Ho saputo
di Remo Bodei. Ne piango la morte e ne rimpiango la vita. Lo ricordo con
affetto e gratitudine per il bene che mi ha fatto senza che io avessi niente da
dargli in cambio. Mi invitò a tenere una lezione magistrale al festival di Modena
del 2011.
Esposi La natura
degli antichi in una piazza. In seguito siamo rimasti in contatto piuttosto
frequente attraverso il computer: nonostante tutti i suoi impegni ha sempre
avuto la cortesia di rispondermi nel giro di pochi minuti. Ho cercato di
contraccambiarlo recensendo nel mio blog il suo bel libro La civetta e la talpa (Il Mulino, 2014) dal quale ho imparato
quanto ora so su Hegel.
Nel settembre del 2014 ho presentato un altro suo libro Generazioni, età della vita nella
biblioteca Scandellara di Bologna.
Ho
assistito a diverse sue conferenze imparando sempre molto, data profondità e la
vastità dei suoi studi e l’intelligenza, la vivacità, l’eleganza che aveva nel
presentarli.
Lo ricordo
dunque come una persona colta, intelligente fine, generosa. Una cara persona. Gli
ho scritto l’ultima volta in maggio inviandogli un mio studio su la Gioia. Rispose che gli
dispiaceva se non lo presentavo. Lo farò ricordando questo mio benefattore e
amico cui devo l’accrescimento della fiducia che ho in me stesso da quando l’ho
conosciuto.
Ti sia
lieve il suolo carissimo Remo.
Un
abbraccio
Tuo gianni
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