NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 11 maggio 2024

Un bel libro di Poesie di Adriana Pedicini

Adriana Pedicini Quintessenza EDIZIONI IL FOGLIO

 POESIA 2024

 

Sono tornato ieri sera da Benevento dove ho tenuto una conferenza sull’umanesimo al tramonto.  Ho avuto grande soddisfazione per le diverse decine di presenze, l’attenzione del pubblico e le tante domande ricevute.

Tengo conferenze anche in diversi altri luoghi e non mi capita spesso di trovare un pubblico tanto numeroso e partecipe, soprattutto in un giorno di pioggia. Adriana, collega e amica di antica data, mi ha regalato il suo nuovo libro di poesie. Le ho lette in treno durante il viaggio di ritorno e ho pensato che se le avessi conosciute prima dell’incontro con il pubblico del Sannio ne avrei inserito alcune nel percorso preparato. Lo farò nel prossimo incontro che terrò a Bologna  su Mito nella filosofia, nella letteratura, nella storia e nello sport.

Il primo componimento  della raccolta di Adriana è intitolata Foliage e rapprenda visivamenr la poesia delle foglie. Il libro è corredato di belle fotografie

 

Leggiamo e commentiamo i 16 versi della prima poesia

“Degli alberi le foglie ingiallite

ancora lustre di vita resistono

o rosse  al vento grigio di tramontana” (vv. 1-3)

Le foglie si trascolorano come noi umani. L’umanesimo è amore dell’umanità, dice il personaggio Settembrini del romanzo di Thomas Mann La montagna incantata. Aggiungo che è anche amore per la natura. La poesia lirica greca da Saffo in avanti rivolge grande attenzione al modo naturale. Platone scrive che tutta la natura è imparentata con se stessa e che la donna imita la terra nel concepire e nel partorire.

Ebbene Adriana rileva questa somiglianza e parentela nel trascolorare.

 

Procediamo

“E’ un tremolio che a danza somiglia

di fiori e uccelli nel prato

allo spirare dello zefiro dolce. Noi come loro

sul ciglio di vita passi leggeri muoviamo

o tardi e dubbiosi nell’età greve di gioia

e avara di forze ad allontanare l’abisso” (4-9)

Il tremolio delle foglie è assimilato a una danza di fiori e uccelli che allo spirare dello zefiro salutano la primavera quando torna a brillare nell’aria e ad esultare per i campo.

Questa capacità di cogliere le somiglianze tra aspetti della natura diversi è sensibilità e intelligenza: sunevsi~ in greco. Il verbo sunivhmi significa “metto insieme”.

 

Nei tre versi successivi Adriana assimila alla danza delle foglia quelle degli umani: danze dai passi leggeri e non pensati finché siamo giovani, poi sempre più lenti e dubbiosi a mano a mano che ci si avvicina all’abisso orrido, immenso dove precipiteremo. Con l’età cresce prima il dubbio quindi la consapevolezza che i tripudi iniziali si stanno trasformando in una danza macabra.

 

Leggiamo e commentiamo i successivi 4 versi (11-13)

L’albero è bello di luce

al pensiero che tutto tornerà come prima

e la verde chioma non temerà furiosi gli etesii

che corrono a gara con le rondini nel cielo.

Ora l’albero è bello di luce come il sole e al pari del sole non pensa alla precarietà della sua luce: “Soles uccidere et redire possunt  fa notare Catullo. 

Platone, e secoli più tradi Giuliano Augusto, scrivono che il Sole è nel visibile quello che l’idea del Bene nell’intelligibile; il sole insomma è il simbolo di dio.

L’albero bello di luce, pieno di foglie ancora verdi può anche essere un simbolo della forza vitale, un contrassegno della felicità.

Nell’Idiota di Dostoevskij il principe Lev Myškin dice: “Io non so come sia possibile passare accanto a un albero e non sentirsi felici di vederlo”.

 

Con gli ultimi tre versi si arriva alla similitudine tra le foglie ingiallite  prossime a cadere dell’incipit e la vecchiaia del corpo umano:

“A noi non è concesso il ritorno

Consunte una volta dei piedi le piante

Alcun vento si alzerà, se non la tenebra nera”

Questa poesia mi piace perché mi dà la possibilità di ravvisare, in trasparenza nella sua  preziosa filigrana, gli echi di capolavori della letteratura europea sui quali ho formato la mia vita.

Commento dunque l’explicit tornando a Catullo:

nobis cum semel occidit brevis lux

nox  est perpetua una dormienda

Adriana e Catullo ci fanno amare la vita.

 

Bologna 11 maggio 2024 ore 18, 27 giovanni ghiselli

p. s.

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