A pagina 14 del quotidiano che leggo ogni giorno c’è un articolo interessante sulle gemelle Kessler firmato da Michele Serra.
E’ intitolato,
“Quelle gambe al quadrato
che portarono in Italia
la rivoluzione dell’eros”
Il testo sostiene che la visione di quelle lunghe gambe sull’unico canale televisivo sdoganò la visione intera delle cosce femminili. Questo è vero
Discutibile invece è quest’altra affermazione: “Il mito erotico incontrastato erano “le svedesi”, nome generico per indicare il femminile nordico: laddove nell’immaginario popolare, le femmine da sognare erano tutte alte, bionde e libere”.
Ebbene, dico che nel mio caso e in molti altri tra i miei compagni di scuola questa affermazione vale soltanto per il predicato nominale “libere”. Personalmente usavo anzi “evolute” poiché le donne del nord quanto a libertà sessuale ancora nei primi anni Settanta anticipavano la maggior parte delle nostre di almeno dieci anni.
Quanto all’aspetto invece io ho sempre preferito le more formose che non sovrastano il maschio, alle lunghe secche e bionde, cioè piuttosto asessuate e sbiadite. Mi piacevano e mi piacciono le mediterranèe dalle spagnole alle arabe alle ebrèe come pure le siriane e le persiane.
Chi mi legge obietterà: non ti piacevano tanto le finniche?
Hai voglia!
Ma le finlandesi non sono delle nordiche bensì delle orientali trasferitesi al nord circa un millennio dopo Cristo e quelle non ancora germanizzate sono more, con gli occhi a mandorla e gradevolmente, simpaticamente formose, quasi cicciosette.
Questa è la mia risposta da uomo che ama le donne.
Le stangone bionde, ossute, poco carnose sono troppo simili ai maschi per i miei gusti. Con tutto il rispetto per le Kessler che mi sono sempre state simpatiche. Ma avevano poco di erotico.
Bologna 18 novembre 2025 ore17, 47 giovanni ghiselli.
p. s.
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