Ieri sera sono andato al teatro Rossini per vedere il compaesano novantaquattrenne che leggeva una sua riduzione del De profundis di Oscar Wilde interpretandola.
Ho osservato l'actio della sua letture piena di pathos doloroso ma non ho potuto sentire le sue parole, troppo flebili e non abbastanza amplificate nel suono.
Per simpatia verso il vecchio attore che fequentò prima di me le elementari Carducci e fu scolaro di mia zia Rina la quale lo ricordava come un bambiniointelligente, ho cercato di attribuire almeno in parte la mia incomprensione delle parole al fatto che non ci sento del tutto bene. Ma finito lo spettacolo, non lungo, molti dicevano che non si sentiva quasi niente. Eppure nessuno ha protestato, e tutti anzi abbiamo applaudito a lungo il Nostro attore. Per rispetto e per affetto. Ho apprezzato molto questa delicatezza dei Pesaresi.
Quelli di ieri sera hanno saputo essere umani dando uno spettacolo bello e buono.
Sono tornato a casa contento
Pesaro 21 settembre 2024 ore 9, 37 giovanni ghiselli.
p. s.
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