Lisa impallidì come un cencio poi si abbatté sulla
seggiola come colpita da una scure. Il cinismo delle mie parole la schiacciava.
Quindi l’uomo riprende a parlare: “Salvarti da che! Ma
io forse sono peggiore di te”. Sono venuto nel lupanare perché avevo bisogno
della tua umiliazione. Ma sono uni straccio, mi spaventai e lo sa il diavolo
perché ti detti il mio indirizzo, dall’imbecille che sono. Io ho bisogno di
tranquillità e che ve ne andiate tutti al diavolo. Sono un ribaldo, un egoista,
un infingardo”.
Un’altra donna più matura meno umiliata dalla vita
avrebbe provato a contraddirlo, a incoraggiarlo ma questa povera ragazza era
schiacciata senza nemmeno l’aiuto della fede e del Vangelo di Sonia.
Quindi il punitore di sé stessi confessa di vergognarsi
della povertà e aggiunge che non le perdonerà di averlo sorpreso così coperto
di stracci. “Sono un essere ignobile, il più immondo, ridicolo, meschino, il
più stupido e invidioso di tutti i vermi” 150.
Insomma non può
aiutarla. Dovrà andarsene, tornare là da dove è venuta.
“Non mi importa se ti perdi o no laggiù” .
Ma poi accadde, una cosa strana
“Ero tanto abituato a pensare e immaginare secondo i
libri che non capii subito”
Io viceversa credo che leggere libri buoni aiuta a
capire le situazioni e le persone .
Del resto se è vero che leggere molto e ricordare tanto toglie parte
dell’ignoranza e della rozzezza nell’uso delle parole, è pure vero che limita
la spontaneità, la naturalezza e l’originalità.
Invero Lisa aveva compreso più di quanto si figurasse
il nostro misantropo.
“ Lisa capì, del tutto, quello che una donna capisce
sempre, se ama sinceramente, prima di ogni altra cosa, e cioè che ero infelice
(151).
Il suo volto prese un’espressione di stupore penoso.
“A un tratto balzò dalla seggiola e mi porse le
braccia. Qui anche il mio cuore fu tocco. Ella allora mi buttò le braccia al
collo e dette in pianto. Anch’io non ressi e scoppiai in singhiozzi come non
m’era mai capitato”. Sembra che il sentimento prevalga sul ragionare illogico e
maniacale.
“Non posso essere buono” prova a resistere l’uomo ma
poi torna a singhiozzare e Lisa lo abbraccia. Quindi l’uomo si vergogna e pensa
che le parti si erano invertite e “adesso l’eroina era lei”.
Questo grande fallito, scontento di se stesso ha
sempre avuto in mente la dimensione eroica della vita umana. Non è infrequente
in chi legge molto.
Mentre giaceva bocconi
sul divano, l’upmo pensava di essere diventato lui la creatura umiliata che era
stata lei nel bordello. Quasi la invidiava.
Però cerca di reagire pensando: “senza potere e
tirannia su qualcuno io non so vivere. Sicché si accese in lui il sentimento
del dominio e del possesso. “Come la odiavo e come mi sentivo attratto da lei”.
E’ l’ora dell’ Odi
et amo catulliano; dell’ amare
che non comprende, anzi esclude il bene
velle-
Lisa loeabbracciò di nuovo poi sedettr per terra.
L’uomo si agitava su e giù per la stanza “in preda a una furiosa impazienza”
153
Lisa “non se ne andava e questa era la causa della mia
irritazione”.
Chi è abituato alla solitudine vive sempre come una
minaccia la presenza di un’altra persona in casa sua.
L’uomo difende la verosimiglianza del proprio
comportamento
“In primo luogo amare non potevo perché, ripeto, amare
per me significa tiranneggiare e soverchiare moralmente” .
Nelle sue fantasie del sottosuolo si era sempre
figurato l’amore come una lotta.
Negli Amores[1] Ovidio scrive:"Militat omnis amans, et habet sua castra
Cupido;/Attice, crede mihi, militat omnis amans "(I, 9, 1-2), è un
soldato ogni amante; anche Cupido ha il suo campo di guerra; Attico, credimi,
ogni amante è un soldato.
Per l’uomo del sottosuolo la contesa amorosa è
pessima: parte dall’odio e deve finire nell’asservimento. Del resto non sapeva
che cosa avrebbe fatto della persona asservita.
Nelle mie fantasie e pure nei miei fatti ho invece
associato l’amore all’educazione: da ricevere nelle relazioni con donne più
attempate o coetanee, da impartire alle più giovani.
Questa storia, seguita l’uomo, non è inverosimile
poiché “ero così disavvezzo alla vita vera, ero arrivato a tal punto di
corruzione morale, da essermi messo a rimbrottare e mortificare Lisa per il
fatto che era venuta da me a sentire “le cose commoventi”, anzi ad amarmi
perché per la donna ogni resurrezione e salvazione è racchiusa nell’amore” 154 .
Secondo Nietzsche l’amore è la superstizione
caratteristica della donna
“La donna ama credere che l’amore possa tutto,-ed è
questa la sua caratteristica superstizione
”[2].
Invece
il solitario era angosciato dalla presenza di Lisa.
“Avrei
voluto che fosse scomparsa. Tranquillità , volevo, volevo restare solo nel mio
sottosuolo. La vita vera, per la mia mancanza di abitudine mi opprimeva a tal punto che mi era diventato
difficile persino respirare”. 154
Bologna
primo novembre 2025 orev17 giovanni ghiselli
p.
s.
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[1]In distici elegiaci. Composti tra il 18 e il
[2] Di là dal bene
e dal male, Che cosa è aristocratico?, 269.
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