pesaro 25 luglio 2024 ore 11, 50 
giovanni ghiselli
Fine del viaggio in Grecia
Sono 17 pagine in tutto. Un numero che a me non porta sfortuna. Casomai ai miei nemici

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