Leopardi, Dialogo di Tristano e di un amico
(1832):"Amico mio, questo secolo è un secolo di ragazzi, e i pochissimi
uomini che rimangono, si debbono andare a nascondere per vergogna, come quello
che camminava diritto in un paese di zoppi".
Sussiste questo costume ostile all’invecchire
imparando molte cose. Mi associo alla critica leopardiana recentemente
rinnovata da Fusaro con il termine “puerocrazia”, sebbene non creda che ai pueri possa derivare alcun kratos da queste sceneggiate che
cominciano a ripetersi e presto stuccheranno.
Ho sempre sentito molta simpatia per i
giovani. Ho dedicato la mia vita a educarli e mi sono anche lasciato educare da
loro.
Le ragazze e i ragazzi, è vero, ci insegnano
tante cose e ci curano l'anima, ma hanno pure, come noi, come tutti, un gran
bisogno di ascoltare e di imparare: homines
dum docent discunt.
Ora invece vengono presentate
quali profetesse di verità delle adolescenti-prima Greta svedese, e ieri, sull’onda
imitativa, Francesca italiana- due ragazzine
che dovrebbero anche ascoltare e fare domande oltre dire opinioni rispettabili, ma, necessariamente,
data l’età acerba e la scarsa esperienza di vita di studi di tutto, poco elaborate e
circostanziate, poco applicate a fatti reali, presenti e passati.
Il rischio grande è che passi
il messaggio: non c'è bisogno di studio e di esperienza per capire tutto e
svelare gli arcana imperii, fare
uscire l’alétheia dalla latenza
compresa nella parola e non sempre abbastanza negata dall’alfa privativo.
Credo piuttosto che dietro
tale proposta puerocratica, che inganna prima di tutti le ragazze e i ragazzi,
si celi questo arcanum imperii:
celebriamo l'inesperienza e l'imperizia degli adolescenti in maniera che tutti
i giovani arrivino a pensare che il successo giungerà dall’alto inopinato e
impreparato senza che sia necessario "insudare molto nelle cose" e
sui libri. Così nessuno si accorgerà più dell'ignoranza e della disonestà di chi
ci governa, ci manipola e ci deruba.
Saluti
gianni
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