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La notte e la mattina del 13 giugno..
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In questo capitolo trascriverò gli appunti presi la notte della |
catastrofe e i due giorni seguenti. Intendo copiarli come li trovo, |
senza rielaborarne la forma né cucire insieme le pezze o zeppe letterarie, |
appoggiate tra le parole. Queste non devono nascondere, anzi magari accentuare e nobilitare
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il pathos doloroso che, pure reso meno tetro qua e |
là con l'ironia, mi costrinse comunque a iniziare questo lungo epos |
arrivato vicino al termine dopo parecchi anni. Lo concluderò con il |
racconto della seconda parte del giorno 15 giugno 1981, quando |
abbozzai la prima pagina. Nel frattempo io sono passato alla parte |
dei non più giovani, e la ragazza da quella dei più senz'altro, o se |
vogliamo dei Manes, i buoni: quale incarnazione della carne è |
morta da anni, ma questo lavoro conserverà qualche cosa della |
nostra storia antica. Forse, oltre una vicenda amorosa ricca di |
casi, la mia opera è riuscita a mostrare alcune immagini della |
dedalica terra, bella e varia come le femmine umane, che hanno per giunta l’arteria femoralis nella parte anteriore delle cosce degne di baci devoti.
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Non mancheranno diversi aspetti significativi della scuola, della società, dei costumi |
che si andavano sconciando in quegli anni, e magari pure qualche |
parvenza della provvida, artistica Mente che regge l'universo e |
tutto porta a buon fine. Troverete le tribolate peripezie di un uomo |
che cerca sempre, siccome vuole capire, e di una giovane donna |
bramosa di fama e successo. E’ proprio per il sentimento di |
appartenere all'umanità che ho messo a disposizione di tutti questa |
storia nella quale, credo, ognuno potrà riconoscere qualcosa di sé. Vediamo dunque i primi appunti suggeriti da un pathos doloroso contaminato con l’ironia che non lo annienta, eventualmente lo relativizza. Le citazioni classiche invece universalizzano.
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Sabato 13 giugno 1981, ore due della notte. Desdemona è |
precipitata a capofitto con l'attore famoso. E' andata a cena con lui, |
è salita in camera sua, si è sdraiata nel suo letto, l'ha abbracciato, |
ma non l'ha baciato. Che cosa vuol dire? Pedicavit ille eam ? 1
Con |
il latino evito le parolacce. Il latino è la lingua del pudore. |
1 |
L'ha sodomizzata quel famoso? Cfr. Catullo, Carmi, 16, 1:"Pedicabo ego vos et |
inrumabo". |
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Il nostro rapporto effettivamente era stanco assai. Non si parlava |
più, non era interessante per nessuno dei due l'opinione dell'altro. |
L'idea di passare due giorni con lei mi metteva addosso il |
malumore. Non è stata colpa di nessuno: la tensione ( |
tovno") |
era |
caduta ed è bastato un incontro con un altro perché tutto si |
afflosciasse (implodesse?, no: è una parola orribile, per giunta di |
moda; la usano i saputelli che vogliono sembrare anche intelligenti, |
profondi e di vaste letture) nella rovina finale. Questa volta non ho |
i rimpianti della notte del 15 marzo quando, accompagnata lei a |
casa, mi ritrovai solo nel mio studio biancheggiante di luna. Tutto |
il senso di noia |
e stanchezza che |
mi pesavano addosso, |
dipendevano dal rapporto malato con Ifigenia. Oramai ci affaticavamo a |
vicenda. Se fossimo andati ancora avanti ci saremmo uccisi con |
reciproghe piaghe, come Eteocle e Polinice, i figli di Edipo e Giocasta. Tutto doveva cambiare, |
anche nell'eventualità (remota) che dovessimo tornare insieme |
come prima (cfr. il Gattopardo ) o più di prima ti amerò (canzone degli anni Cinquanta: Tony Dallara?) . Non facevo più niente con gioia: |
nemmeno lo sport, o la scuola. Il sole, il primo fra tutti gli dei, la |
fiamma che nutre la vita, il santo volto di luce (Sofocle), lo |
annebbiavo con la mia angoscia (Kafka). Ho tagliato la striscia di |
cuoio dopo due anni e mezzo. Cordone ombelicale che mi legava a |
Ifigenia. Una volta era il laccio della gioia del bello. Cercano |
di estrarre quel bambino dal cunicolo. |
Sono le sei del mattino. La televisione trasmette sempre il |
salvataggio mancato di quella creatura. |
Ricordati e giuralo sullo Stige: |
1) Non devi ingrassare, ossia mangia poco e fai sport in tutte le |
stagioni. Salite italiane e gtrche in bicicletta, corse di 5000 metri a crono, nuotate dalla palla di Pomodoro sottomonte: il triathlon insomma. |
2) Devi continuare a studiare. |
3) Devi ricominciare a scrivere. |
Intanto questo è il monologo dell'abbandonato il 13 giugno del |
1981 per un attore famoso. Le beffe della fortuna hanno accumulato in questo giorno di prima estate gli avvenimenti di un secolo. L’attore famoso di Pavese era Raf Vallone. Il |
mio rivale è più famoso a onore del vero. Buon segno: diverrò |
scrittore più bravo e più letto di Pavese. Se non altro, non ce l'ho |
con le donne. |
Non sto soffrendo troppo: me l'aspettavo, l'avevo messo in conto. |
Lei non era tipo generoso e capace di amare. In un primo tempo la |
lusingava essere l’amante del professore bravo, lei ultima dei precari seppure bella, |
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poi le facevo comodo per l'esame di recitazione. |
Mi usava e non voleva darmi niente in cambio. Anche il sesso |
faceva malvolentieri. Pensava di non ricevere una mercede |
adeguata. Mercede, sì mercede. Mistofori di Caria e Pezetèri2
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“L'armi qua l'armi: io solo combatterò, procomberò sol io”3. . Eppure |
il primo anno eravamo pazzi di gioia, “sott'altra luce che l'usata |
errando”4 Il suo sesso era vivo nel letto, sull'erba, sulla |
terra, sul moscone, in automobile, nei cessi dei treni ( |
La città delle donne) e dei bar. "Lugete, o Veneres |
Cupidinesque...passer mortus est meae puellae "5 Anche il gallo è |
morto: non canterà più coccodì, coccodà 6.
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La via all'insù è durata nove mesi. Dopo l'estate colei si era |
intorpidita: da leggera, agile e spiritosa, era |
diventata goffa, pesante, insicura. Una bellezza fradicia di sciagure |
(Edipo re, v.1396. E il commento a questa tragedia quando lo |
riprendi in mano?). Una cosa alla volta: ora si va in bicicletta. Note
Pesaro 9 settembre 2024 ore 11, 51 giovanni ghiselli
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