sabato 22 novembre 2025

La storia di Päivi 28. L’ultima telefonata di Päivi. L’Istituto di cultura italiana a Helsinki.


Durante la mia ultima notte nel monolocale di  Yväskylä, alle quattro, Päivi mi telefonò da Oulu, da casa di Jussi, dicendo che senza di me non poteva dormire, e che non aveva ancora deciso se tenere la nostra bambina.

Le mancavo, anzi soffriva, pensando che io ero in Finlandia, eppure parecchio lontano da lei.

“Torna qui” le risposi. “Io posso, anzi devo rimanere in Finlandia altri tre giorni. Io ti amo”.

“Anche io ti amo”, replicò lei “ma domani devo entrare in ospedale per le analisi”.

“Che cosa pensi di fare?”.

“Ancora non ho deciso. E’ difficile Gianni, è molto difficile, e nessuno mi aiuta”.

“Se vuoi, ti raggiungo”.

E’ meglio di no. Ciao, Gianni, ti amo molto”.

“Ciao. Domani mattina partirò da casa tua; poi mi fermerò due giorni a Helsinki, da quel simpatico Kalle, che abbiamo conosciuto a Debrecen. Telefonami là, magari. Ti amo molto anche io”.

Il giorno seguente andai a cercare Kaisa, l’amore dell’estate 1972, nella facoltà dove era assistente. Volevo parlare con lei. Si fece negare, poi mi scrisse che non aveva potuto fare diversamente siccome era già abbastanza chiacchierata dalle linguacce dell’università

 Quindi, nel pomeriggio del tutto desolato, partii da Yväskylä in treno, e, due giorni dopo, da Helsinki con l’aeroplano.

Il giorno precedente la partenza andai nell’Istituto di cultura italiana e chiesi del direttore che mi ricevette cordialmente e mi fece i complimenti per essere già di ruolo alle superiori a Bologna. Gli dissi che avrei iniziato in ottobre e che mi sarebbe piaciuto arrivare nel suo Istituto giacché ero molto interessato alla Finlandia. Dentro di me pensavo: “Non si sa mai cosa può accadere con Päivi e nostra figlia”. Prendevo tempo pur sapendo che difficilmente ce ne sarebbe stato dell’altro. Ma bisogna sempre essere pronti siccome la sorte è capricciosa e pure Päivi lo era.  Mi vennero in mente le parole dette da Amleto all’amico Orazio : “the readiness is all (Hamlet, V, 2), essere pronti è tutto. “Eppure tante volte non basta” aggiunsi di mio

Noi due e pure la bambina dalla nascita incerta eravamo spinti da una forza enormemente superiore alle nostre umane: quella della Necessità che con mani d’acciaio volge l’asse dell’universo con tutti i movimenti del cielo e della terra.

Ananche ci aveva fatto incontrare a Debrecen in luglio, quindi aveva imbastito il nostro amore, e in settembre ci separava disfacendo la tela tessuta durante quel mese fatato o fatale, o forse soltanto sognato.

 Decidi tu lettore. Fatto sta che Päivi e io oggi abbiamo in comune soltanto questa storia che sto scrivendo. Che non è poco comunque siccome è bella:  piena di amore e di dolore.  Una storia umana.

Bologna 22 novembre 2025 ore 13, 49 giovanni ghiselli.

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