Argomenti |
I consolatori: Pindaro, |
Virgilio e Catullo. Lo scandalo della P2. Il presidente Pertini. La |
telefonata dell'una di notte. La probabile fornicazione |
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Mercoledì ventisette maggio, pieno di doloroso amore, volevo |
capire il mio sentimento misto: non integralmente cattivo né tutto |
buono che Ifigenia mi infondeva nel petto da parecchi mesi |
oramai: io la amavo e la apprezzavo, ma la detestavo anche, e la |
consideravo pure spregevole. |
Sul monte delle formiche, tre giorni prima, era stata bravissima: |
aveva sì vacillato faticando a dismisura; anzi, quando mancava un |
chilometro solo, il più duro, era stata vicina a cedere stramazzando |
al suolo e singhiozzando come una grossa folaga colpita a morte da un cacciatore spietato e ghiotto della sua carne saporita; mentre Ifigenia incitata |
da me, aveva raccolto tutte le forze, aveva stretto i denti, |
conservato l'equilibrio, spinto i pedali con le belle gambe sode, |
tirato il manubrio con le forti braccia rotonde, e ci era riuscita. |
L'avevo ammirata per la prova di forza e di volontà. Mi era |
sembrata una persona in gamba, cosciente di quanto voleva, e |
capace di conseguirlo, soprattutto se la incoraggiavo. |
Nei due giorni seguenti, alternò un'allegria forzata e rumorosa con |
una muta e cupa stanchezza. In certi momenti mi si appoggiava |
addosso con tutto il peso del corpo statuario e della piccola testa; a |
volte appariva estranea, quasi ostile alla mia persona, più sbigottita |
però che malevola. Seguivo i suoi sbalzi mentali con pena, ma non |
disperavo di arrivare a capire le cause più vere di tanto squilibrio |
che mi contagiava. Comunque volevo comprendere per quale |
ragione non funzionasse più l'amore con quella ragazza che pure |
aspirava all'arte, e aborriva la vita ostile alle Muse della gente |
ordinaria. Questo almeno era quanto affermava lei stessa, con la |
sua bocca. Era bugiarda? Nota |
1 |
Cfr. Iliade, III, vv. 156-157:" |
ouj nevmesi" Trw'a" kai; |
ejϋknhvmida" jAcaiou;"-
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toih'/d j ajmfi; gunaiki; polu;n crovnon a[lgea pavscousin |
", non è peccato che |
Troiani e Achei dai begli schinieri soffrano a lungo dolori per una donna siffatta. |
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Gli ultimi giorni di maggio ella temeva l'esame di recitazione, ed |
era sempre più squilibrata. Io ne soffrivo senza potere aiutarla. |
Infatti, come ebbe avuto il commento scritto al dramma di Horvàth |
e lo ebbe approvato con ringraziamenti e salamelecchi cerimoniosi, per due dì e due |
notti non si fece vedere né sentire, onde impiegare tutto il tempo, |
le emozioni e le forze nella preparazione della prova d'esame, |
suppongo. |
Io rileggendo i poeti greci e latini, annotavo alcuni versi belli assai |
e confacenti al mio stato d'animo. Li trascrivo, sperando di indurti, |
lettore, a studiarne con amore i volumi . |
Ottima è l'acqua2
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E bruciarono nella solitudine3 . |
Mi manca l'occhio dell'esercito4 . |
I fiumi della notte tenebrosa eruttano un'oscurità infinita 5 |
. |
Nessuna delle fatiche mi si presenta nuova o inattesa: io ho |
presofferto tutto 6 .
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Non sapere in anticipo, è assenza di pensiero7 . |
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Il pomeriggio di giovedì 28 maggio Desdemona mi telefonò e mi |
diede l'angoscia. Mi fece capire che con me si annoiava, mentre si |
sentiva viva e reale quando preparava l'esame di recitazione che |
pure la terrorizzava. Intanto si emozionava nel lavoro preparatorio |
che la teneva in contatto con il regista, con i compagni e con il |
testo; poi, sabato sera, si sarebbe eccitata nel rapporto con il |
pubblico cui oltretutto avrebbe fatto vedere il corpo inguainato in |
una calzamaglia molto aderente e diafana. Nel locale notturno, il |
Maxim, su un palcoscenico di cabaret, Marianne doveva apparire |
per diversi minuti vestita soltanto delle mutandine e di una guaina |
color carne, attillatissima e trasparente. Il regista, quello panciuto, |
forse per valorizzare o sfruttare la bellezza della ragazza, aveva |
enfatizzato e prolungato la scena, facendo mimare uno Zeppelin |
2 |
Cfr. Pindaro, Olimpica I , v. 1. |
4 |
Cfr. Pindaro, Nemea X , v. 72. |
5 |
Cfr. Pindaro, Olimpica VI, v. 18. |
6 |
Cfr. Eneide, VI, vv. 103-105. |
7 |
Cfr. Pindaro, Olimpica VIII , 60. |
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dai movimenti più o meno aerei delle membra di lei. Questo non |
mi faceva piacere, ma non era un elemento che scatenava ire o |
tristezze. La sera comunque ero depresso: la notte prima non |
avevo dormito per il tormento del raffreddore da fieno, e quel |
giorno avevo dubitato delle |
mie |
capacità |
di scrivere |
quel |
capolavoro che da diversi mesi oramai mi premeva molto più della |
pudicizia e dell'amore stesso della mia compagna sviata. Mi |
veniva in mente Catullo: un consolatore per gli amori non |
contraccambiati e dolenti. Alcune sue parole, se ne sostituivo una |
soltanto, si confacevano bene alla mia pena amorosa: Non iam |
illud quaero, contra me ut diligat illa,/ aut( quod non potis est) |
esse pudica velit; ipse scribere opto et taetrum hunc deponere |
morbum./ O di, reddite mi hoc pro pietate mea "9 . |
Questo poeta |
piaceva molto anche ai ragazzi: per il fatto che scriveva di amore e |
non voleva sapere se Cesare fosse bianco o nero10. I giovani infatti |
erano diventati impolitici. |
I telegiornali del regime parlarono a lungo dello scandalo della P2. |
Sperai che tale questione cruciale diventasse urgente per molte |
coscienze. Ero triste. Pertini invece scherzava con i giornalisti. |
L'arzillo vecchietto diceva:"Bisogna prendere le cose con animo |
lieto, altrimenti è finita". |
"Infatti da non pochi anni- pensai- affaristi, assassini e mafiosi si |
sganasciano dalle risate". |
All'una di notte telefonò un'altra volta Ifigenia. Disse |
solo:"Sono io. Vieni a prendermi davanti all'Antoniano". Stavo |
studiando per darle altri suggerimenti . Ci andai di corsa. Mi aspettava, sola, |
sulla soglia dell'edificio che contiene la scuola, una chiesa, un |
cinema, e chissà quali altri locali destinati a vari incontri . Era scura in volto, quasi adirata. |
La salutai, la feci entrare nell'automobile, le domandai come |
fossero andate le prove. |
"Male", rispose. "Questa sera al regista non sono piaciuta". |
9 |
Cfr. Catullo, Carmi, 76, 23-27. Non chiedo più quello, che ella contraccambi il |
mio amore, o, (cosa che non può essere) che voglia essermi fedele; io desidero |
scrivere (ma nel testo catulliano c'è valere, stare bene) e mettere via questo male |
oscuro. O dei, datemi questo in cambio della mia devozione. |
10 |
Cfr. Catullo, Carmi, 93. |
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"Come mai?", le chiesi, ostentando stupore. A lei infatti dicevo |
che la credevo brava, e forse ne ero convinto. |
"Non voglio parlarne; non questa sera. E' tardi. Portami a casa |
subito". |
Arrivata, mi salutò appena. La odiavo. Pensavo:"Stai attento, bischero, |
perché quella ha preso tanto potere su te da usarti e trattarti come |
il suo autista. Ma non un servo amico di cui si fida; tu sei il lacché |
tenuto a distanza e spregiato, quello cui la padrona non si degna di |
rivolgere lo sguardo altero né la parola superba". |
Ebbi anche il sospetto che avesse fornicato: le altre volte che, |
dopo le prove, si era fatta accompagnare a casa, mi aveva |
chiamato intorno alle undici e mezzo: strano tale spostamento |
dell'orario, e ancora più strano il fatto che, avendo tutta la |
compagnia terminato le prove all'una, lei si trovasse già tutta sola |
davanti al portone all'una e cinque minuti. Il malumore e il non |
guardarmi in faccia mentre le facevo un piacere, poteva essere |
segno di un incontro erotico, probabilmente malriuscito, con il |
regista o con un attore. Forse quello che faceva la parte di Alfred: |
si chiamava Felice, e Desdemona doveva baciarlo, per esigenza di |
copione, nella scena sul bel Danubio, al suono del valzer "Voci di |
primavera ". |
"Il Danubio è morbido come un velluto". |
" Come un velluto ". Mi consolai con l’ironia ricordando: anche tu hai fornicato più volte, seppure in altri paesi e con ragazze già quasi morte.
Pesaro 7 settembre 2024 ore 10, 08 giovanni ghiselli. p. s. Statistiche del blog Sempre1617600 Oggi44 Ieri307 Questo mese2298 Il mese scorso10909
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