Con il mito della felicità dell’uomo privato o addirittura dell’animale nasce l’Ellenismo e ogni cultura impolitica.
Odisseo nel mito di Er della Repubblica di Platone sceglie la sorte di un uomo privato e amante del quieto vivere ("bivon ajndro;" ijdiwvtou ajpravgmono"", Repubblica 620c).
Aiace sceglie la vita di un leone, Agamennone quella di un’aquila, dunque una vita da bestia come l’uomo trasformato in porcello che nell’ Asino d’oro di Machiavelli non vuole tornare alla condizione precedente
Nel capitolo ottavo, l’ultimo del poemetto L’Asino d’oro di Machiavelli, parla un porcellotto grasso” che non vuole tornare a essere uomo
Voi, infelici assai più ch'io
non dico,
gite cercando quel paese e questo,
non per aere trovar freddo od aprico,
ma perché
l'appetito disonesto
de l'aver non vi tien l'animo fermo
nel viver parco, civile e modesto;
e spesso in aere putrefatto e infermo,
lasciando l'aere buon, vi trasferite;
non che facciate al viver vostro schermo.
Nell'Ifigenia in Aulide di Euripide (del 405) il grande capo Agamennone dice a un vecchio servitore :"Ti invidio, vecchio,/invidio tra gli uomini chi passa/una vita senza pericoli, ignoto, oscuro;/quelli che vivono tra gli onori li invidio meno"(vv. 17-19). Questi versi, pur poco curati formalmente, prefigurano già il "vivi appartato" di Epicuro e in generale il disimpegno politico dell'intellettuale nella civiltà ellenistica.
Del resto l'invidia del potente per l'umile e ignorante e lontano dal “reo dolor che pensa” si ritrova parecchi secoli più tardi in Guerra e Pace di Tolstoj :"-Discutiamo pure-, disse il principe Andrei a Pierre.-Tu parli di scuole-, continuò, e piegava un dito.-Parli di istruzione, eccetera. Cioè vuoi togliere lui,-disse, indicando un contadino che passava davanti a loro levandosi il berretto-, dalla sua condizione d'animale e renderlo consapevole di esigenze morali, mentre a me sembra che l'unica felicità possibile sia la felicità animale...Io lo invidio e tu vuoi farlo diventare come me ma senza dargliene i mezzi. Inoltre tu ti proponi di alleggerire il loro lavoro. Ma, secondo me, per lui la fatica fisica è una necessità, una condizione della sua esistenza, né più né meno come per te e per me lo è il lavoro mentale. Tu non puoi non pensare. Io vado a domire dopo le tre di notte , e ancora mi assalgono dei pensieri (…) Non posso non pensare, così come lui non può non arare e non falciare, altrimenti finisce all’osteria oppure si ammala ( Libro II, 11, pp. 577 e 578) ".
Per quanto riguarda invece la scelta della vita politica cito queste parole del logos epitafios di Pericle ricostruito e redatto da Tucidide (II, 40, 2)”
“C’è nelle medesime persone la cura degli interessi privati e nello stesso tempo degli affari pubblici, e per altri, rivolti ad altre attività, c’è la possibilità di conoscere i problemi politici in modo sufficiente: solo noi infatti consideriamo non pacifico, ma inutile chi non prende parte alla vita politica, e siamo noi che o decidiamo oppure esaminiamo bene i fatti, non considerando i discorsi un danno per le azioni, ma che lo sia piuttosto non essere informati con la parola prima di arrivare a ciò che si deve all’azione.
Plutarco racconta che tra le leggi dell’antico legislatore Solone era soprattutto singolare e sorprendente oJ keleuvwn a[timon ei\nai to;n ejn stavsei mhdetevraς merivdoς genovmenon (Vita di Solone, 20, 1), quella che sanciva che fosse privato dei diritti chi in caso di sedizione non si schierava per nessuna delle due fazioni.
Bologna 13 maggio 2024 giovanni ghiselli.
p. s.
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