L’uomo sta davanti a Lisa “soverchiato, infamato,
ignominiosamente confuso” vergognoso della sua veste da camera sbrindellata. Anche
lei era confusa. L’approccio domestico tra i due disgraziati non funziona e non
funzionerà, diversamente da quello tra l’assassino Raskolnikov e la prostituta
Sonia in Delitto e castigo dove i due
si salvano a vicenda.
La fece sedere ma “l’ngenuità della sua attesa mi fece
montare in bestia”, commenta. C’è sempre una bestia in agguato dentro di lui.
Pensò di fargliela pagare. Poi dice, mentendo, che non si vergogna della sua
povertà, anzi se ne vanta. Quindi manda
Apollon a comprare “del tè e dieci biscotti”. Lo accompagna alla porta e si
domanda: “E se me ne scappassi, così come sono, in veste da camera,
all’avventura, succeda quel che può?
Poi torna vicino a Lisa che lo guardava con inquietudine. Restarono in silenzio finché: “Lo ucciderò-
gridai a un tratto, picchiando il pugno sul tavolo facendo schizzare
l’inchiostro fuori dal calamaio” Poi ripeteva l’ucciderò “picchiando sul tavolo
come un in
demoniato, eppure al tempo stesso rendendomi
perfettamente conto di quanto fosse stupido entrare in quel furore” 147.
Il fatto è che
vuole prendere tempo prima di ascoltare la ragazza.
L’uomo da uccidere sarebbe il suo boia, cioè Apollon.
“E all’improvviso scoppiai in lacrime”. Deve fare ogni
tipo di scena pur di non affrontare l’argomento per il quale è venuta Lisa.
Chiede dell’acqua pur non avendone bisogno “ma, come suol dirsi, rappresentavo una parte, per salvare le
convenienze.
Lisa porta l’acqua, Apollon il tè.
“Lisa, mi disprezzi?”, dissi guardandola a bruciapelo.
Sembra un corteggiamento rovesciato: per farla
scappare.
A una che aveva delle mire su di me e non mi piaceva
dicevo di essere anaffettivo. Lo ero con lei ma non me la sentivo di dirle che
non mi garbava punto.
Il nostro dice a Lisa con rabbia “bevi il tè”, poi “un
terribile furore contro di lei ribollì nel mio cuore. L’avrei ammazzata. E’ lei
la causa di tutto, pensavo”. Cerca di evitare le responsabilità e non ha capito
che la vita fa le sue esperienze ed è lei che sceglie.
La ragazza finalmente cerca di aprire il discorso per
il quale è venuta. Cerca un redentore che salvi la peccatrie: “Io di laggiù
voglio andarmene completamente”. L’uomo ritiene che l’esordio è pessimo ma
nello stesso tempo prova pietà “della sua goffaggine e della sua inutile
franchezza”.
Ma qualcosa di difforme soffocò la pietà. Lisa capisce
che tra loro non funziona e domanda: “
Vi ho forse
disturbato?”.
In effetti aveva dato uno scossone al falso equilibrio
dell’uomo.
“A quel primo ribellarsi della dignità offesa, subito
tremai di rabbia e proruppi: “Perché sei venuta da me, rispondi, rispondi!”
Ma si risponde da solo: “Te lo dico io, comare. Sei venuta perché ti dissi allora delle cose commoventi. E tu ti sei
intenerita e adesso rivuoi sentire le
cose commoventi. Ebbene sappi, sappi che allora ti prendevo in giro”148.
Pensate a quanti ci prendono in giro e mentono perché resti saldo il sistema che li fa sentire
sicuri. Ignoranti che non sanno fare niente ma vengono trattati bene perché il
loro cattivo esempio è seguito da molti ed è funzionale a questo sistema.
L’uomo del sottosuolo non vuole essere disturbato da
sentimenti diversi dall’odio. Spiega che era stato offeso dal gruppo di uomini
che si era recato al bordello prima di lui. Sicché voleva vendicarsi
dell’offesa ma con quelli non poteva: “mi capitasti tu fra i piedi e io
riversai la mia rabbia su di te e ti presi in giro”.
Succede spesso tra le persone cattive e vili. Gente
maltrattata dalla vita che se ne consola maltrattandone altra più debole e
disgraziata.
.
“Ero stato umiliato, volli umiliare a mia volta;
m’avevano trattato come uno straccio, e anch’io volli mostrare il mio potere.
Ecco come sta la cosa, e tu già pensavi che io fossi venuti a bella posta per
salvare te? Eh? Non l’hai pensato? Non l’hai pensato?
Questo disgraziato quarantenne
invece non ha pensato che salvando quella creatura che poteva essere sua
figlia avrebbe salvato se stesso. Personalmente me ne accorsi a 25 anni quando
cominciai a insegnare: educando i bambini delle medie educavo me stesso e mi
curavo l’anima.
Bologna primo novembre 2025 ore 11, 02 giovanni
ghiselli
p. s.
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