L’incipit dell’ Olimpica II di Pindaro mi suggerisce un post sulle guerre in corso.
Olimpica II -476. dedicata a Terone di Agrigento vincitore con il carro- a[rma- a[rmato~ to;-
Il lirico tebano si rivolge agli “inni signori della cetra- la musica deve adeguarsi alle parole per l’attitudine logocentrica dei Greci- e domanda quale eroe, dio, uomo debba cantare.
Pisa (il territorio di Olimpia) è di Zeus , Eracle fondò gli agoni olimpici che il poeta definisce “primizie di guerra”- ajkrovqina polevmou (v.7)
-a[kro~ significa alto, il più elevato, qiv~- qinov~ vuol dire mucchio, dunque gli agoni di Olimpia stanno sopra il mucchio della guerra che sono i cadaveri e le rovine-. Sono superiori a tutte le altre competizioni.
Per la quadriga vittoriosa dobbiamo cantare Terone giusto nel rispetto degli ospiti- divkaion xevnwn- sostegno di Agrigento, fiore di padri illustri retto reggitore della città.
Dall’espressione invero oscura “primizie di guerra” ricavo un mio controcanto rispetto all’orrido fragore delle armi: la guerra armata deve essere sostituita da competizioni sportive, agoni che non siano mattanze di uomini, distruzioni di alloggi, offese all’umanità e alla natura.
Cicerone nelle Tusculanae disputationes ricorda che Platone considera il capo come l'acropoli della persona: :"Plato...rationem in capite sicut in arce posuit " (I, 10), Platone collocò la ragione nel capo come in una rocca (Cfr. Timeo 70 b, Repubblica 560b)
Ebbene l’acropoli delle competizioni devono essere le nobili gare olimpiche e le parole intelligenti delle competizioni politiche.
Se vengono prima queste nelle menti e nei cuori delle donne e degli uomini non seguiranno i mattatoi delle guerre. Questo spero e auspico.
Bologna 17 maggio 2024 ore 20 giovanni ghiselli
p. s.
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