Ancora sulla necessità della conoscenza della storia: il suo nesso con la
poesia
Non mi trovo d’accordo con Aristotele quando afferma che “la
poesia è più filosofica e importante della storia poiché la poesia dice
piuttosto l'universale, la storia invece il particolare" (Poetica ,
1451b).
Giambattista
Vico afferma che "la storia romana si cominciò a
scrivere da' poeti"[1], quindi utilizzando un passo di Strabone[2] (I, 2, 6) sulla continuità tra l'epica ed
Ecateo, aggiunge :"prima d'Erodoto, anzi prima d'Ecateo
milesio, tutta la storia de' popoli della Grecia essere stata scritta da' lor
poeti"[3]
Un giudizio apprezzato da Pavese:"Ciò
che si trova di grande in Vico-oltre il noto-è quel carnale senso che la poesia
nasce da tutta la vita storica; inseparabile da religione, politica, economia;
"popolarescamente" vissuta da tutto un popolo prima di diventare mito
stilizzato, forma mentale di tutta una cultura"[4]
[1] Nevio (280-201) scrisse il Bellum Poenicum, in saturni,
con la prima guerra punica Ennio (239-169) gli Annales in
esametri, con la seconda quando la storiografia statale era solo annalistica.
Ndr.
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