NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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lunedì 25 novembre 2019

Tutta la natura è imparentata con se stessa


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Stralcio dalla conferenza che terrò a Milano sabato prossimo 30 novembre su La mente inquieta. Saggio sull’umanesimo di Massimo Cacciari

Marsilio Ficino chiede aiuto all’astrologia[1] per ficcare lo sguardo dentro la crisi dell’epoca e cerca da essa soccorso per conoscere se stessi, quando il proprio luogo nell’universo vacilla e la propria destinazione resta oscura.
“Quando la stessa ragione, lungi da ogni pro - meteismo - sembra rassegnarsi al dominio di Epimeteo” (Cacciari, La mente inquieta. Saggio sull’umanesimo.p. 99)
In Ficino nessuna certezza, nessuna astrolatria: i segni non ci conducono alla conoscenza perfetta delle cause. Il determinismo dell’astrologia araba, di ascendenza stoica, viene sempre respinto. Ficino nella epistola del 1494 si compiace con Poliziano del fatto “che Pico abbia scacciato e deriso i pronostici degli astrologi”
Tuttavia i segni del cielo significano[2] e il medico deve conoscerli (De vita, del 1489). Del resto medicina del corpo e medicina dell’anima sono inseparabili: ta corpo e anima è lo spiritus a mediare. La stella, corpo e anima anch’essa, imprime in noi un carattere. Il cielo è in noi. Bisogna intendere i segni “Filologica è anche l’astrologia dell’Umanesimo” (p. 100). Nessun astro è abbastanza forte da vincere l’uomo pio. Ma è filosoficamente indispensabile conoscere la simpatia universale, il collegarsi degli elementi del tutto vivente, nulla di apsychos e il vivente sente il vivente. C’è collegamento e amicizia anche tra noi e le stelle. I nostri corpi si copulano con quelli dei pianeti (De amore, VI, 4), 1474
Nel De vita (1489) Ficino esplicita che esiste una potenza propria dei segni i quali ‘traggono lassù’ l’anima. Keplero ancora considera misurabile la costante influenza degli astri sul mondo sublunare.

Commento mio
Dostoevskij fa dire allo stariez Zossima che "il mondo è come l'oceano; tutto scorre e interferisce insieme, di modo che, se tu tocchi in un punto, il tuo contatto si ripercuote magari all'altro capo della terra. E sia pure una follia chiedere perdono agli uccelli; ma per gli uccelli, per i bambini, per ogni essere creato, se tu fossi, anche soltanto un poco, più leale di quanto non sei ora, la vita sarebbe certo migliore"[3]. Bisogna dunque cogliere i nessi.

"Dunque, poiché tutte le cose sono causate e causanti, aiutate e adiuvanti, mediate e immediate, e tutte sono legate da un vincolo naturale e insensibile che unisce le più lontane e le più disparate, ritengo che sia impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto, così come è impossibile conoscere il tutto senza conoscere le parti"[4].

Molto prima di Pascal[5] Platone [6] aveva detto che tutta la natura è imparentata con se stessa (th'" fuvsew" aJpavsh" suggenou'" ou[sh"Menone, 81d).
Nel Menesseno Platone scrive :"ouj ga;r gh' gunai'ka memivmhtai kuhvsei kai; gennhvsei(nella gravidanza e nel parto), ajlla; gunh; gh'n".

 At the Thesmophoria they tried to persuade the Earth to imitate them[7], alle Tesmoforie le donne cercavano di persuadere la Terra a imitare loro.
Robert Musil in L'uomo senza qualità assimila appunto la terra alla donna. "Ulrich la trattenne e le mostrò il paesaggio. - Mille e mille anni fa questo era un ghiacciaio. Anche la terra non è con tutta l'anima quello che momentaneamente finge di essere - egli spiegò - . Questa creatura tondeggiante è di temperamento isterico. Oggi recita la parte della provvida madre borghese. A quei tempi invece era frigida e gelida come una ragazza maligna. E migliaia di anni prima si era comportata lascivamente, con foreste di felci arboree, paludi ardenti e animali diabolici"( p.279).

Concludo citando D'Annunzio: in Il Piacere Andrea Sperelli dichiara che "fra i mesi neutri" aprile e settembre preferisce il secondo in quanto "più feminino... E la terra? - aggiunge - Non so perché, guardando un paese, di questo tempo, penso sempre a una una bella donna che abbia partorito e che si riposi in un letto bianco, sorridendo d'un sorriso attonito, pallido, inestinguibile. E' un'impressione giusta! C'è qualche cosa dello stupore e della beatitudine puerperale in una campagna di settembre!"(p. 169).
 Infine in Il Fuoco l'amante non più giovane viene assimilata, tra l'altro, a "un campo che è stato mietuto"(p. 306).



[1] Se ne veda l’utile antologia curata da Ornella Pompeo Caracovi: M. Ficino, Scritti sull’astrologia, Milano, 1999.aracovi
[2] Come il signore di cui c’è l’oracolo a Delfi: “ou[te levgei ou[te kruvptei ajlla; shmaivnei (Eraclito, 120, diano)
[3]F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov , del 1880, p.402.
[4] B. Pascal, Pensieri, p. 143.
[5] 1623 - 1662
[6] 427 - 347 a. C.
[7]  Dodds, The ancient concept of progress, p. 147.

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