NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 13 maggio 2019

De falso credita et ementita calefactione orbis

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Siamo arrivati quasi a metà del mese che una volta era il più bello, il maggio odoroso, lieto di mille voli di uccelli contenti, sonoro di canti festosi di giovani donne. Dall'inizio di questo maggio depravato invece fa freddo e incombe un buio opprimente. I fiumi esondano come nei novembri più tetri e rovinosi. Ebbene, c'è chi continua a blaterare di "riscaldamento globale". Non so se in buona fede per insensibilità fisica e cecità mentale, oppure in malafede per lucro.
Costoro, mentecatti o delinquenti o entrambe le cose, mi ricordano quanti negano lo sterminio degli Ebrei, o dicono che l'hanno voluto ed effettuato gli stessi Ebrei, siccome Hitler era un ebreo.
Ieri pioveva a dirotto e invece di salire in bicicletta sui colli a benedire la bella stagione e osservare e ringraziare il sole al tramonto come facevo nelle calde aulenti sere dei rossi maggi profumati in anni passati, quando ragazze gentili danzavano in piazza e saltavan  sui prati, ieri sera dopo lo studio sono andato a correre sotto i portici, sopra pavimenti bagnati, fangosi, rischiando di scivolare e rompermi l'osso del collo finendo magari su una sedia a rotelle.
Se arrivasse davvero il riscaldamento globale, lo benedirei e ringrazierei il buon Dio chiunque Egli sia. Il caldo salva e alimenta la vita.

Mascalzoni e deficienti continuano a dire che questo freddo immondo dipende e deriva  dal caldo globale. Come quando Hitler sterminava gli Ebrei “per purificare l'umanità” o gli stati Uniti gettarono le atomiche sui civili giapponesi “per salvare vite umane”.  Mi fa orrore non tanto questo negare l'evidenza, quanto il fatto che molta gente crede a tale negazione dei fatti reali. Fatto realissimo è che da due settimane la temperatura è di dieci e anche più gradi inferiore alla media stagionale. Aggiungo, basandomi sull'esperienza e sulla statistica che ne ricavo, che quando l'estate non è  cominciata il 20 maggio, la stagione bella è già compromessa e rovinata con una lunga series implexa damnorum: salute, agricoltura, turismo, economia.
Però il damnum maximum è il calo della gioia di vivere, dell’amore per la natura e per la vita. Dell'amore delle donne, genitivo soggettivo e oggettivo. Il bene più grande.
 E’ proprio questo danno che vogliono i venditori di meccanismi ostili alla vita, come i condizionatori che spargono freddo, germi e inquinamento. E' tutto sesso andato a male tale emax libidoNon esse emacem gaudium est. E così sia.

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Indirizzo a Salvini che perde voti una sentenza rivolta, nell’esodo dell’Ecuba di Euripide,  dalla coreuta delle prigioniere Troiane a Polimestore, il bieco re tracio che ha ucciso lo xevno"- straniero e ospite- il giovanissimo troiano Polidoro  affidatogli dalla madre:
  “ejpei;  ta; mh; kalav-pravssein ejtovlma"” poiché hai osato compiere quello che non è bello tlh'qi kai; ta; mh; fivla (Euripide, Ecuba, 1250- 1251) sopporta anche quello che ti è discaro.

A proposito di  ta; mh; kalav,  le cose non belle né buone[1], traduco e ricordo a chi mi legge alcuni tra i versi più famosi di Sofocle.
Nel primo stasimo dell'Antigone (vv.370-374) il coro si augura che non sia suo parevstio", compagno di focolare, l'a[poli", il bandito dalla città con il quale non convive il bello morale.
L’uomo il quale possiede  il ritrovato della tecnologia (to; macanoven[2]),/ che è un qualche sapere (sofovn ti), oltre l'aspettativa/ora si volge al male, ora al bene/ e le leggi della terra unendo/e degli dei la giurata giustizia/è grande nella città (u{yipoli") bandito dalla città (a[poli") è quello con il quale /coesiste la negazione del bello morale (to; mh; kalovn), per la sfrontatezza (tovlma" cavrin)./Non mi stia accanto sul focolare/né sia uno che ha lo stesso pensiero/chi compie queste azioni" (Antigone, vv. 365 -375)”.
L’uomo dunque, tra i polla; ta; deinav (Antigone, v. 332), i molti enti terribili meravigliosi lo è più di tutti gli altri (deinovteron pevlei, v. 333), e, come tale, tote; me;n kakovn, a[llot j ejp j ejsqlo;n e{rpei (367),  ora si volge al male, ora al bene.
L’assassinio dell’ospite viene messo da Dante tra gli esempi di avarizia nel Purgatorio ( Canto XX, V cornice): “e in infamia tutto  jl monte gira-Polinestòr ch’ancise Polidoro” (vv. 114-115).

Brevissima appendice su questo “maggio depravato”
Io, se non fossi l’uomo strano che sono- oujk a]n a[topo" ei[hn[3]-  non crederei che  questo maggio depravato-depraved May[4]- sia una punizione inflitta da Dio, chiunque Egli sia, a tutti noi, siccome sono troppi gli uomini disumani assai che non amano gli altri esseri umani e nemmeno se stessi.


[1] Quello dei Greci era : “un popolo che, eziandio nella lingua, faceva
pochissima differenza dal buono al bello” (Leopardi, Detti memorabili
di Filippo Ottonieri ).
[2] Si può anche tradurre la macchinazione del saper operare come fa Heidegger.
[3] Parla Socrate nel Fedro di Platone (229c)
[4] T. S. Eliot, Gerontion, 21

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