L' infelicità dipende dal caos interno che cozza con
il cosmo dell’artefice sommo.
Nel Timeo Platone
scrive : “ e„ mn
d¾ kalÒj
™stin Óde
Ð kÒsmoj
Ó
te
dhmiourgÕj ¢gaqÒj, dÁlon æj prÕj tÕ ¢…dion œblepen· e„
d Ö
mhd' e„pe‹n tini qšmij, prÕj gegonÒj. pantˆ d¾ safj
Óti
prÕj tÕ ¢…dion· Ð mn
g¦r k£llistoj
tîn gegonÒtwn, Ð
d' ¥ristoj tîn a„t…wn” (29 a), se il cosmo è bello e
l’artefice è buono è chiaro che guardò al modello eterno; se no, cosa che non è
nemmeno lecito dire ad alcuno, ha guardato a un modello già nato.
Ma è chiaro a ciascuno che guardò a quello eterno: più bello di
quelli nati, l’ottimo tra gli autori
Più
avanti ( Timeo,
47 b-c) Platone afferma che dio ha trovato per noi e ci ha donato la vista affinché,
osservando nel cielo i giri della Mente, ce ne avvalessimo per i moti circolari
del nostro modo di pensare, dal momento che sono affini a quelli, agli ordinati
i disordinati, e imparando e divenendo partecipi della esattezza dei calcoli
veri secondo natura, e imitando i giri della divinità che sono regolari,
potessimo correggere quelli che vanno errando dentro di noi
Vediamolo
in greco
qeÕn
¹m‹n ¢neure‹n dwr»sasqa… te Ôyin,
†na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej
periÒdouj crhsa…meqa
™pˆ
t¦j perifor¦j t¦j tÁj par' ¹m‹n diano»sewj, suggene‹j
™ke…naij
oÜsaj, ¢tar£ktoij tetaragmšnaj, ™kmaqÒntej d
kaˆ
logismîn
kat¦ fÚsin ÑrqÒthtoj metascÒntej, mimoÚmenoi
t¦j
toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsaj, a{" toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsaj, t¦j ™n ¹m‹n peplanhmšnaj katasthsa…meqa.
Quindi (Timeo, 90, c-d) “p©sa ¢n£gkh (…) eâ kekosmhmšnon tÕn da…mona sÚnoikon
˜autù, diaferÒntwj eÙda…mona enai. qerape…a d d¾ pantˆ pantÕj
m…a, t¦j o„ke…aj ˜k£stJ trof¦j kaˆ kin»seij
¢podidÒnai. tù d' ™n ¹m‹n qe…J suggene‹j e„sin
kin»seij aƒ toà pantÕj diano»seij kaˆ perifora…· taÚtaij
d¾ sunepÒmenon ›kaston de‹, t¦j perˆ t¾n gšnesin ™n tÍ
kefalÍ diefqarmšnaj ¹mîn periÒdouj ™xorqoànta di¦ tÕ katamanq£nein
t¦j toà pantÕj ¡rmon…aj te kaˆ perifor£j”, è del tutto necessario (…)
che colui il quale ha tenuto in ordine la parte divina che abita in lui sia
sopra tutti felice.
La cura del tutto è per ciascuno
una sola, assegnare a ciascuna parte nutrimenti e movimenti appropriati. Sono
congeniali alla nostra parte divina i movimenti, i pensieri e le circolazioni
dell’universo. Dunque ciascuno deve seguire questi, correggendo i circuiti
guasti nella testa già sulla nascita, attraverso l’apprendimento delle armonie
e circolazioni dell’universo.
Cfr. Giocasta nelle Fenicie (vv.
543-544)
Nessun commento:
Posta un commento