Ieri dalla Berlinguer a fare la parte del castiga
migranti, naufraghi, e altri disgraziati, invece della solita nacchera stridula
e petulante, la campanella a morte, il sonaglio funebre, c'era il direttore di
un altro giornale, quello dalla bazza enorme, Maurizio Belpietro, a dire parole
empie. C'era anche Massimo Cacciari che invece ha detto parole dettate dalla
coscienza e dalla conoscenza: "anche i pirati salvavano i naufraghi".
Parole buone le ha dette pure Bersani nell'altra
trasmissione guardabile del martedì: oggi non si può ammazzare un animale
feroce che ti entra in casa, mentre è stato elogiato da Salvini e altra gente del
genere, un tale che ha assassinato un ladro in fuga. Costui, raggiunto dal
sanguinario inseguitore cui aveva cercato di rubare qualcosa, si è
inginocchiato pregando di non ucciderlo. Invano. Siamo sulla strada del
ripristino della pena di morte.
Né Cacciari né Bersani, né io, siamo giovanissimi e,
purtroppo, siamo tra i pochi a denunciare l'empietà che si viene diffondendo
sempre di più.
Dobbiamo continuare a farlo finché avremo fiato in
corpo, il più a lungo possibile. “Nei tempi lunghi saremo tutti morti” ha anche
detto Cacciari ieri sera.
Spero che gli uomini dell'avvenire incarneranno la
mitezza, la forza e la pietas
autentica, quella con la quale Teseo, nell'ultima tragedia di Sofocle, dice a
Edipo esule, cieco, mendico e malfamato: ti aiuto poiché so bene di essere uomo
(e[xoid j ajnh;r w]n , Edipo a Colono, 567).
giovanni ghiselli
p. s
il blog con il quale cerco di educare, e un po’ ci
riesco, anche se non mi chiamano in televisione, viene letto da 10 mila persone
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