C’è
chi si dice cristiano e pretende di decretare la morte per mare dei
profughi. Veri e propri sacrifici umani auspicati da sedicenti
cristiani che calunniano il Cristo del Nuovo Testamento.
Odiosa
è la sapienza di chi infama gli dèi
Cfr. Pindaro, Olimpica
IX, 37-38: to;
loidorh`sai qeou;~ ejcqra; sofiva, ingiuriare gli dèi è
odiosa sapienza.
Nell’Eracle di
Euripide il figlio di Alcmena dice di non credere ai miti che
raccontano gli adultèri degli dèi. Il dio, se è veramente dio, non
ha bisogno di nulla (1341 ss.) e questi sono miserabili racconti di
aedi.
Nell’Ifigenia
tra i Tauri ,
la protagonista rifiuta la credenza che Artemide gradisca i sacrifici
umani. Non è possibile che Leto, la compagna di Zeus abbia partorito
tanta stupidità (tosauvthn
ajmaqivan,
387). Giudico non credibili (a[pista
krivnw)
anche i conviti di Tantalo[1] agli
dèi, che questi abbiano goduto del pasto del figlio, e ritengo che
la gente di qui, una razza assassina di uomini,
attribuisca alla dea la loro malvagità (to;
fau`lon, 390).
Infatti
credo che nessuno tra i numi sia cattivo ( oujdevna
ga;r oi\mai daimovnwn ei\nai kakovn, v.392).
Cfr.
Seneca Ep.
95, 49: “Quae
causa est dis bene faciendi? Natura. Errat si quis illos[2] putat
nocere nolle: non possunt”.
Buoni
sono gli dèi e noi uomini dovremmo essere simili a loro
Espressioni
di umanesimo, di amore per l’umanità
Simile
a quella degli dèi dovrebbe essere la natura degli uomini: “membra
sumus corporis magni. Natura nos cognatos edidit,
cum ex isdem in eădem gigneret; haec nobis amorem indidit mutuum et
sociabiles fecit. Illa aequum iustumque composuit;
ex illius constitutione miserius est nocere quam laedi, ex illius
imperio paratae sint iuvandis manus. Ille versus et in pectore et in
ore sit:
Homo
sum, humani nihil a me alienum puto
Ita
habeamus: in comune nati sumus. Societas nostra lapidum fornicationi
simillima-a una volta di pietre- est, quae, casura nisi in
vicem obstarent, hoc ipso sustinetur (Seneca, Ep.
95, 52-53)
Il
verso citato è il 77 dell’Heautontimorumenos di
Terenzio.
Si
possono ricordare in questa categoria umanistica anche il v. 523
dell’Antigone:" ou[toi
sunevcqein ajlla; sumfilei'n e[fun",
(v. 523), certamente non sono nata per condividere l'odio, ma
l'amore. "Esiste un umanesimo greco, al quale dobbiamo opere
come l'Antigone di
Sofocle, una delle più alte tragedie ispirate a quest'atteggiamento;
in essa, Antigone rappresenta l'umanesimo e Creonte le leggi disumane
che sono opera dell'uomo"[3]. Quindi
il v. 567 dell’Edipo
a Colono di
Sofocle ("e[xoid j
ajnh;r w[n",
so di essere un uomo.
Poi Socrate che nel Gorgia 509c dice a Callicle: “essendoci due mali, il commettere ingiustizia e il subirla, noi diciamo che maggior male è commetterla, minore subirla (duoi`n ou\n o{ntoin, tou` ajdikei`n te kai; ajdikei`sqai, mei`zon mevn famen kako;n to; ajdikei`n , e[latton de; to; ajdikei`sqai.
[2] Gli
dèi
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