NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 9 settembre 2024

Conclusione del 13 giugno 1981. Altri appunti non rielaborati.


 

E' mezzogiorno. Sono arrivato a Monghidoro da dove lei mi

telefonò a Moena la prima volta che ci andai da quando eravamo

amanti. Temevo che mi tradisse e pure che mi si attaccasse

pessuma ac divorsa inter se mala 7

  E poi?

Nella chiesa del paese ho pregato: per lei, che sia felice, vivat

valeatque8.

  Temo però che la sua scarsa razionalità la porti a fare

degli errori in pregiudizio della felicità. Non è del tutto disonesta,

dal momento che mi ha parlato. In ogni caso è debole e

superficiale. Le piace provocare, stuzzicare, creare scene per farsi

credere importante; mentre al cuore e all'intelligenza non dà

importanza poiché ella difetta di tali qualità. Poi è carente di

immaginazione come l'amasio di Oscar Wilde (De Profundis ).  

.

7

Sallustio, Bellum Catilinae, 5. Vizi orribili e opposti tra loro.

8

Viva e stia bene. Cfr. Catullo, Carmi,  11, v. 17.


 

 

 

Lo capisti bene quando non ti scrisse a Debrecen: allora si videro i

limiti della persona.

Tu hai bisogno di una donna morale, sensibile, intelligente. Di

fronte a queste qualità supreme,

l'età e l'aspetto esterno

passerebbero in secondo piano.

E' solo mezzogiorno e trentacinque: il tempo non passa mai, altro

che "fugit irremeabile tempus "! Non era "irreparabile "? "Nescio,

sed fieri sentio et excrucior "9.

.E' da ieri mattina alle sette che non

dormo.

Non aspettare una telefonata da lei: non volere vederla, poiché

potrebbe incantarti. Evitane il fascino, la

baskaniva

. At tu  destinatus, obdura10.

 

Starai male per un poco, siccome perdi pur sempre uno scopo

nella vita, ma così ti metti in condizione di trovare l'amore che

con lei da due anni non c'era. Lo sentivi per Marisa, l’hai vissuto con Elena.

Con Ifigenia era libido più che altro.

Confronta il viaggio a Marina di Ravenna del giugno del 1979 con

quello di ieri: due anni fa la creatura ti aspettava emozionata e

tremante come un uccellino dopo avere chiesto ai suoi amici di

andare via per trovarsi sola con te al momento dell'incontro che fu

un volo nelle tue braccia,

neosso;" wJsei; ptevruga" ejspivtnwn

ejmav""

 

 (come un uccellino rifugiandoti nelle mie ali, Euripide,

Troiane, 751).

 

Ieri, a Le Grand Hotel di quella schifosa Riccione è arrivata in

ritardo, è corsa dentro una caverna buia e affollata di schiavi,

come quella platonica, ha bisbigliato qualcosa nell'orecchio di una,

poi ti ha detto, con imbarazzo, reticenze e mezze bugie che era

"stata" con l'eterno istrione. Poveretta! Se penso alla vitalità

prepotente e sana di allora, alle attese di felicità con me, e le

confronto con la stanchezza sudata, con il traguardo fasullo

raggiunto nella camera dell'Hotel Savioli, provo pena per lei e

dispetto per me.

Ho visto una rana schiacciata sulla strada della Futa. Eri tu. Una

canzone degli anni Cinquanta, o primi anni sessanta faceva

così:" Una notte ho sognato un villaggio sul fiume

Note

9Fugge il tempo non percorribile all'indietro, irrecuperabile. Non lo so, ma sento

che accade e mi tormento, Cfr. Catullo, Carmi,  85, v. 2.

 

10Ma tu risoluto, tieni duro. Cfr. Catullo, Carmi, 8, v. 9.


 

 

Poi andava avanti finché diceva:"Con un dolce sorriso che alludeva

all'amor : ERI TU ".

 

Intanto il bambino

caduto nel pozzo scivolava via  dalle mani viscide dei soccorritori,

e moriva.

Due anni fa, dopo il volo tra le mie braccia, il palpitare affrettato del

cuore, i sorrisi e le lacrime di felicità, andammo sulle sdraie a

guardare il cielo; e,

anche se

dicevamo sciocchezze, ci

ascoltavamo a vicenda perché l'uno era meraviglioso e molto

interessante per l'altro, mentre parlava della stagione bella e

dell'amore che ci teneva insieme. Allora io cercavo di superare i pregiudizi

della mia generazione disgraziata e della mia famiglia

infelice: mi avevano imposto un veto all’amore di una ragazza non illibata, e proletaria per giunta.

Questi fattori hanno contribuito all'insuccesso finale. Le zie speravano che sposassi “una brava collega”. Vergine, si intende, con tanto di stipendio e magari pure di dote.

 Se

fossi stato il tuo primo uomo probabilmente (e me ne vergogno a riconoscerlo)

avrei avuto maggiori riguardi per te, e forse anche tu per me; una

tua situazione socio-economica più elevata, avrebbe significato

una visione meno depressa del mondo, altre esperienze di vita,

argomenti in comune, e una brama meno struggente, da parte tua poveretta, di

soldi, fama, successo. Questa è la tua vera miseria.

Credo che se avrò il coraggio di accoppiarmi un'altra volta, la

prossima donna dovrà essere prima di tutto intelligente e morale,

ma avrò un occhio anche per l'educazione della persona.

Da scolaro alle medie ero innamorato di una ragazzina brava a scuola quanto me e molto bellina. E’diventata una collega brava è si è sposata con uno, un altro molto diverso da me.  Era plausibile come moglie ma non  era destino per me.

 

 

A proposito, sai che cosa è morale? Favorire la vita.

La televisione aspetta la morte  di quel bambino.

E quando con i tuoi sbaciucchiamenti mi impedivi di vedere il

telegiornale, i film, gli spettacoli teatrali?

Mi stancavi e mi spingevi al vagheggiamento di un'altra. Te ne

accorgevi e dicevi, non senza qualche ragione:"Per te è una

fortuna tutto questo!". E siccome io, poco lungimirante, non lo

capivo, aggiungevi:"Mi cercherai, e non mi troverai!".

Com'è vero!

Adesso ho tempo abbondante e non so che farmene.

No, no: devo scrivere un capolavoro!

Ifigenia ha un limite fondamentale: riesce a comunicare solo

con il sesso; tutta la sua vitalità, tutto il suo genio è concentrato lì.

Non è lei che ha la vagina, è la vagina ad avere lei (Otto

Weininger, Sesso e carattere). Tre anni fa per parlare con me volle


 

 

 

venire nel mio letto; ieri sera, per imparare qualcosa dall'attore

famoso, l'ha seguito in camera.

Taratatattà“Ragazzi in camera!”

Perché mi devono capitare donne

cui prude tanto il sesso? Eppure io gratto un bel po' un bel po', per

dirla alla pesarese.

Devo trovare una donna che abbia qualcosa da dire fuori

dall'alcova. Gli esseri umani sanno parlare. Chi è fuori dal logos è

anche estraneo al pathos11.

 

C'è un cielo grigio  e afoso, da Morte a Venezia. Spero che mi telefoni. Eppure so che

non devo tornare con lei. Ne verrebbe fuori un rapporto con tutti i

difetti di prima, e un'aggiunta di sadomasochismo. Questa mattina

all'alba, mentre cercavo di addormentarmi, mi veniva in mente la

sua espressione da bambina quando avvicinava il naso a uno dei

miei occhi, me lo faceva chiudere, quindi rideva contenta. Poi

diceva:"Tanto, tanto caro".

Pazza, figliola, monella. (Thomas

Mann, La montagna incantata).

Sembra incredibile che la libidine trasformi una persona così

radicalmente: lei, la mia creatura che  amavo, pater ut gnatos

diligit , non ut vulgus amicam12,

 , ieri con aria dura e imbarazzata,

ha evitato il contatto con me siccome ne aveva trovato uno più

prestigioso.

 Il vecchio trombone soffiando a perdifiato nella sua

tartarea tromba dal rauco suono (Tasso), l'ha tratta nel precipizio con sé (Virgilio).

I miei suoni più sommessi sono stati presi per segnali di debolezza

e languore. Ha pensato che non sono un vincente, e tanti saluti!

In uno sprazzo di ottimistica fiducia, o di piaggerìa, mi chiese un

monologo. L'avevo iniziato così:

"Arrivammo sullo Starnbergersee al tramonto. Ci fermammo

nell'albergo più vicino alla croce di Ludwig. Credevamo di

trovare l'estate poiché eravamo partiti con il caldo, invece il lago

si stava oscurando nel freddo, e un cigno rabbrividiva sull'acqua

increspata da un vento gelido. Pensai allo spirito malato del sire.

La notte aveva sepolto il cielo con l'ombra (Eneide, VI). La sala

da pranzo era piena di borghesi soddisfatti, poiché si mangiava

 

Note

11

“Il pathos in tal senso è una potenza in sé stesso legittima dell’anima, un

contenuto essenziale della razionalità e della volontà libera” (G.W.F. Hegel,

Estetica, Tomo I, p. 306, trad. it. Feltrinelli, Milano, 1978).

12

Come un padre ama i figli, non come il volgo l'amante. Cfr. Catullo, Carmi, 72,

vv. 3-4.


 

 

 

bene e il servizio era buono. Parlavamo del lunatico re, delle sue

stravaganze, della sua solitudine immensa, della sua morte: con

simpatia poiché detestava anche lui la canaglia borghese, e con

enfasi, siccome non avevamo altro da dirci.

Dopo cena camminammo lungo il

lago per un sentiero

sprofondato tra grandi alberi ancora spogli ma capaci di oscurare

la luce incerta di una luna tenue. Cercavamo la croce. Avevo

paura. La notte aveva tolto colore alle cose, alla mia pelle e al suo

volto. Si sentivano  cagne ululare nell'ombra (Eneide, VI).

 

Sotto questo abbozzo, poche sere fa, scrissi:"ti amo, ti amo". Poi

guardai Ifigenia che mi fissava e rispose:"anche io, tanto!";

Però non è una gran cosa: al massimo può servirmi come

materiale grezzo per un capitolo sul viaggio in Baviera.

Ieri, quando mi ha detto, histrionali studio 13,

,che veniva dalla

camera di quello, la mia faccia deve avere assunto l'aspetto di un

teschio svigorito (Odissea, XI). Infatti colei mi guardava anche

con pena.

L'istrione decrepito per una sera potrà averti parlato di teatro

meglio di me, ma le considerazioni che facevamo insieme

osservando e leggendo,  non le farai né con lui, né con altri: il

nostro prossimo viaggio in Grecia ci avrebbe suggerito riflessioni

e discorsi vivi, intelligenti; avrebbe offerto dialoghi belli al

capolavoro che progettavamo. Non è poi vero che non si parlava.

La spinta in avanti che mi hai dato tu, non l'ho  mai ricevuta da

nessuna donna. Päivi mi ha motivato "solo" a studiare. Tu a vivere

e a scrivere. Vedo che comincio a farlo con maggiore obiettività e

che il risentimento lascia il posto alla comprensione.

Però non mi devo intenerire troppo: ieri lei mi ha inferto un grossa

mazzata nella testa. Se mi rialzerò sarà merito solo della mia

vitalità faustiana, o, detto in maniera meno letteraria, da gatto

randagio.

 

 

 

Ora sono a Pesaro al mare, il mare mio. Due anni fa Desdemona era a

Modena, e io temevo che mi tradisse, o non mi amasse abbastanza,

Nota

13

Cfr. Tacito, Annales, 16. Con libidine da istriona, o meglio, per l'istrione.


 

 

 

e spasimavo per una sua telefonata. Ricordo un giorno che pioveva

a dirotto. Veniva giù acqua calda. Ero con Ezio e Alfredo davanti

al cinema Odeon : aspettavamo l'inizio di un film del festival

pesarese. Loro mangiavano pane e salame; io telefonai a casa per

avvertire che non rientravo. Rispose la zia Rina la “badessa” secondo sua madre, la “sbirra” secondo il su’ babbo. Disse con disappunto

che aveva chiamato una ragazza, tale Ifigenia. Tripudio sopra una pozza.

Danza (pirrica? No, meglio salica) sotto la pioggia che divenne

aurea, come quella di Danae; mi impregnai di gioia solo per

quell'avviso di telefonata: vedevo cadere dal cielo fili d'oro sulla

strada e sui tetti della città.

Rivedo la scena del Grand Hotel di Riccione. Desdemona non

c'è e i suoi conoscenti che mi conoscono, mi evitano. A

mezzanotte e un quarto è già chiaro come stanno le cose. Poi lei

arriva con volto scuro, freddo, quasi ostile. Viene dalla camera del

famoso il quale l'ha convinta del fatto che un attore non deve avere

identità né morale. E' roba da piccolo borghesi. Se c'è gente

moralisticamente immorale è proprio la borghesia . "Una

classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo, la

guerra, la disoccupazione "14. Don Milani: un prete sublime.

 Sono così assenti dalla vita dei più, i

princìpi estetici e morali che la gente, quando ne parla, lo fa per

dirne male o per riderne. Io sto solo perché prendo sul serio sia

l'onestà sia la bellezza; che questa sia mercificabile, quella

ridicola, sono luoghi comuni di gente capovolta:

Mutatus ordo est, sed nil propria iacet;/ sed acta retro cuncta”, è

mutato l'ordine naturale e nulla si trova al suo posto; ma tutto è

invertito (Seneca, Oedipus, vv. vv. 366-367). Desdemona quando

era buona e voleva insegnarmi a

essere buono, era

splendidissima, felice e cominciava a rendere felice anche me.

Purtroppo l'ho compreso tardi, quando lei oramai non lo capiva

più, sicché siamo stati quasi sempre sfasati.

Il mare è ventoso. Non è piacevole starci. Ma l'aspetto deve tenere,

e l'abbronzatura è l'altro grande cosmetico, oltre la ginnastica di

Platone. E’ una delle giornate più lunghe: quasi quanto il Bloom's

day . Sto cercando di immaginare la telefonata che farà, se la farà,

 

Note

14

Don Lorenzo Milani, Lettera a una professoressa.

15

Il 16 giugno, giorno nel quale si svolge l'Ulisse di Joyce.


 

 

 

questa sera alle otto. Starà sulle sue, come se l'offesa fosse lei. E'

la tattica delle donne quando la fanno grossa all'uomo e,

nondimeno, vogliono continuare a sfruttarlo.

 Sorprendile una volta

con le mutande abbassate, e non te lo perdonano più (Joyce

appunto).

Ora devi abituarti alla mancanza di lei. L'abitudine anestetizzerà il

dolore (Proust). Eppure quello di oggi non lo dimenticherò mai;

nel ricordo lo accoppierò con le grida di aiuto di Alfredo.

Tanta pena però non deve ricadere su femmine umane innocenti:

ricordalo! Non fare come le cretine che odiano tutti gli uomini,

siccome hanno ricevuto dei torti da uno o da dieci o da cento

maschi. Del male che ci siamo fatto a vicenda, siamo responsabili

soltanto noi.

Devo rendere eterni questi avvenimenti. Assomigliano alla storia

del genere umano: dall'età dell'oro con allegre esplosioni di

sperma quando non esisteva la guerra né la miseria ed eravamo

vicini agli dei (Mahabharata ), all'età del ferro nella quale tutti

usano e odiano tutti. Presto gli uomini avranno i capelli bianchi fin

dalla nascita (Esiodo).  Devo accrescere l'intensità delle percezioni

di chi mi legge.

Le tre viole che raccolsi il 15 marzo dunque erano i tre mesi che ci

restavano ancora. E le altre tre? Ancora tre mesi? Solo se saranno

funzionali al romanzo.

Quando l'amavo, prendevo i suoi difetti per altrettanti pregi:

l'insicurezza per mitezza, mentre quella è feroce, bipede pantera nera; la mancanza di

profondità per semplicità e naturalezza, mentre è artefatta quasi

fino alla volgarità (cfr. "rozza e affettata" di Manzoni). Scambiavo

i suoi nervi spezzati per sensibilità fine, la sua disponibilità a fare

sesso per sensualità; il disordine mentale e l'insufficienza

dell'educazione per spontaneità. Forse mi aveva colpito anche una

certa somiglianza con alcune donne di casa mia. All'inizio cercavo

di frequentarla poco, siccome non aveva granchè da dire ("non

spazia molto" diceva Fulvio) ma una domenica che non telefonò,

sentii una stretta al cuore. Una necessità ansiosa di vederla

(Proust, Swann per Odette).

Ma cosa fa ora la disgraziata, randagia sulla spiaggia babelica?

Manca mezz'ora alla sua telefonata: voglio caricarmi di ira per non

lasciare che mi faccia del male, se mi trova rilassato. Sono stanco


 

 

 

di questa storia caotica. Devo darle una forma e un significato con

il metodo mitico (Eliot) e la rielaborazione letteraria. Ifigenia-

Elena di Troia; Ifigenia-Ifigenia di Euripide; Ifigenia-Desdemona di Shakespeare.

: "Your wife,

my lord; your true and loyal wife"16.

 

Qui sulla spiaggia ventosa un giorno  del luglio del '79 venne a trovarci

Danilo . Ho le foto.

Ifigenia è

una

bellezza;

Tamino è brillo

perfino in

fotografia."Bevevano i nostri padri? bevevano le nostre madri? E

noi che figli siamo beviam beviam beviamo! "17

 .

Si rovinerà quel ragazzo se seguita a bere. Ma quali ragazzi?

Ci stiamo avviando ai quaranta, l'età cupa dei vinti (Gozzano? Sì).

Poi la vecchiaia, "l'orrida vecchiaia dai denti finti e dai capelli

tinti", sempre Gozzano. La casta Susanna (Ifigenia ) in mezzo

ai vecchioni aveva addosso qualcosa di primitivo e di bello: una

pelle di cerbiatto. Danilo disse

: "che bea putèa, cara da dio! ". Io pure,  dentro di me, sebbene

avessi un'aria quasi

compunta: gesuita, pretificato

istrione!(Joyce).

Ieri la ragazza era una calcolatrice spietata. Ha perso, o non ha mai

avuto, la primitività, dote che nell'arte dei commedianti è decisiva

(T. Mann, Doctor Faustus ).

Al telefono cercherà di blandirmi per farsi aiutare a preparare

l'esame. "Quanto sei bello, quanto sei buono, morale e ottimo a

scrivere: bravo! bravo!  arcibravo! "18

Vada a dirlo al guitto

prometeico; si faccia aiutare da quel titano sfuggito alla scitica

rupe! "Faccia il nostro grande attore, grande attrice pure te!” 19

 

Diventerà morale quando sarà del tutto infelice, se non è del tutto

scema. Manca mezz'ora. Vado a casa.

Mancano dieci minuti. sono molto innamorato e infelice.

Potremmo rimetterci insieme se lei dicesse che ieri sera non è

Note

16

Shakespeare, Otello, IV, 2. Vostra moglie, mio signore, la vostra fedele e leale

moglie.

17

Cfr. A. Döblin, Berlin Alexanderplatz, trad. it. Rizzoli, Milano, 1974, p.215.

18

Cfr. Don Giovanni, Da Ponte-Mozart, I, 15.

19

Cfr. Don Giovanni, Da Ponte-Mozart, I, 9.


 

 

 

tornata da lui siccome ama me. Dio fai che sia così. Io amo quella

ragazza con tutti i suoi difetti, e lei ama me nonostante tutto. Le

otto meno quattro. Il sole si è nascosto da poco dietro uno spigolo

del tetto della casa di fronte. Ora salgo con i piedi sul tavolo per

cercare di vederlo e pregarlo. Non sono riuscito a rivederlo. brutto

segno, ma lo prego lo stesso.

Ha telefonato. E' finita. Ha detto che sono una gran persona e che

devo continuare a coltivarmi: leggendo, ricordando, parlando e

scrivendo. Ma lei per qualche tempo deve stare sola. Fine della

storia. Era gentile e amichevole. Ora sono più calmo. Tre anni

buttati via per un abbaglio. Si accorgerà presto quanto sia falso

quel mondo e quanto di autentico ci fosse nel nostro amore. Nel

mio di sicuro. Starà peggio di me poiché fare il male, è male più

grande che subirlo:"

mei'zon mevn famen kako;n to; ajdikei'n,

e[latton de; to; ajdikei'sqai

"(Platone, Gorgia, 509c). Del resto il male e il bene ce lo siamo fatto a vicenda

Sono fiero

del fatto che non l'ho mai umiliata come lei me, ieri sera.

Pesaro 9 settembre 2024 ore 17, 28 giovanni ghiselli

 

p. s. il 13 giugno 1981 è concluso. Pochi giorni fa ho saputo che il 13 giugno 2024 è morta l’ex ragazzina della scuola media, Marisa, di cui sono stato tanto innamorato quando ero fanciullo che la sognavo ogni notte e tutti i giorni andavo sotto casa sua a sospirare davanti alla porta chiusa a cantare  ogni volta un paraklausivquron, lamento davanti alla porta chiusa, invano. Sarei morto pazzo se nel luglio 1971 Elena non  mi avesse aspettato affacciata alla finestra del collegio numero 1 dell’Università estiva di Debrecen. Arrivai di corsa scappando da una cena di consumisti. Quando giunsi anelo Elena era lì che sperava di vedermi arrivare.  L’intesa con Elena è stata la più bella della mia vita: mi ha infuso tanta felicità che da allora ho superato ogni dolore, ho saltato tutti gli ostacoli problhvmata che prima mi sembravano insormontabili.

 

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