sabato 2 novembre 2019

Morte e resurrezione. Del grano e di noi tutti

La terra si era disseccata e inaridita. La polvere arrivava fin dentro gli occhi acciecandoci quasi. Ma ora, dopo la pioggia, è spuntato il grano. Non posso fare a meno di gioirne, ogni anno che Dio mi manda e mantiene sulla terra.  Fin da bambino invece, quando le zie mi portavano in campagna per le battiture, mi si stringeva il cuore nel vedere i campi disseccati dopo la recisione del grano. Ogni anno ai primi di luglio ancora “fieramente mi si stringe il core, a pensar come tutto al mondo passa , e quasi orma non lascia”. Ma ora in novembre che, non per caso, è il mio mese natale, l’anima mi si riempie di rinnovellata gioia vedendo spuntare verdissimo il grano. Infatti, se la morte di Adone è simbolo delle messi tagliate quando sono mature “in adulto flore sectarum est indicium frugum  (Ammiano Marcellino, Storie, XXII, 9) questa annuale resurrectio frumenti non può che essere indicium reditus ad vitam nostrum omnium.
Buon compleanno a quanti festeggiano il proprio dì natale in novembre. Siamo fratelli del grano.
Baci anche agli altri
Gianni

p. s
A me stesso e a chi mi legge (più di 837 mila in 6 anni e 9 mesi)

Dobbiamo rendere i risultati delle nostre azioni confacenti alla nostra natura. Che cosa mi si addice? Questo devo fare.
Cioè non asservirmi, non mentire, non fare lega con i vili, non fumare, non ingrassare, non smettere di studiare e fare sport, non odiare poiché l'odio colpisce chi lo prova. Non odio nemmeno i personaggi poco simpatici che critico per smascherarli e rivelarli persino a loro stessi, sperando che ci pensino su.

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