sabato 1 novembre 2025

Dostoevskij Memorie del sotto suolo. Quindicesima parte. L’uomo disavvezzato alla vita vera, quella sociale.


Lisa impallidì come un cencio poi si abbatté sulla seggiola come colpita da una scure. Il cinismo delle mie parole la schiacciava.

Quindi l’uomo riprende a parlare: “Salvarti da che! Ma io forse sono peggiore di te”. Sono venuto nel lupanare perché avevo bisogno della tua umiliazione. Ma sono uni straccio, mi spaventai e lo sa il diavolo perché ti detti il mio indirizzo, dall’imbecille che sono. Io ho bisogno di tranquillità e che ve ne andiate tutti al diavolo. Sono un ribaldo, un egoista, un infingardo”.

Un’altra donna più matura meno umiliata dalla vita avrebbe provato a contraddirlo, a incoraggiarlo ma questa povera ragazza era schiacciata senza nemmeno l’aiuto della fede e del Vangelo di Sonia.

Quindi il punitore di sé stessi confessa di vergognarsi della povertà e aggiunge che non le perdonerà di averlo sorpreso così coperto di stracci. “Sono un essere ignobile, il più immondo, ridicolo, meschino, il più stupido e invidioso di tutti i vermi” 150.

 Insomma non può aiutarla. Dovrà andarsene, tornare là da dove è venuta.

“Non mi importa se ti perdi o no laggiù” .

Ma poi accadde, una cosa strana

“Ero tanto abituato a pensare e immaginare secondo i libri che non capii subito”

Io viceversa credo che leggere libri buoni aiuta a capire le situazioni e le persone .

Del resto se è vero che  leggere molto e ricordare tanto toglie parte dell’ignoranza e della rozzezza nell’uso delle parole, è pure vero che limita la spontaneità, la naturalezza e l’originalità.

Invero Lisa aveva compreso più di quanto si figurasse il nostro misantropo.

“ Lisa capì, del tutto, quello che una donna capisce sempre, se ama sinceramente, prima di ogni altra cosa, e cioè che ero infelice (151).

Il suo volto prese un’espressione di stupore penoso.

“A un tratto balzò dalla seggiola e mi porse le braccia. Qui anche il mio cuore fu tocco. Ella allora mi buttò le braccia al collo e dette in pianto. Anch’io non ressi e scoppiai in singhiozzi come non m’era mai capitato”. Sembra che il sentimento prevalga sul ragionare illogico e maniacale.

“Non posso essere buono” prova a resistere l’uomo ma poi torna a singhiozzare e Lisa lo abbraccia. Quindi l’uomo si vergogna e pensa che le parti si erano invertite e “adesso l’eroina era lei”.

Questo grande fallito, scontento di se stesso ha sempre avuto in mente la dimensione eroica della vita umana. Non è infrequente in chi legge molto.

 Mentre giaceva bocconi sul divano, l’upmo pensava di essere diventato lui la creatura umiliata che era stata lei nel bordello. Quasi la invidiava.

Però cerca di reagire pensando: “senza potere e tirannia su qualcuno io non so vivere. Sicché si accese in lui il sentimento del dominio e del possesso. “Come la odiavo e come mi sentivo attratto da lei”.

 E’ l’ora dell’ Odi et amo catulliano; dell’ amare che non comprende, anzi esclude il bene velle-

Lisa loeabbracciò di nuovo poi sedettr per terra. L’uomo si agitava su e giù per la stanza “in preda a una furiosa impazienza” 153

Lisa “non se ne andava e questa era la causa della mia irritazione”.

 Chi è abituato alla solitudine vive sempre come una minaccia la presenza di un’altra persona in casa sua.

L’uomo difende la verosimiglianza del proprio comportamento

“In primo luogo amare non potevo perché, ripeto, amare per me significa tiranneggiare e soverchiare moralmente” .

Nelle sue fantasie del sottosuolo si era sempre figurato l’amore come una lotta.

Negli Amores[1] Ovidio scrive:"Militat omnis amans, et habet sua castra Cupido;/Attice, crede mihi, militat omnis amans "(I, 9, 1-2), è un soldato ogni amante; anche Cupido ha il suo campo di guerra; Attico, credimi, ogni amante è un soldato.

 

Per l’uomo del sottosuolo la contesa amorosa è pessima: parte dall’odio e deve finire nell’asservimento. Del resto non sapeva che cosa avrebbe fatto della persona asservita.

Nelle mie fantasie e pure nei miei fatti ho invece associato l’amore all’educazione: da ricevere nelle relazioni con donne più attempate o coetanee, da impartire alle più giovani.

Questa storia, seguita l’uomo, non è inverosimile poiché “ero così disavvezzo alla vita vera, ero arrivato a tal punto di corruzione morale, da essermi messo a rimbrottare e mortificare Lisa per il fatto che era venuta da me a sentire “le cose commoventi”, anzi ad amarmi perché per la donna ogni resurrezione e salvazione è racchiusa nell’amore” 154 .

 

Secondo Nietzsche l’amore è la superstizione caratteristica della donna

“La donna ama credere che l’amore possa tutto,-ed è questa la sua caratteristica superstizione[2].

Invece il solitario era angosciato dalla presenza di Lisa.

“Avrei voluto che fosse scomparsa. Tranquillità , volevo, volevo restare solo nel mio sottosuolo. La vita vera, per la mia mancanza di abitudine  mi opprimeva a tal punto che mi era diventato difficile persino respirare”. 154

Bologna primo novembre 2025 orev17 giovanni ghiselli

p. s.

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[1]In distici elegiaci. Composti tra il  18 e il 15 a C. in 5 libri, poi rielaborati e ridotti a tre, intorno all'1 a. C.

[2] Di là dal bene e dal male, Che cosa è aristocratico?, 269.


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