NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 7 settembre 2024

Ifigenia si prepara a recitare Storie del bosco viennese di Ödön Von Horváth.


  

Argomenti

Le lezioni del mese di maggio. L'elezione di Mitterand a

Presidente della repubblica francese. La probabile rivincita

padronale. Desdemona scala il monte delle formiche con la

bicicletta. La preparazione dell'esame di recitazione. Storie del

bosco viennese. con la denuncia del pericolo, sempre vivo,

dell'intolleranza che nasce dall'ignoranza.  Marianne, Oskar e

Alfred.

 

Studiai tutto il mese di maggio per preparare Desdemona all'esame

di maturità. Lavoravo quasi sempre per lei, eppure sentivo che il

nostro connubio sarebbe finito assai presto: infatti le mie lezioni

erano l'unico contatto reale tra noi.  Oramai non potevo offrirle

altro: quella, oltre non volere darmi niente, non desiderava che aiuti

 da me, e mi contraccambiava

soltanto con un pochino di attenzione a quanto dicevo. Il sesso stava

sparendo. A un rapporto privo di basi morali e scopi comuni, se

togli le copule, cavi ogni cosa. "Birth, and copulation and death./That's all, that's all, that's all, that's all,/Birth, and copulation, and death "1.

Desdemona, finito il liceo, voleva

lavorare nel teatro che attirava anche me;  io però lo

consideravo un luogo di educazione e cultura, mentre nelle sue aspettative

era un mezzo di esibizione personale e di rivalsa su frustrazioni

sociali.

Per giunta soffrivo il raffreddore da fieno che non mi lasciava

dormire bene: ero stanco, svuotato, depresso, come succede

sempre alla fine di un ciclo. Eppure non mi lamentavo né

bestemmiavo il nome benedetto del Signore che prima dà, poi

toglie2.

 Sapevo che presto la congiuntura sarebbe cambiata. Poi

avevo capito che le possibilità delle cose sono soltanto le cose

stesse. Era completamente inutile agitarsi o prendersela con chissà

chi: dovevo terminare il ciclo; dopo si sarebbe visto. Ancora una

volta i fati avrebbero trovato la strada3 . Come quando cercavo la via per arrivare a Debrecen nel luglio del 1966. Ben più desolato, sprovveduto e spaventato ero allora.

A metà mese feci una

 

 

 

Note
1 T. S. Eliot
Frammento di un agone. Nascita, e copula e morte, tutto qui, tutto qui, tutto qui, tutto qui, Nascita, e copula, e morte.

2Cfr. Antico Testamento, Giobbe, I, 20:"Nudo uscii dal seno di mia madre,/e

nudo vi ritornerò./Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,/sia benedetto il nome del

Signore!".

2Cfr. Eneide, III, 395: "fata viam invenient ".

 

 

mezza giornata di pausa, stremato. Era un venerdì, dopo la scuola.

Invece di studiare, pensavo.

"Amo ancora quella ragazza perché ha del carattere e scopi

collegabili al mondo della cultura; lei non mi ama poiché spera di

trovare meglio; cercherò di tenerla con me fino a quando mi

assegnerà compiti utili anche alla mia crescita e non avrà

calpestato la mia dignità, cosa che non tarderà a fare del resto. Tra

noi va male assai, ma  non sono del tutto infelice, siccome trovo

comunque qualcosa di buono in me stesso. Ero più insicuro e

scontento nell'estate del '74, quando c'era l'amore di Päivi incinta di me

 

e

sembrava funzionare benissimo, ma io aspettavo ogni cosa

positiva da lei poiché a trent'anni avevo combinato troppo poco di

buono, e non avevo autostima. La finnica mi ha aiutato a capire

e superare la mia insufficienza; Ifigenia quattro anni dopo mi

ha dato la spinta verso le egregie cose. Quando ho compreso

questa sua funzione suprema, altri due anni più tardi, ho cercato di

raddrizzare

e

correggere il nostro amore distorto da

un'

impostazione immorale. Soffrendo cerco di espiare il male che le

ho fatto, per convincerla a cominciare di nuovo, in termini di

intelligenza e onestà. Se il mio compito è scrivere, la donna della

mia vita può essere lei".

 

L’elezione di Mitterand mancata nel 1974 si avvera nel 1981. Il messaggio di Antonia, l’amica più cara

 

In quei giorni Mitterand fu eletto Presidente della Repubblica

francese. Avevo fatto il tifo per lui nel '74, da Carmignano di

Brenta, e mi era spiaciuto quando non venne eletto. I colleghi

reazionari del paese democristiano  invece avevano

esultato per la vittoria del candidato di destra. Nell'81 del resto gli

schieramenti ideologici

cominciavano a

frantumarsi.

Rammentando la netta contrapposizione di sette anni prima,

Antonia, la carissima amica, mi scrisse una bella frase:"Passa il

tempo, e certi fatti ritornano, rendendo vivi e presenti i ricordi ".

Dunque speravo che il Presidente socialista nella grande nazione

vicina, significasse la rimonta delle sinistre in un momento di

pericolosi rigurgiti. Ma questi non  sarebbero stati annullati, in

quanto  venivano da una rivincita della classe padronale che aveva

un immenso potere di corruzione attraverso la proprietà dei  mezzi

informativi, e di deterrenza con la gestione dei servizi segreti.


 

 

Il monte delle formiche. Le stesse cose ritornano.

Domenica 24 maggio Desdemona scalò il monte delle formiche in

bicicletta. Ce la fece seguendo i miei consigli con docile

ragionevolezza.  Un tempo le avevo giurato che, quando ci fosse

riuscita, l'avrei sposata: all'epoca la fanciulla avrebbe voluto l'una

e l'altra cosa, ma quel giorno non le rinnovai l'offerta poiché

sapevo che oramai considerava le nozze con me un approdo di molto

inferiore alle sue possibilità. Eppure in seguito mi avrebbe

rinfacciato il fatto che mentre lei aveva superato l'ardua prova, io

non avevo mantenuto quell'antica promessa.

Ora penso che la

donna a me congeniale, dovunque si trovi, non sia adatta a fare la moglie e che

questa sia un'ottima inattitudine, ove vi sia un'attitudine superiore.

In ogni modo la ragazza quel giorno pensava di essere destinata a

fragorose ovazioni, a trionfi mondiali, a lunghe code  davanti ai

suoi camerini, a pianti davanti alle porte che lei lasciva chiuse, e non mi avrebbe sposato neppure se l'avessi

allenata e corroborata fino a farle scalare lo Stelvio sovrapposto al

Pelio che scuote le foglie, all'Ossa e all'Olimpo5

 perché potesse

raggiungere il cielo.

 

L’esame conclusivo- Storie del

bosco viennese

L'ultima settimana di maggio Desdemona  impiegava tutto il suo

tempo per preparare l'esame finale della scuola di recitazione. La

sera del 30 doveva recitare davanti a una commissione d'esame.

Era compito suo dare vita a Marianne, la protagonista di Storie del

bosco viennese , un dramma del 1930, di Ödön Von Horváth

  Si

tratta di  donna giovane e bella, ma senza alcuna preparazione

culturale né professionale; una di quelle disgraziate che vivono

nell'attesa di un marito, e, mentre

aspettano, passano il tempo in ambigui rapporti nevrotici e

regressivi con i familiari.

"Non mi hai lasciato imparare niente, nemmeno la ginnastica

ritmica: mi hai allevata soltanto per il matrimonio ", rinfaccia al

padre, un venditore di giocattoli, detto il Mago.

Il fidanzato era un macellaio ricco, Oskar, che lei non amava, ma

si adattava a sposare. In casa infatti si sentiva ripetere che

l'indipendenza economica della donna è l'ultimo passo verso il

bolscevismo 6. Un giorno però da quelle parti passa Alfred, un

Note

5

Cfr. Odissea, XI, 315-316.

6

Le citazioni sono tratte dalla traduzione di Adelphi, Milano, 1974.


 

 

 

giovane bellimbusto fannullone, mantenuto da tre donne: la

madre, la nonna, e Valerie, un'amante cinquantenne proprietaria di

una tabaccheria. Il cicisbeo adocchia la figlia del Mago attraverso

la vetrina, e il suo sguardo viene contraccambiato. Allora entra

nella bottega, corteggia la ragazza che ne è compiaciuta e lo invita

a una gita collettiva nel bosco viennese, su una sponda del bel

Danubio. La domenica seguente tutti i personaggi si trovano là.

Alfred lascia l'amante, Marianne gli dice che non ama Oscar né

vuole sposarlo. I due si trovano soli. Hanno lo sguardo sognante.

"Il Danubio è morbido come un velluto".

"Come un velluto".

Si baciano. Lei domanda: "Mi ami come dovresti? "

"Sento di sì ", risponde lui. "Vieni, sediamoci ".

"Sono contenta almeno che non sei uno stupido. Intorno a me non

ho che degli stupidi. Anche papà non è certo una cima".

"Mi ami come dovresti? Intendo dire: mi ami a ragion veduta? "

fa Alfred.

E Marianne: "Tesoro, non tormentarti, non tormentarti. Guarda le

stelle. Quelle saranno ancora lassù quando noi saremo sotto

terra". Poi gli chiede: "Lo sai che mi hai colpita come un fulmine,

che mi hai spaccata in due?" E, senza aspettare risposta,

aggiunge:"Ma adesso ne sono sicura ".

"Di che?"

"Che non lo sposerò ". Quindi rompe il fidanzamento e va a vivere

con Alfred.

Il padre la maledice. Il macellaio continua ad amarla, nonostante

il garzone gli dica:"Signor Oskar, la prego, non se la pigli così a

cuore per quella sua ex fidanzata; guardi, di donne ce n'è come la

cacca. Anche l'ultimo degli storpi si trova una donna, anche i

sifilitici. E poi le donne, lì dove conta, si assomigliano tutte, mi

creda. Non hanno anima: sono soltanto carne e pelle! ".

Gli amanti mettono insieme un bambino. Ma la loro unione va

male. Lui, persi i sussidi delle tre ausiliarie, non ha più alcun

provento, lei non sa fare niente: vivono nella miseria e nella

disistima reciproca. Marianne cerca di lavorare, nonostante i

Cardinali abbiano proclamato che"la donna lavoratrice è la rovina

dell'unione familiare ". La disgraziata però non ha mai imparato

un mestiere, e quando Alfred la pianta, deve fare quello che può  per campare e nutrire il


 

 

 

bambino: si esibisce seminuda in un cabaret dove una sera capita

la brigata dei bottegai. Nel locale si rappresenta il numero dello

Zeppelin, dove appaiono alcune giovani poco vestite. Valerie

riconosce la figlia del Mago e scoppia in un grido isterico. Ne

segue

un subbuglio, e un tale

pieno di dollari cerca

di

mercanteggiare il corpo di Marianne. Questa risponde:"Io riesco a

darmi a un uomo solo se lo voglio con tutta l'anima."

"Eppure-riflette poi-come donna senza istruzione, non ho altro

che il corpo da dare. Non mi resta che il treno ".

Il confessore le aveva negato anche l'assoluzione poiché non era

pentita di avere messo al mondo una creatura. "Anzi, sono felice di

averlo, molto felice".

Marianne cerca di rubare i biglietti verdi del viennese-americano

che però se ne accorge e la manda in galera. Il padre la maledice

un'altra volta. Oskar l'ha perdonata e la sposerebbe, se non ci fosse

il bambino che intanto è stato affidato alla nonna e alla bisnonna

paterne. Alfred si mette di nuovo con la tabaccaia. Quando la

ragazza esce di prigione, tutto torna come prima. Il neonato infatti

viene eliminato dalle ave che  espongono l’innocente all'aria fredda della

notte, e Oskar può sposare Marianne:"Ti perdóno volentieri tutto

quello che mi hai fatto, perché amare dà più felicità che essere

amati. Una volta ti ho detto che non saresti sfuggita al mio

amore".

"Non posso più. Ora non posso più".

"Vieni allora". La sorregge, la bacia sulla bocca ed

esce

lentamente con lei. Nell'aria si ode della musica, come se

un'orchestra suonasse le Storie del bosco viennese

di Johann

Strauss.

A parte l'identificazione della mia compagna con la povera

Marianne, l'aspetto più interessante della commedia è la denuncia

dei luoghi comuni della

gentaglia

incolta: antifemminista,

potenzialmente  guerrafondaia e predisposta a sostenere orrendi

tangheri criminali capaci di incantare la feccia ripetendo i

luoghi comuni correnti, pieni di ignoranza e di odio per lo più ,

e pronta a sbandierare vessilli con programmi oppressivi delle persone

diverse.

Ifigenia mi chiese un commento al dramma. Scrissi che

bisognava vederci un campanello di allarme verso la mentalità


 

 

 

retrograda della piccola borghesia filistea e della pretaglia

sedicente cristiana. Insomma il pericolo sempre vivo dell’ignoranza che genera mostri.

L’aspirante attrice mi ringraziò per l'aiuto che, disse, le aveva fatto

comprendere il significato storico della commedia. Ma per lei

quella rappresentazione fu soprattutto una palestra dove si allenò

all'abbandono del nostro amore, all'adescamento dell'attore famoso

e alla propria rovina. Infatti, dopo avere recitato mediocremente la

parte di Marianne, volle viverla davvero, tragicamente, la notte tra

il 12 e il 13 giugno 1981 a Riccione. Ma questa storia è la prossima fine del

nostro romanzo.

Pesaro 7 settembre 2024- ore 9, 08 giovanni ghiselli

p. s

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