il mito di Aconzio e Cidippe del III libro degli Aitia si Callimaco contiene l’archetipo delle scritte pubblicitarie
Lo fa notare Bettini quando afferma che "anche i pubblicitari sono degli Aconzi"[1].
Il giovane Aconzio obbligò Cidippe, sul punto di maritarsi con un altro, a sposare lui scrivendo delle parole: "La scrittura di Aconzio è il seme di tutte le scritture astute, e l'unico modo per sottrarsi alla sua trappola sarebbe quello di non leggerla. Ma è possibile?"[2].
Credo che sia possibile e nemmeno difficile
Aconzio dunque si innamora di Cidippe durante una festa di Apollo a Delo e la lega a sé gettandole un pomo su cui aveva scritto: “lo giuro per Artemide, sposerò Aconzio”. Quindi la ragazza si trovò legata e obbligata a questo giuramento.
Nella lettera XXI delle Heroides di Ovidio, Cidippe rinfaccia all’ingannevole Aconzio: “Mittitur ante pedes malun cum carmine tali” (109)
Poi: “sumque parum prudens capta puella dolis”
Quindi Cidippe etimologizza il nomen-omen di Aconzio:
“Mirabar quare tibi nomen Acontius esset:
quod faciat longe vulnus, acumen habes” 211-212-
ajkovntion significa dardo.
Bologna 25 maggio 2025 ore 11, 32 giovanni ghiselli
p. s.
lunedì alla Ginzburg di Bologna racconterò anche questo mito tra tanti altri
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