Antistrofe 1
Lo splendore del corteo
quando le corone cingono le chiome
esigono da me questo sacro debito
di congiungere la cetra
dalle voci variopinte
e il suono dei flauti e l’ordine delle parole
come si addice al figlio di Enesidàmo
e Pisa stessa esige che io innalzi la voce
da dove vengono agli uomini i canti largiti da dio…
L’esigenza del canto viene a Pindaro dall’esterno e pure da se stesso. E’ il bisogno ineluduibile di scrivere, di avere la mente sempre occupata dal bisogno di scrivere quella necessità che Trigorin del Gabbiano di Čechov chiama la maledizione dello scrittore
Il figlio di enesidàmo è Terone e Pisa è Olimpia.
Epodo 1
…a chiunque, adempiendo le norme
antiche di Eracle,
l’uomo di Etolia
irremovibile arbitro dei Greci
ponga dall’alto sulle palpebre intorno alle chiome
l’ornamento verde pallido dell’olivo
che un tempo il figlio di Anfitrione portò
dalle ombrose fonti dell’Istro,
memoria bellissima degli agoni di Olimpia,…
L’uomo di Etolia è Ossilo che riportò gli Eaclidi nel Peloponneso ed ebbe il potere sull’Elide. Fu arbitro dunque dei giochi olimpici
Anfitrione era il marito di Alcmena la madre di Eracle, ma il vero padre dell’eroe era Zeus. Cfr. Catullo 68, 112 falsiparens Amphitryoniades- il figlio spurio di Anfitrione.
Pindaro colloca le sorgenti del Danubio nel settentrione estremo.
Strofe 2
…dopo avere persuaso con la parola il popolo
degli Iperborei servi di Apollo
in buona fede chiede per l’ospitale
recinto sacro di Zeus la pianta che ombreggia
bene comune agli uomini
e corona delle virtù
già consacrati al padre gli altari
a metà del mese la luna dall’aureo carro
fece risplendere pieno l’occhio della sera.
I giochi olimpici si svolgevano nel secondo o nel terzo plenilunio dopo il sosltizio estivo. Dunque l’occhio dell sera – eJspevra~ ojfqalmov~- è la luna piena
Antistrofe 2
Ed egli sancì il sacro giudizio dei grandi agoni
e insieme la festa che torna al quinto anno
presso le sponde divine dell’Alfeo.
Ma non fioriva di alberi belli
la terra di Pelope nelle valli della collina di Crono.
Nudo gli parve il giardino sottostare ai raggi acuti del sole
E allora l’animo lo spingeva a recarsi…
Olimpia, ho scritto più volte, è uno dei luoghi più caldi e ameni di quanti ne abbia mai visto. Grandi pini ombreggiano e attenuano il caldo che non è afoso bensì gradevole anche sopra i trenta gradi
Nell’Olimpica VIII l’ a[lso~, il sacro recinto di Pisa, cioè di Olimpia lungo l’Alfeo è eu[dendron- dagli aberi belli
Epodo 2
…nella terra dell’Istro dove la figlia di Leto
agitatrice di cavalli
lo accolse quando giunse dalle balze
e dalle gole sinuose dell’Arcadia
come la necessità del padre lo incalzava
attraverso i messaggi di Euristeo
di condurre la cerva dalle corna d’oro
che un giorno Taigeta
Dedicò con l’iscrizione “sacra a Ortosia”-
La figlia di Leto (Latona) è Artemide la dea vergine, crudele nell’Ippolito di Euripide che viene rappresentato a Siracusa
Pindaro racconta la fatica imposta a Eracle di catturare e portare a Micene, da Euristeo, la velocissima cerva di Cerinea, una mostro se non altro perché una cerva non ha le corna mentre questa era crusovkerw~ (Iigino, Biblioteca, II, 5, 81) le aveva d’oro
Il coro dell’Eracle di Euripide nel primo Stasimo canta le fatiche di Eracle il quale tra le alte “uccise la cerva dalle corna d’oro dal dorso screziato, flagello delle campagne e la consacrò ad Artemide cacciatrice di fiere”- (epodo 1 vv. 375-379)
Quanto a Taigeta era una delle sette Pleiadi che Artemide trasformò in cerva perché potesse sottrarsi al desiderio amoroso di Zeus
Quando riprese sembianze umane, Taigeta dedicò l’animale incantato alla dea. Ortosia è un appellativo di Artemide, come jOrqiva a Sparta e in Arcadia; o[rqio~ significa diritto.
Bologna 20 maggio 2024 ore 11, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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