domenica 28 aprile 2019

Sulla storia: Aristotele, Vico, Pavese e gianni ghiselli. non chiacchiere ma citazioni


Ancora sulla necessità della conoscenza della storia: il suo nesso con la poesia

Non mi trovo d’accordo con Aristotele quando afferma che  “la poesia è più filosofica e importante della storia poiché la poesia dice piuttosto l'universale, la storia invece il particolare" (Poetica , 1451b).
  Giambattista Vico  afferma  che "la storia romana si cominciò a scrivere da' poeti"[1], quindi utilizzando un passo di Strabone[2] (I, 2, 6) sulla continuità tra l'epica ed Ecateo, aggiunge  :"prima d'Erodoto, anzi prima d'Ecateo milesio, tutta la storia de' popoli della Grecia essere stata scritta da' lor poeti"[3]
Un giudizio  apprezzato da Pavese:"Ciò che si trova di grande in Vico-oltre il noto-è quel carnale senso che la poesia nasce da tutta la vita storica; inseparabile da religione, politica, economia; "popolarescamente" vissuta da tutto un popolo prima di diventare mito stilizzato, forma mentale di tutta una cultura"[4]



[1] Nevio (280-201) scrisse il Bellum Poenicum, in saturni, con la prima guerra punica Ennio (239-169) gli Annales in esametri, con la seconda quando la storiografia statale era solo annalistica. Ndr.
[2] 64 a. C.-20 d.C. Ci è pervenuta la Geografia in 17 libri.
[3] La Scienza Nuova , Pruove filologiche, III e VIII. 
[4] Il mestiere di vivere , 30 agosto 1938.

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