Tu tibi molestus es. Quid velis, nescis” (21, 1), tu sei molesto a te stesso. Non sai quello che vuoi. Vides ubi sit posita felicitas, sed ad illam pervenire non audes, vedi dove è situata la felicità, ma non osi
raggiungerla.
La vita mondana e quella del saggio differiscono nella fonte della luce: la prima è colpita da illuminazione esterna fulgore extrinsecus veniente percussa est, e chiunque le si frapponga la coprirà di densa ombra crassam illi umbram faciet quisquis obstiterit; la vita del saggio suo lumine inlustris est (21, 2) splende di luce propria.
Andato nel giardino di Epicuro, leggerai scritto: “ hospes, hic bene
manebis, hic summum bonum voluptas est (21, 10), ospite qui starai bene, qui il sommo bene è il piacere.
Il custode ospitale e benevolo ti offrirà polenta e acqua che saziano e dissetano, quindi dirà in in hac voluptate consenui , tra questi piaceri sono diventato vecchio.
Sui desideri sregolati che bisogna raffrenare e reprimere ti dico: ista voluptas naturalis est, non necessaria, tale piacere è naturale, non necessario ( per esempio scegliere cibi costosi)
Huic nihil debes, si quid impendis, voluntarium est, a questo non devi niente, se spendi qualcosa dipende dalla tua volontà.
Venter non est molestus creditor: parvo dimittitur, si modo das illi quod debes, non quod potes. Vale (21, 11). Il ventre non è un creditore molesto: si comgeda con poco, se solo gli dai quanto devi, non quanto puoi. Stammi bene.
Bologna 24 novembre 2025 ore 13, 12 giovanni ghiselli
p. s.
Personsalmente piuttosto che spendere 50 euro, per una cena, mangio con venti e gli altri trenta li do in elemosina. In strada Maggiore giacciono sotto i portici su degli stracci dei vecchi coperti di di stracci, e non si addormentano per il freddo e la fame.
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