domenica 30 novembre 2025

Seneca Epistola 23. Uomini uomini e uomini bambini.


 

Mihi crede, verum gaudium res severa est (23, 4), credimo la vera gioia è una cosa seria.

Quodcumque invecticium gaudium est, fundamento caret (5) ogni gioia che viene da fuori è priva di fondamento.

Dissīce et conculca  ista quae extrinsecus splendent, quae tibi promittuntur ab alio vel ex alio; ad verum bonum specta et de tuo gaude (6) fai a pezzi e calpesta queste cose che splendono da fuori che ti vengono promesse dall’uno o dall’altro; considera solo il vero bene e gioisci di quanto sta in te.

Si potrebbe obiettare che la luce del sole è extrinseca; a chi lo facesse risponderei che il suo fulgore invece brilla dentro chi lo ama.

 

Ita dico: in praecipiti voluptas  stat , ad dolorem vergit nisi modum tenuit, qiesto affermo: il piacere si trova sull’orlo dell’abisso, vira verso il dolore a meno che abbia osservato la giusta misura (6)

Pensate ai piaceri di mangiare, di bere, di riposare: se sorpassano il modus in rebus diventano vizi e danni

Il vero bene proviene ex bona conscientia, ex honestis consiliis, ex rectis actionibus, ex contemptu fortuitorum, ex placido vitae et continuo tenore unam prementis viam (7) dalla buona coscienza , dai propositi onesti, dalle azioni rette, dal disprezzo degli accidenti casuali, dal tenore calmo e costante  di una vita che cammina su una sola via.

Si tratta del metodo o la mevqodo~ che contiene oJdov~, “via”,

 Cfr. il fuoco artista che procede metodicamente alla creazione degli Stoici.

Zenone interpretò la fuvsi" come un artista che crea coscientemente: è pu'r tecniko;n oJdw'/ badivzon eij" gevnesin (Zenone SVF. II, 411, 422, 1134), il fuoco artista che metodicamente procede alla creazione.

 

 I più casu quodam transmittuntur, suspensi et vagi (7) sono trasportati dall’ evento e sono incerti e instabili.

Pochi seguono un loro corso ceteri eorum more quae fluminibus innătant, non eunt sed feruntur (8) i rimanenti sono  come le cose leggere che galleggiano sui fiumi, non procedono ma sono trascinati.

Cfr. gli uomini-uomini che sono come le stelle fisse in Siddharta di H. Hesse. Gli altri sono uomini bambini leggeri trascinati dal vento.

Segue la consueta massima di Epicuro: possum tibi vocem Epicuri tui reddere et hanc epistulam liberare (dall’obbligo della sentenza finale): molestum est semper vitam inchoare (…) male vivunt qui semper vivere incipiunt, è fastidioso essere sempre all’inizio della vita (…) vivono male chi principiano sempre a vivere. Rimanere bambini per tutta la vita è cosa peggiore che invecchiare ha scritto Pavese.

Seneca conclude con queste parole

Quidam ante vivere desiērunt quam inciperent (23, 11), alcuni hanno cessato di vivere prima di cominciare. Ne ho incontrati molti dappertutto

Bologna 30 novembre 2025 ore 11, 50 giovanni ghiselli

p. s.

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