Adriana Pedicini. Un’altra poesia di Quintessenza. EDIZIONI IL FOGLIO
POESIA 2024
Commento la poesia Il Sipario
“Giorni testardi vanno
vengono trottellerando
nuvole nere o tele azzurrate
menando nel cielo
a dispetto della valle di lacrime” (1-5).
La contrapposizione tra “trotterellando” e “valle di lacrime”
mi fa pensare al tempo eterno che secondo Eraclito è il regno di un fanciullo che gioca su una scacchiera.
Nietzsche ne deduce che “il mito tragico deve convincerci che perfino il brutto e il disarmonico sono parte di un gioco artistico, che la volontà gioca con se stessa nell’eterna pienezza del suo godimento” La nascita della tragedia, capitolo XXIV
“Niente di vero sul palco
scene confuse e progetti
ignoti di idee non nostre
o forsanche.
Il sipario
Sale
Scende
Si apre
Si chiude” 6-14
Qui ci sta Shakespeare: All the world's a stage-And all the men and women merely players" (As you like it [1], II, 7), tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne non sono che attori.
La vita è una recita per tutti e tanto più lo è quanto più il palcoscenico è elevato
A questo proposito sentiamo Svetonio che racconta la morte di Augusto
Nella Augusti vita troviamo l'ultima scena dell’imperatore il quale supremo die, fattisi mettere in ordine i capelli e le guance cascanti, domandò agli amici "ecquid iis videretur mimum vitae commode transegisse" (99), se a loro sembrasse che avesse recitato bene la farsa della vita, e dopo la risposta affermaiva chiese loro, in greco, degli applausi con la solita clausula delle commedie:" eij de; ti-e[coi kalw'" to; paivgnion, krovton dovte", se è andato un po’ bene questo scherzo, applaudite.
Le poesie di Adriana sono nutrite non solo dalle esperienze e dalla sensibilità ma pure dai succhi della cultura europea. La lettura dei suoi versi ci dà la possibilità di percorrere, se vogliamo, la via del metodo mitico. In una recensione all'Ulisse di Joyce[2] , T. S. Eliot chiamò mythical method questo "maneggiare continui parallelismi tra la contemporaneità e l'antichità (…) un modo per controllare e ordinare, per dare una forma e un significato a quell'immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea".
Torniamo alla poesia Il Sipario
“Comparse
non attori primari” 14- 15
Tanto meno registi aggiungo
Quindi commento Adriana con Epitteto
“Ricorda che tu sei solo attore di un dramma- mevmnhso o{ti uJpokrithJ~ ei\ dravmato~, ma quale sia il testo lo sceglie il regista. Tu devi solo recitare bene la parte che ti è stata assegnata, la scelta è di un altro- so;n ga;r tou`t j e[sti , to; doqe;n uJpokrivnasqai provswpon kalw`~: ejklevxasqai d j aujto; a[llou” (Manuale, 17)
Vediamo gli ultimi versi della poesia di Adriana
“Non sono niente mentre incalza la vita
Che vale. A che poi
ci assordiamo di cose.
Già mi vedo granello invisibile
di polvere inutile anche agli uccelli
Solo il lombrico se ne vedrà bene (vv. 16-21)
La vita che vale dovrebbe essere quella dello spirito: solo questo sfuggirà alla putrefazione magari. Chissà.
Ci assordiamo di cose se ascoltiamo la pubblicità che vuole indurci a venderci l’anima per comprare le cose.
Il lombrico evoca la cena nella quale non mangeremo bensì verremo mangiati. Una follia non priva di metodo fa dire al principe Amleto: “noi ingrassiamo tutti gli animali per ingrassare noi, e ingrassiamo noi per i vermi”. That’s the end. (Hamlet, IV, 3).
Bologna 13 maggio 2024 ore 17, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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