Talora del resto quelli che erano stati perseguitati per difendersi, per
reazione smodata, sono arrivati a offendere, persino a commettere crimini.
Torquemada e Stalin non tolgono valore a queste
teorie.
Mal fondata è la felicità che si basa sul
possesso della “roba”. Mutua accepimus. Usus fructusque noster est
Rimaniamo nelle Fenicie dove "Eteocle incentra tutto il
suo elogio della tirannide sul "di più"[1], Giocasta
obietta: "tiv d j e[sti to; plevon; o[nom
j e[cei monon:/ejpei; tav g j ajrkounq j iJkana; toi'" ge
swvfrosin", vv. 553 - 554, che cosa è il più? ha soltanto un nome; poiché il
necessario basta ai saggi.
Le ricchezze non sono proprietà privata dei mortali (ou[toi
ta; crhvmat j i[dia kevkthntai brotoiv, Fenicie, 555), noi siamo curatori
di cose che gli dèi possiedono (ta; tw'n qew'n d j
e[conteς ejpimelouvmeqa, 556) e quando essi vogliono, ce li ritolgono o{tan
de; crhv/zw's j, au[t j ajfairou'ntai pavlin (557).
Una posizione echeggiata da Menandro nel Duvskolo~ (del 316 a. C.), quando
il possidente Callippide dice che non vuole prendersi un genero e una nuora
pezzenti, e il figlio Sostrato, il quale vuole sposare una ragazza povera e
dare la sorella in sposa al fratello di lei, risponde al padre che lui non è
veramente padrone delle cose che ha, ma esse appartengono tutte alla fortuna: “th'~
tuvch~ de; pavnt j e[cei~” (v. 801).
Luogo simile in Seneca che nella Consolatio ad Marciam (10, 2)
scrive: "mutua accepimus. Usus fructusque noster est",
abbiamo ricevuto delle cose in prestito. L'usufrutto è nostro.
Il vescovo Ambrogio (374 - 397) scrive:
“Nescit natura divites quae omnes pauperes generat. Neque enim cum
vestimentis nascimur, cum auro argentoque generamur. Nudos fundit in lucem
egentes cibo amictu poculo, nudos recipit terra quos edidit, nescit fines
possessionum sepulchro includere (…) omnes similes creat, omnes similes gremio
claudit sepulchri De Nabuthae historia (2)
Non de tuo largiris pauperi sed de suo
reddis” (53)
p. s. di
me non preoccupatevi: ho sempre reagito bene: intelligentemente umanamente e
mitemente, e pure efficacemente, a calunnie, angherie, prevaricazioni.
baci gianni
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