Se il 10% dei miei allievi delle classi scolastiche dove ho insegnato non mi avesse ascoltato, avrei smesso di insegnare.
Oggi apprendo che alle regionali ha votato il 43% degli aventi diritto.
Quindi nessuno degli eletti dalla maggioranza di una larghissima minoranza di cittadini ha vinto le elezioni.
Sicché dovrebbero dimettersi invece di cantare vittoria. Farebbero una figura più bella che gridando triumphum come fece il bambino di sei mesi in Foro Holitario mentre un bue nel Foro Boario era salito al terzo piano di un edificio e di là si era gettato giù atterrito dal tumulto degli inquilini (Livio, XXI, 62, 2), prodigi infausti precedenti la sconfitta del Trasimeno (217 a. C.). a Roma fu ordinato un lettisternio dopo questi orrendi annunci di futuri danni. Dopo il Trasimeno, Canne.
Le elezioni di ieri conclamano la diffusa coscienza della morte di questa cosiddetta democrazia liberale rivelatasi nei fatti un ipercapitalismo. che ha ridotto all’indigenza la maggior parte dei lavoratori e alla miseria, perfino alla semischiavitù, un’altra parte non piccola di donne, uomini e bambini. Persone vessate che costituiscono insieme la maggioranza del popolo italiano. Dunque il regime attuale non è una democrazia che significa “potere del popolo”, anzi secondo Aristofane, che la critica a suo modo, addirittura “strapotere” della massa trainata da demagoghi guerrafondai.
Oggi comanda una ristretta oligarchia servita da politici eletti dalla minoranza che si sente rappresentata da questi funzionari dell’ultracapitalismo attuale. La maggioranza non va più a votare, siccome nessun politico la rappresenta mentre i sedicenti e cosiddetti electi ex optimis celebrano il loro falso trionfo cum adclamantium turba. (Svetonio, Vita di Claudio, 27)
Bologna 25 novembre 2025 ore 9, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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