Una interpretazione di Sofocle difettosa e discutibile, quindi non indegna di essere discussa
Fromm
in Il linguaggio dimenticato – The forgotten
language - sostiene che Edipo è legato alle donne : appartiene al
mondo matriarcale, quello dell’amore secondo lo psicoanalista
americano, non a quello patriarcale del potere.
Sentiamo
alcune sue parole: “Vediamo che il tema ricorrente nelle tre
tragedie è il conflitto tra padre e figlio. In Edipo
Re,
Edipo uccide il padre Laio che aveva tentato di togliere la vita al
bambino; in Edipo
a Colono,
Edipo dà sfogo al suo intenso odio contro i figli, e in Antigone
troviamo ancora lo stesso odio fra Creonte ed Emone[1] (…)
Se interpretiamo Edipo
Re alla
luce dell’intera trilogia[2],
è plausibile ritenere che anche in Edipo
Re il
vero problema sia il conflitto fra padre e figlio e non quello
dell’incesto (…) Creonte rappresenta il principio strettamente
autoritario sia nella famiglia che nello Stato, ed è contro questo
tipo di autorità che Emone si ribella. Un’analisi dell’intera
trilogia di Edipo indicherà che la lotta contro l’autorità
paterna ne costituisce il fulcro e che questa ribellione affonda le
sue radici nell’antico conflitto fra il sistema di società
patriarcale e quello matriarcale. Edipo, come Emone e Antigone,
rappresenta il principio matriarcale; essi si ribellano a un ordine
sociale e religioso basato sui poteri e sui privilegi del padre,
incarnato da Laio e da Creonte”[3].
Poco
più avanti Fromm considera “un altro aspetto del mito di Edipo-la
relazione di di Edipo con la Sfinge”. Questa “sembra pure mettere
in risalto la relazione fra Edipo e il principio matriarcale (…) se
osserviamo l’enigma più attentamente siamo colpiti dalla sua
facilità a paragone della ricompensa che è im palio per la
risoluzione. Qualunque dodicenne intelligente potrebbe indovinare che
chi cammina prima su quattro, poi su due e infine su tre, è l’uomo
(…..) In se stesso l’enigma, che per essere risolto non richiede
altro che un po’ di intelligenza, serve soltanto a velare il
significato latente della domanda, cioè l’importanza dell’uomo
(…) Edipo diventa il salvatore di Tebe, dimostrando alla Sfinge,
con la sua risposta, che egli appartiene allo stesso mondo che è
rappresentato da Antigone e che è l’espressione dell’ordine
matriarcale” (pp. 201-203)
L’epoca
del matriarcato sarebbe quella del vero umanesimo
"
Secondo la concezione matriarcale tutti gli uomini sono uguali, dato
che essi sono tutti figli di madri e ognuno è figlio della Madre
Terra. Una madre ama allo stesso modo tutti i suoi figli, senza
preferenze, dato che il suo amore si basa sul fatto che sono suoi
figli e non su un particolare merito o successo; lo scopo della vita
è la felicità degli uomini, e non vi è nulla di più importante
dell’esistenza e della vita umana" (p. 198)
Questa
analisi è molto discutibile e non priva di errori, ma voglio
riferirla perché ci farà, appunto, discutere.
L’amore
matriarcale supposto da Fromm corrisponde alla Nobil natura (v. 11)
immaginata da Leopardi nel Canto finale (1836) La ginestra:
“tutti
fra se confederati estima
Gli
uomini, e tutti abbraccia
Con
vero amor, porgendo
Valia
e pronta ed aspettando aita
Negli
alterni perigli e nelle angosce
Della
guerra comune… (vv. 130-135)
[1] I
due sono in contrasto ma non si odiano..
[2] Non
era una trilogia.
[3] E.
Fromm, Il linguaggio dimenticato, trad. it Bompiani, Milano, 1962,
p. 195
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